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E’ sempre “Carnevale”
nella società senza più freni inibitori

INTERVISTA - Lo psicologo Daniele Luciani analizza il fenomeno carnascialesco tra storia, maschere ed eccessi un tempo limitati ad alcune feste, ma oggi sempre possibili
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di Renato Pierantozzi

Dottor Luciani, perché, da sempre, la mente umana ha avuto bisogno di momenti di svago e leggerezza anche in contesti sociali molto diversi da oggi?

«Questa è la festa degli eccessi per antonomasia, fatta di baldoria, eccessi, godimenti più sfrenati. Lo era ancora di più in passato, meno oggi. La sua origine si perde nella notte dei tempi, sin dall’antico Egitto o nei saturnali e baccanali dell’antica Roma. In questo tempo dell’anno era lecito ribaltare la normale vita quotidiana assumendo identità sociali diverse rispetto a quelle normali e accedendo a piaceri e godimenti normalmente negati. In questo senso poteva capitare che il padrone diventava schiavo e viceversa. Si tratta di una sorta di rito purificatore catartico che salutava l’anno passato portandosi dietro tristezze e infelicità vissute e trascorse. Era una metafora del cambiamento, un periodo di caos prima dell’arrivo della primavera».

Proprio la maschera è l’elemento portante dell’evento carnascialesco. Che significato psicologico c’è dietro questo sdoppiamento della personalità?

«Attraverso la “maschera” l’individuo può scrollarsi di dosso la propria identità sociale tenuta nel corso dell’anno per abbracciarne una nuova anche se per un breve periodo e mettere in evidenza una parte di sé che in genere si tiene nascosti. Ad esempio l’uomo timido può diventare protagonista della festa o assumere tratti di personalità femminili. La donna, a sua volta, può fare altrettanto o mettersi nei panni di personaggi che non corrispondono alla sua personalità.

Daniele Luciani

E’ solo attraverso la maschera che si può accedere ad un piacere tenuto nascosto nel corso dell’anno. La società, infatti, consente un godimento degli eccessi e della baldoria solo se ciò viene coperto e velato dalla presenza della maschera. Un altro aspetto, anche se marginale, è la possibilità attraverso la maschera di poter irridere personaggi intoccabili. Può essere uno strumento di rivalsa verso cariche autoritarie e famose per poterle prendere in giro e sbeffeggiarle. Questi aspetti permangono ancora oggi anche se sono meno evidenti del passato. Oggi, infatti, viviamo in una società dove quotidianamente possiamo mascherarci o ad accedere ad identità multiple. E’ quello che avviene nei social network o alle feste. E’ anche un tempo nel quale il godimento e il piacere non sono più razionati come una volta. In passato esistevano pochissime festività dove eccedere e godere dal punto di vista gastronomico, sociale, e sessuale. Oggi invece viviamo in una società produce un’offerta inaudita di occasioni di  nel godimento e nel piacere. Le festività si moltiplicano al punto tale che si fa fatica a considerare quelle importanti e si vanno a prelevare, come nel caso di Halloween, eventi che non hanno a che fare con la nostra tradizione. Questo fa sì che perdano valore le feste che fondano le radici nella nostra tradizione. Anche rispetto al prendere in giro l’autorità, viviamo in un epoca che ha eroso la figura stessa dell’autorità: in ogni momento e da qualsiasi prospettiva si possono prendere in giro capi di stato, sindaci, personalità e capi di stato. La funzione psicologica e sociale del carnevale sebbene rimanga nel suo nocciolo centrale ha perso di validità».

Carnevale è anche sinonimo di eccessi, soprattutto tra i giovani, che cosa scatta in loro?

La festa ad Ascoli

«Tra i giovani faccio una distinzione tra adolescenti e bambini. Per molti adolescenti, il Carnevale è solo una delle feste dell’anno dove andare al di là del principio di piacere (anche per ubriacarsi o fare a botte), mentre un tempo era occasione per accedere a un piacere concesso solo ai grandi. Per i bambini, invece, continua ad avere una funzione molto importante, soprattutto per loro, perché tramite la maschera possono operare due diverse operazioni dal punto di vista psicologico. Su un versante possono identificarsi in figure maschili e femminili riuscendo ad ottenere un’anticipazione di quello che sarà il loro ruolo futruro di uomo e di donna. Mascherandsi da super eroi o da “violette” possono accedere ad un organizzazione psicologica più strutturata che accederanno nel corso del tempo. Sull’altro fronte possono esorcizzare le loro paure mascherandosi dai quei personaggi quali orchi streghe rispetto ai quali possono provare timore nel corso dell’anno».

(7-continua)

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