di Leonardo Giorgi
Parole sante, con cadenza dialettale che rende il tutto ancor più efficace: «Le olive all’ascolana non le sa fa tutti». Lui, però, evidentemente sì. E anche grazie a questa abilità Simone Scipioni è il nuovo Masterchef d’Italia. Il 20enne di Montecosaro trionfa nella finalissima del talent show di Sky Uno, riuscendo a sorprendere a colpi di piatti straordinari i quattro giudici della competizione seguita da milioni di spettatori. A lui vanno 100mila euro di premio e soprattutto la festa e l’orgoglio di tutta Montecosaro: i cittadini del posto si sono trovati in municipio per un grande brindisi, dopo aver applaudito il loro beniamino durante la proiezione della finale al teatro delle Logge.
Simone è uscito indenne da una doppia puntata segnata da prove difficilissimi, ma anche tanti sorrisi strappati ai giudici grazie al suo modo di fare, il suo accento marchigiano e i curiosi nomi trovati ai suoi piatti. Sotto la Mystery box della prima prova, Simone affronta la sfida più grande: guardarsi allo specchio e dirsi come è cambiato, come è cresciuto e soprattutto «farsi i complimenti – sottolinea commosso il ragazzo -, non me li sono mai fatti. Mi dico “bravo”, per averci creduto sempre ed essere arrivato qui». Ai fornelli, nella prima parte della finale, i tre talenti devono cuocere un piatto a propria scelta, vicino alla loro personalità. Simone porta all’assaggio dei quattro giudici il “Filetto di maiale tra dolcezza e acidità”, un secondo estremamente complicato. «Un cambiamento incredibile nella tua cucina, che rispecchia anche la tua persona. Dove sarà il Simone tra dieci anni?» gli chiede Joe Bastianich. «Sicuramente a Montecosaro, forse con una famiglia e un altro cane». La migliore della prova è però Kateryna, vincitrice dell’ultima Mystery box: è lei la prima finalista dell’ultimo duello. Simone deve quindi vedersela con Alberto per raggiungere l’ultima battaglia ai fornelli. Battaglia diretta da Pino Cuttaia, chef stellato che propone una prova basata sul suo celebre uovo di seppia. Ricetta dalla difficoltà estrema. Ma non è abbastanza: arriva anche lo chef Anthony Genovese, del ristorante bistellato Il pagliaccio di Roma. Una seconda sfida attende i due, il “ricordo di un viaggio in Thailandia” dello stesso Genovese, altro piatto complicato a base di pesce. Ma il colpo di scena arriva alla fine: una terza prova per decidere il secondo finalista di Masterchef 7. E’ Norbert Kofler a preparare la sfida, basata su una delicata anatra alla brace. Alla fine Simone la spunta su due sfide su tre: è in finale contro Kateryna.
Nella finalissima, Simone si prepara alla prova più importante: un menu completo di degustazioni in compagnia di amici, familiari e tutti gli ex concorrenti di questa edizione, tra cui l’ascolana Manuela Costantini. Il nome del menu è “S uguale MC al quadrato“, con “MC” che sta «sia per Masterchef che per Montecosaro». «Non cosa mi aspetta il futuro – racconta lo studente maceratese -, ma so che mi piace cucinare». Inizia la preparazione delle portate e si nota subito l’attenzione per Simone alla tradizione del territorio marchigiano: non a caso il primo piatto del suo menu è l’oliva all’ascolana ripiene di ciauscolo e pollo. «A noi non ce le ha mai fatte» scherzano gli amici di Montecosaro dalla balconata. La seconda portata è “Guarda come vongolo”, elogiatissimo dai giudici. Terzo piatto “Il cappellaccio matto”, sempre dedicato a “Monteco’, il paese dei matti”, un po’ indietro di sale secondo chef Barbieri. Quarta portata con l’originale “Voulez-vous Quaglié moi?“. Gran finale con il “Dolce far niente”, dessert che, pur non convincendo completamente i giudici, danno il definitivo vantaggio a Simone che può esplodere nel pianto liberatorio finale: è lui il settimo Masterchef d’Italia.
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