
di Maria Nerina Galiè
Assolti per non aver commesso il fatto: il secondo grado di giudizio ha confermato che non ci sono stati errori medici nel caso clinico che portò al decesso di Singh Pargat, un uomo di origini indiane morto all’ospedale di Torrette di Ancona nell’ottobre 2016, dove era stato trasferito dopo un intervento chirurgico eseguito all’ospedale “Mazzoni” di Ascoli dai chirurghi Gianluca Guercioni ed Ernesto Basaglia.
La Corte di Appello di Ancona, con sentenza emessa ieri, 7 novembre, ha dunque confermato l’assoluzione piena dei due medici e ha condannato i ricorrenti al pagamento delle spese processuali.
Già in primo grado, il Tribunale di Ascoli Piceno – con sentenza del giudice Matteo Di Battista del febbraio 2024 – aveva completamente scagionato Guercioni e Basaglia dall’accusa di omicidio colposo, dopo un procedimento durato sette anni e avviato dai familiari della vittima nell’estate del 2017.
Una lunga battaglia giudiziaria, fatta di perizie e controperizie, che si era conclusa, almeno in prima istanza, con la demolizione dell’impianto accusatorio. La Procura aveva richiesto una condanna a otto mesi.
Dopo la sentenza ascolana, la parte civile aveva presentato ricorso in appello nel novembre dello scorso anno. La Corte di Appello di Ancona si è trovata di fronte a un reato ormai prescritto, ma con la possibilità di disporre nuove perizie per valutare eventuali risarcimenti civili ai familiari.
A quel punto, i due medici – assistiti dagli avvocati Pagnoni e Iadecola per Guercioni, e dall’avvocato Venturi per Basaglia – hanno chiesto di entrare nuovamente nel merito del processo.
I due nuovi periti, nominati dal tribunale, hanno quindi depositato la relazione tecnica, sulla base della quale anche la Corte di Appello di Ancona ha concluso che Guercioni e Basaglia sono completamente estranei al reato di omicidio colposo.
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