Filarmonici, il 3 giugno
concerto di Renzetti
«70.000 euro per la programmazione»

ASCOLI - Domenica 20 maggio, invece, inaugurazione istituzionale con taglio del nastro e un filmato di Matteo Petrucci sulla storia e sul restauro dell'edificio. Il sindaco Castelli ottimista: «Non sarà sottoutilizzato». Tra le prossime date anche lo spettacolo di Emma Dante
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di Franco De Marco

Sarà il celebre direttore d’orchestra Donato Renzetti, che si è esibito in tutti i più importanti teatri del mondo, a condurre il concerto sinfonico che il 3 giugno segnerà solennemente il ritorno in attività come luogo di spettacolo e di cultura del Teatro dei Filarmonici.
Finalmente il Teatro dei Filarmonici. Dopo un restauro durato ben 18 anni. Se la civiltà di un popolo si misura dai suoi teatri (storici e belli), gli ascolani non devono invidiare nessuno. Renzetti dirigerà un ensemble formato da elementi della Filarmonica Gioachino Rossini di Pesaro, della quale è direttore musicale dal 2015, e dell’Orchestra del Teatro Regio di Torino. Con la stessa formazione terrà un concerto anche ad Arezzo sempre sostenuto da Estra Energie.

Donato Renzetti

Dunque un concerto sinfonico come si deve per solennizzare la riapertura del secondo teatro storico della città. Renzetti ha diretto alcune tra le più importanti orchestre del panorama internazionale tra cui la London Sinfonietta, la London Philharmonic, la Philharmonia Orchestra, la English Chamber Orchestra, la DSO Berlino, la Tokyo Philharmonic, la Dallas Symphony, la Belgian Radio and Television Orchestra di Bruxelles, l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra di Santa Cecilia e le Orchestre Sinfoniche della Rai.
Domenica 20 maggio, ore 18, ci sarà l’inaugurazione formale e istituzionale con discorsi di circostanza e, molto attesa, la proiezione di un filmato sulla storia del teatro e del suo restauro realizzato con ricerche storiche e passione infinita da Matteo Petrucci.
Nel mezzo di queste due date il teatro ospiterà , il 25 e il 26, nell’ambito di App (Ascoli Piceno Present), terzo Festival delle arti sceniche contemporanee, due spettacoli di enorme interesse. “La scortecata”, della regista Emma Dante, venerdì 25 (ore 20), e “The effect” del regista Silvio Peroni, sabato 26 (ore 17).

Il teatro Filarmonici

Ma una volta girata la “chiavetta”, il Teatro dei Filarmonici avrà le gambe (leggi risorse) oltre che le idee per svolgere appieno la sua funzione? Il sindaco Guido Castelli rassicura. «Per la programmazione, che naturalmente sarà in capo all’Amministrazione comunale, abbiamo previsto 70.000-80.000 euro (provenienti dal Progetto Iti, ndr) per la stagione 2018-2019. La gestione tecnica, invece, non sarà del Comune. Ci stiamo organizzando. Non ci possiamo permettere una gestione diretta». In altre parole l’apertura, la chiusura, la guardiania del Filarmonici, non vedrà all’opera, come nel caso del Ventidio Basso, personale del Comune ma, secondo il caso, di chi avrà in affidamento il servizio.
C’è il rischio che il Filarmonici, un gioiello di architettura ottocentesca, perfettamente restaurato non senza sacrifici, finisca con l’essere sottoutilizzato come l’auditorium “Montevecchi”? «No. Non c’è questo rischio. – risponde il primo cittadino – Ospiterà tutti gli spettacoli che non richiedono la scala del Ventidio Basso. Il caso dell’auditorium Montevecchi è completamente diverso. Qui la gestione tecnica, che sta scadendo, è ancora in mano al costruttore».

Guido Castelli

Insomma il sindaco è ottimista. Secondo lui il ritrovato Teatro dei Filarmonici svolgerà un ruolo primario nella vita culturale della città. Ce lo auguriamo. Di sicuro, però, dovrà avere una sua identità per quanto riguarda la programmazione. Comunque, a questo punto, è evidente che toccherà a chi verrà dopo Castelli, nel 2019, decidere sul reale ruolo da dare al “nuovo” teatro storico della città.
«Ascoli – dice convinto il primo cittadino- è tra le città che fanno più cultura in Italia e la classifica sulla qualità della vita ne è una dimostrazione. Quest’anno ci saranno tre spettacoli lirici. Oltre alla prosa, abbiamo il Festival App, abbiamo Ascoli Musiche, Cinesophia, L’Altra Italia, I Teatri del Sacro (biennale), eccetera. Chi propone così tanto?».
Il primo cittadino, a pochi mesi dalla scadenza del suo secondo mandato di sindaco, inserisce il Filarmonici tra le realizzazioni più importanti della sua Amministrazione. «Tra le molte incompiute che nel 2009, appena eletto sindaco, avevo trovato sul tavolo -afferma- c’era un’opera che sembrava destinata all’oblio: il Teatro Filarmonici. Uno straordinario esempio di teatro all’italiana, datato 1831, che l’Amministrazione comunale di Ascoli aveva acquistato nel 1994. Da allora sono stati molti i tentativi di completarlo, ingenti i finanziamenti pubblici che sono stati indirizzati a questo scopo. Mi ero preso, nove anni fa, l’impegno di chiudere questo cantiere “impossibile” e finalmente ora posso dire che anche quell’impegno è stato onorato. Il 20 maggio dopo quasi trent’anni dalla chiusura, si alzerà nuovamente il sipario dei Filarmonici».


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