L’asilo nido non chiuderà,
da settembre tariffe e orari nuovi

COMUNANZA - L'incontro con i genitori dei 21 bambini iscritti. I debiti accumulati quest’anno per la mancata erogazione dei fondi regionali verranno sanati da Comune, Fondazione Ermanno Pascali e Cooperativa Il Mentore
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di Maria Nerina Galiè

L’asilo nido “Bianconiglio” di Comunanza non chiude, i debiti accumulati quest’anno a causa della mancata erogazione dei fondi regionali verranno sanati a spese dell’amministrazione comunale, della Fondazione “Ermanno Pascali” e della cooperativa “Il Mentore” che lo gestisce; il servizio sarà garantito senza modifiche di tariffe e orari fino a luglio 2018: questo quanto emerso dall’incontro di ieri sera, 9 maggio, tra sindaco, coop, fondazione e genitori dei 21 bambini iscritti. Da settembre, nuove tariffe e prospettive di accedere ai fondi ministeriali a sostegno dell’infanzia, con particolare riguardo all’Istituzione del “Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni” da parte del Miur (legge 65 del 13 aprile 2017), attuata lo scorso 23 aprile dalla Regione Marche con delibera 561.

L’asilo nido “Bianconiglio” di Comunanza

Come anticipato nei giorni scorsi, il centro di accoglienza per i più piccini era al collasso economico poiché le rette incassate (da 190 a 400 euro) e gli esigui contributi elargiti dalla fondazione Pascali, su indirizzo del Comune, si erano rivelati insufficienti a coprire le spese di gestione. Per questo si è reso necessario un summit tra per le parti coinvolte che di fatto ha rassicurato, almeno per il momento, le mamme.
Il sindaco Alvaro Cesaroni ha ribadito che Comunanza non rimarrà senza asilo nido e che il Comune si farà carico di sostenere le spese necessarie per colmare l’attuale situazione debitoria e di provvedere per gli anni a venire a reperire i fondi necessari che saranno messi a disposizione dallo Stato. Di contro, il primo cittadino ha chiesto collaborazione partecipativa ai genitori in merito al riorganizzo delle tariffe e del servizio. L’Isee, sulla base del quale si stabilisce la retta, e buoni asilo dell’Inps (90,91 euro messi a disposizione delle famiglie per 11 mensilità l’anno nel 2017 e prorogati per il 2018) sono stati presi in considerazione per formulare la richiesta di “aiuto” ai genitori.

Si prospetta un aumento della prima fascia di prezzo, calcolata appunto sulla base dell’indicatore della situazione economica equivalente e ritenuta troppo bassa per il tipo di servizio reso, soprattutto se detratta ulteriormente grazie ai buoni nido. Il ritocco alla spesa mensile sarà meglio formulato anche in base all’orario di frequenza, se mezza giornata o fino al pomeriggio. La mensa non sarà più compresa nella retta ma regolata da appositi ticket a carico delle famiglie ma da utilizzare al bisogno. Laddove ci saranno iscritti residenti in altri Comuni, il Comune di appartenenza dovrà contribuire in quota parte a sostenere le spese ovvero l’utente avrà tariffe specifiche. Nel corso della riunione le mamme sono state concordi nel sostenere l’importanza del servizio nido in un territorio come Comunanza, dove ancora si lavora e non mancano le giovani coppie con prospettiva di figli. Esse hanno ribadito che la famiglia, fulcro della comunità, dovrebbe essere messa al centro di ogni iniziativa pubblica e al primo posto nella scala di priorità degli interventi da programmare.

A luglio sarà organizzato un nuovo incontro ed in quell’occasione l’amministrazione comunicherà ufficialmente in nuovo piano tariffario, modifiche su orari e servizi ed eventuali novità sul fronte dei finanziamenti statali. Sentito in merito alla riunione del 9 maggio il sindaco assicura: «Proprio in questi giorni stiamo predisponendo un progetto per 50 mila euro di spesa, in forma associata con i Comuni di Force, Santa Vittoria, Montemonaco e Montefortino, per accedere ai fondi del Miur». Già un primo asse di finanziamento ministeriale era stato stanziato per Comunanza, a seguito della ripartizione dei fondi del Miur per il 2017 in ragione del decreto regionale 713 del 20 novembre 2017, per un importo pari a 19.000 euro.

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