di Nicoletta Paciarotti
È partito ufficialmente l’Acquaroli-bis. Con la prima seduta del consiglio regionale di stamattina, prende ufficialmente il via la dodicesima legislatura regionale, buona per i primi adempimenti dell’assemblea a partire, come previsto da statuto e regolamento, dall’elezione dei cinque componenti dell’Ufficio di presidenza: presidente (il camerte Gianluca Pasqui), due vicepresidenti (Giacomo Rossi di Civici Marche ed il grottammarese Enrico Piergallini del Pd) e due consiglieri segretari (Marco Ausili di Fratelli d’Italia e Marta Ruggeri del Movimento 5 Stelle).

Francesco Acquaroli e la sua giunta stamattina in consiglio. Ovviamente è stata anche la giornata di Francesco Acquaroli e della sua nuova giunta alla sua prima uscita ufficiale. Il riconfermato presidente ha delineato quelle che saranno le linee del suo mandato. «Viviamo in una società sempre più veloce e complessa, che chiede impegno costante e risposte tempestive – ha detto nel suo discorso – il nostro compito, come istituzioni, è mantenere uno sguardo collettivo e lavorare uniti: a volte le scelte possono risultare difficili perché stabiliscono priorità diverse, ma questo non significa scavalcare qualcuno. Il bene comune si costruisce insieme, con responsabilità condivisa».

Primo nodo: la sanità, ovviamente. «Il piano sociosanitario dovrà essere rivisto e aggiornato, raccogliendo i frutti della riforma già approvata – ha rimarcato Acquaroli – anche gli atti aziendali, tra qualche anno, potranno essere riorganizzati e migliorati.
L’obiettivo della legislatura resta chiaro: ridurre le liste d’attesa, rafforzare i punti di salute, sviluppare le aggregazioni funzionali territoriali e costruire una sanità di prossimità, capace di dare risposte immediate alle comunità, in una regione che affronta anche il problema della denatalità.
In questo percorso, la digitalizzazione sarà determinante, così come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, che potrà offrire un aiuto concreto alla pubblica amministrazione e ai servizi sanitari. Per restare competitivi in un’epoca rapida e interconnessa, sarà fondamentale mantenere un dialogo costante con università, mondo economico, imprese e settore sociale.
Parallelamente, dovremo farci carico delle fragilità, collaborando con il terzo settore per affrontare temi come disabilità e dipendenze. Il nostro è inoltre un territorio segnato da fragilità ambientali, terremoti e alluvioni, che abbiamo fronteggiato grazie alla programmazione europea e ai fondi statali, destinando risorse, ad esempio, alla manutenzione dei fiumi. Ora dobbiamo compiere un passo in più e individuare strumenti che consentano risposte ancora più rapide ed efficaci, perché sviluppo e sicurezza del territorio devono camminare insieme».

Quindi, l’economia e la viabilità. «Intendiamo innalzare il livello dello sviluppo regionale sostenendo piccole e medie imprese e rafforzando il rapporto con la manifattura e le università, puntando sui giovani e potenziando le start-up, senza trascurare i passaggi generazionali nelle aziende.
Un impegno specifico riguarderà la Zes, che dovrà essere resa ancora più forte e competitiva attraverso il confronto con corpi intermedi, enti locali, imprese e sindacati – ha affermato Acquaroli – agricoltura e turismo resteranno due pilastri identitari della nostra regione, che continueremo a sostenere con determinazione.
Lo sviluppo infrastrutturale sarà decisivo: la crescita dell’aeroporto dimostra come una grande opera possa favorire turismo, investimenti e lavoro.
Dovremo proseguire con interventi su porti, a partire da quelli di Ancona, Pesaro e San Benedetto, e sulle principali direttrici stradali e ferroviarie, dalla Statale 76 all’A14, fino alla Pedemontana e all’alta velocità. Un impegno particolare riguarderà ancora la ricostruzione post-sisma, che resta una priorità non rinviabile».
Poi, l’apertura all’opposizione. «Il mio auspicio è che si possa lavorare con collaborazione leale – ha detto Acquaroli – il metodo non è l’obiettivo, ma fa la differenza: le istituzioni non devono mai essere piegate a interessi diversi dal bene pubblico. I prossimi anni saranno complessi e impegnativi; serviranno lavoro, sacrificio, competenza e spirito di servizio. Sono certo che, restando uniti e in ascolto dei marchigiani, sapremo offrire le migliori risposte possibili. Credo profondamente nella politica come strumento di affermazione delle comunità, e sono convinto che il modo in cui la viviamo possa davvero fare la differenza».

Non poteva mancare un passaggio sul caso Svem, dopo le dimissioni del presidente Andrea Santori.
«Come tutte le altre società, andrà sicuramente rivista nel dettaglio – ha commentato il governatore – quella lettera non era richiesta, è avvenuta e quindi è stata solo una presa d’atto. Sabato abbiamo presentato la giunta, oggi c’è il primo consiglio regionale, siamo stati molto più concentrati su questo fino ad ora: da oggi pomeriggio dedicheremo alla cosa la giusta attenzione, faremo le giuste considerazioni e poi cercheremo anche un dialogo col presidente Santori per capire il contesto in cui è maturata questa scelta.
Credo che sia giusto e che sia anche opportuno procedere così nel rispetto dei reciproci ruoli. È previsto un rinnovo di tutte le organizzazioni, quindi sicuramente sono in valutazione tutte. Quando parte una legislatura, a cavallo tra una legislatura e un’altra, c’è sicuramente una mole di lavoro enorme.
A volte dico che è più semplice la campagna elettorale che questa fase, perché la campagna elettorale è comunque semplice e entusiasmante, mentre questi giorni comportano uno sforzo enorme per cercare di mettere insieme tutte quelle scelte e tutte quelle variabili che poi però determinano il governo dei prossimi anni: bisogna farlo con la maggiore attenzione possibile».

Il discorso di insediamento di Gianluca Pasqui
Il neo presidente del consiglio Gianluca Pasqui, invece, nel suo intervento di insediamento ha voluto anzitutto ringraziare l’aula per averlo votato e sostenuto.
«Sono orgoglioso di poter proseguire un percorso iniziato cinque anni fa come vicepresidente di questa assemblea – ha affermato Pasqui – un’esperienza che mi ha fatto comprendere ancora di più il valore delle istituzioni e la forza del dialogo. Oggi assumo questo incarico con lo stesso spirito di servizio, con umiltà e con determinazione.
Non posso non ricordare la mia provenienza, l’entroterra marchigiano, quelle terre ferite dal sisma, dove ho vissuto e amministrato, e dove ogni pietra racconta la fatica, la speranza e la dignità della nostra gente».

All’inizio della seduta, da registrare anche la manifestazione di due attivisti ProPal che hanno chiesto a gran voce dagli spalti il riconoscimento dello stato palestinese da parte della Regione. I due, un ragazzo e una ragazza, sono stati accompagnati all’uscita dopo pochi minuti, continuando la loro protesta fuori dal palazzo.


Marco Ausili (Fdi) e Giacomo Rossi (Civici Marche)

Enrico Piergallini (Pd) e Marta Ruggeri (M5S)
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