Droga, la Regione ripensi ai Serd.
Serve commissione di vigilanza,
test su consiglieri e assessori

L'INTERVENTO dell'avvocato Giuseppe Bommarito - La Conferenza nazionale sulle dipendenze che si è svolta a Roma dà un quadro allarmante. Le Regioni, a livello istituzionale, sono le prime ad essere chiamate a dare risposte. Sono necessari fondi per assumere personale
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L’avvocato Giuseppe Bommarito

di Giuseppe Bommarito* 

 

Le dipendenze, non solo da sostanze, aumentano; nuove droghe sintetiche vengono prodotte di continuo per sfuggire alle tabelle previste dalle norme vigenti; l’età di avvio alle sostanze cala costantemente sino ad arrivare agli 11-12 anni e, al contempo, aumenta la platea dei vecchi e nuovi consumatori; i farmaci psicoattivi stanno diventando una nuova frontiera dello sballo; la cannabis ha raggiunto livelli di principio attivo paurosi, tanto che definirla “leggera” sembra quasi una barzelletta; la cocaina e altre droghe stimolanti si affermano sempre di più, e tra esse primeggia il crack, devastante per l’uso compulsivo che quasi subito richiede; il policonsumo, spesso in un’ottica assurda di automedicazione, è ormai la regola, in costante abbinamento con l’alcol; la disponibilità di ogni e qualsiasi sostanza è enorme: non devi nemmeno cercarla, ti arriva direttamente a casa, a prezzi sempre più scontati. Su tutto giganteggia l’ombra oscura del fentanyl, che per adesso è comparso solo poche volte in Italia, ma arriverà in forza tra qualche anno, con il consueto gap temporale, come tutte le mode, anche autodistruttive, provenienti dagli Stati Uniti.

 

E’ il quadro allucinante emerso dalla Conferenza nazionale sulle Dipendenze svoltasi a Roma nei primi giorni di novembre, dopo un vuoto di seria riflessione e di analisi di circa sedici anni (non considerando come produttivo il frettoloso consesso di Genova dell’ottobre 2021, convocato, si può dire, solo per dovere d’ufficio), ed è anche, in buona sostanza, un allarmato invito ad agire contro un trend negativo in forte accelerazione, destinato a ripercuotersi soprattutto sulle nuove generazioni.

 

A questa sfida sono in primo luogo chiamate a rispondere, a livello istituzionale, le Regioni, che hanno la delega in materia di sanità e organizzano e gestiscono i servizi sanitari sul proprio territorio, compresi i Serd, cioè i Servizi per la cura delle Dipendenze, incorporati, per quanto riguarda le Marche, nelle cinque Aziende sanitarie territoriali.

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Palazzo Raffaello, sede della Regione

 

Sui Serd la Regione Marche dovrà immediatamente intervenire perché, oltre ad essere ancora impostati sul modello centrato sull’eroina, dilagante all’epoca in cui furono costituiti, sono attualmente in forte carenza di fondi, indispensabili per gli invii dei tossicodipendenti nelle comunità terapeutiche, e di personale per le terapie ambulatoriali (mancano medici, psicologi, infermieri, educatori, assistenti sociali).

 

Il governo ha stanziato di recente oltre 150 milioni di euro per il settore sanitario delle dipendenze, di cui 30 milioni esclusivamente per l’assunzione del personale necessario a coprire i deficit d’organico.

 

Altri fondi, se possibile, dovranno essere stanziati dalle regioni per fronteggiare quella che appare sempre di più come una vera e propria emergenza nazionale, il dilagare della droga. Bisognerà quindi muoversi tempestivamente a livello regionale nell’attivazione delle procedure di assunzione, per riuscire a prendere in carico effettivamente le persone che si rivolgono ai Serd nel disperato tentativo di uscire dal tunnel della dipendenza, dalla schiavitù della dipendenza.

 

Ecco quindi un primo urgente campo di intervento per il nuovo assessore regionale alla Sanità, il fermano Paolo Calcinaro: velocizzare al massimo queste procedure.

 

Importante sarà anche rivedere il rapporto di collaborazione e di necessaria vigilanza con le comunità terapeutiche in convenzione, che talvolta lasciano a desiderare quanto alla quantità e qualità degli operatori e all’efficacia del trattamento. E, in una fase storica in cui le doppie diagnosi (la compresenza nello stesso soggetto della tossicodipendenza e di talune patologie psichiatriche causate o slatentizzzate dalle sostanze) aumentano sempre di più, sempre più indispensabile è stabilire un protocollo regionale di collaborazione tra i Serd e i reparti di psichiatria, per un intervento coordinato e sinergico, che oggi non esiste.

 

Inutile dire che la prevenzione, anche a livello regionale, dovrà essere potenziata al massimo, finanziata adeguatamente, coordinata e in qualche modo codificata da esperti del settore con giuste campagne di informazione e di sensibilizzazione, mai più lasciata alla sensibilità del singolo dirigente scolastico, perché spesso il risultato è l’assenza totale di iniziative al riguardo o, al massimo, qualche evento a spot, tanto per dovere d’ufficio, del tutto inutili sul piano della validità.

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Francesco Acquaroli

 

Ma c’è lavoro urgente anche per il presidente della Giunta regionale Francesco Acquaroli e per il presidente del Consiglio regionale Gianluca Pasqui: stabilire, d’intesa con tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, la possibilità di richiedere periodicamente ed anche a sorpresa a tutti gli assessori e a tutti i consiglieri test tossicologici e per l’alcol, da effettuare nelle strutture del Servizio sanitario nazionale, con successiva pubblicazione dei risultati. Test antidroga, come hanno stabilito anche altre Regioni, quali il Molise e il Veneto, ovviamente non obbligatori, ma su base volontaria, che sembrano necessari anche nella nostra regione.

 

Del resto, tra i candidati e gli eletti marchigiani non mancano persone che in passato sono incappati nel mondo tragico delle sostanze stupefacenti e il precedente assessore alla Sanità Saltamartini aveva pubblicamente denunziato l’uso di stupefacenti da parte di molti politici. E, in ogni caso, visto che questi test li fanno anche, peraltro obbligatoriamente, tante categorie di lavoratori, non si capisce perché non debbano farli anche coloro che ad un livello così importante di responsabilità gestiscono la cosa pubblica, i quali dovrebbero essere d’esempio a tanti giovani e punto di riferimento in termini di correttezza sia in ambito pubblico che nell’ambito privato. Tale proposta dovrebbe trovare d’accordo anche l’opposizione, vista che essa pochi anni addietro fu oggetto specifico di una proposta di legge da parte del consigliere regionale del Pd Fabrizio Cesetti, rieletto anche nelle ultime elezioni.

 

Infine, riprendendo un lavoro già avviato nella precedente consiliatura, vista la gravità della situazione droga nelle Marche, che detiene il primato nazionale del tasso di mortalità per overdose, l’ente regionale dovrà munirsi finalmente di una Commissione di Vigilanza sui fenomeni della diffusione delle sostanze stupefacenti e sulla criminalità organizzata che le veicola in tutto il territorio e ne ricicla gli ingenti proventi, eventualmente anche con poteri di inchiesta. Un’esigenza, questa, che si presenta come particolarmente pressante.

 

* presidente associazione “Con Nicola, oltre il deserto di indifferenza”


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