Italia Nostra e Legambiente:
«Alberi in pericolo all’Infernaccio»

SIBILLINI - Le due associazioni denunciano quanto sta accadendo vicino al fiume Tenna, dove vengono tagliate piante di pregio che non erano state interessate dalle valanghe dell'inverno 2016/2017: «Mancano i controlli»
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Alberi in pericolo all’Infernaccio. L’appello arriva da Italia Nostra e Legambiente, vigili su quanto sta accadendo nella valle adiacente attraversata dal fiume Tenna, in un’area compresa nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Alberi tagliato all’Infernaccio

«A causa delle nevicate dell’inverno 2016/2017, nella valle dell’Infernaccio si verificarono valanghe che danneggiarono il patrimonio forestale, consistente in aceri, frassini, faggi e noccioli. -si legge nella lettera inviata dal vice presidente di Italia Nostra Maria Teresa Granato– Una parte dei boschi è di proprietà della “Comunanza Agraria di Rubbiano” del Comune di Montefortino ed è stata proprio la stessa a far presente che gli abitanti erano autorizzati al prelievo di legname per uso domestico e che a causa degli eventi calamitosi era diminuito il legname. Dunque, in seguito a formale richiesta della Comunanza, l’Unione Montana dei Sibillini autorizzava esclusivamente la rimozione delle piante abbattute dalle recenti valanghe e il prelievo del relativo legname per l’uso civico di legnatico, indicando le specifiche prescrizioni valide nella zona parco da rispettare».
«Una volta iniziate le operazioni di rimozione, è risultato purtroppo, in base alle denunce dei privati, corredate da documentazione, che esse non si siano limitate al recupero della legna “valangata”, ma sono state tagliate piante perfettamente erette ed in piena vegetazione ed asportate, persino superando i confini di proprietà della Comunanza Agraria di Rubbiano chiaramente tracciati dal corso del fiume Tenna. -prosegue la lettera- La zona ricade nella Provincia di Fermo, ma è sotto la giursdizione del Tribunale di Ascoli ed è per questo che la Procura della Repubblica ascolana ha aperto un procedimento penale nello scorso mese di luglio, disponendo addirittura il sequestro di una porzione molto piccola di terreno data l’evidenza delle violazioni poste in essere».

«La proprietaria del terreno sito sulla sponda destra del Tenna, tra la cresta del Monte Sibilla ed il fiume, ha preso atto che, nonostante fosse stato avviato tale procedimento penale, durante il mese di agosto è proseguito il taglio di alberi di pregio che erano in piena vegetazione e che non erano stati interessati da alcuna valanga, determinandosi così un grave danno ambientale per tutto l’habitat naturale dell’area oltre al danno economico per l’asportazione di notevole quantità di legname con grossi mezzi meccanici. -concludono Italia Nostra e Legambiente- L’aspetto che desta preoccupazione, e per il quale invochiamo un doveroso approfondimento, è l’assenza di efficaci controlli sia preventivi che contestuali alla esecuzione di azioni illecite in una zona più che protetta. Ci si chiede perché il Parco Nazionale dei Sibillini. seppur informato dagli enti, non sia intervenuto per impedire che continuassero ad essere incaricati di operazioni di tale rilevanza per l’ambiente, avendo libero e quasi indisturbato accesso e movimento, soggetti che non sembrano meritevoli di fiducia. Sottolineamo che il problema non riguarda esclusivamente il danno economico per un furto di legname ma soprattutto il danno all’ambiente del Parco Nazionale ad oggi elemento di rigenerazione di un territorio offeso fortemente dal sisma».


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