Rissa in spiaggia, la replica dei gestori
«Ma quale razzismo,
ci ha aggredito con un tamburo»

GROTTAMMARE - Continua a far discutere quanto accaduto allo chalet Felicita. Un parapiglia che ha coinvolto un ambulante di colore provocando il ferimento di una donna. Giovanni Battista e Mauro Spinozzi si difendono: «Sempre pronti ad aiutare chi si trova in difficoltà, non meritiamo tali accuse. Aveva molestato diversi clienti»
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di Luca Capponi 

Dopo il parapiglia, continua a far discutere quanto accaduto nel pomeriggio di mercoledì 11 luglio sulla spiaggia di Grottammare. La rissa in riva al mare che ha causato il ferimento di una donna (poi finita al pronto soccorso) ha visto coinvolti un ambulante di colore e i gestori dello chalet vicino, Giovanni Battista Spinozzi e il figlio Mauro del Felicita. Che si difendono a gran voce dalle accuse di razzismo arrivate dopo l’accadimento. A dare loro manforte, anche una nutrita schiera di persone che, soprattutto sui social, hanno manifestato vicinanza e solidarietà a persone da sempre note “per mitezza e bontà”, in loco da anni con la loro attività e spesso pronti «fornire acqua e cibo ai venditori ambulanti che sostano qui da noi». Già, perché secondo quanto sostengono i due operatori è stato il ragazzo a molestare diversi clienti e a dare in escandescenze, tra minacce e insulti. Solo dopo uno dei due avrebbe buttato a terra il materiale dell’ambulante, chiedendo telefonicamente l’intervento delle forze dell’ordine. Sempre secondo Giovanni Battista e Mauro, il ragazzo li avrebbe istigati a colpirlo ma nessuno ha reagito mantenendo self control. Dopodiché il “vu cumprà” avrebbe lanciato il famigerato tamburo che, però, ha colpito in testa una donna che era nei pressi, soccorsa e poi condotta all’ospedale a causa della botta ricevuta in testa.

Un’immagine dal filmato realizzato da un bagnante, poi consegnato alle forze dell’ordine

«Il tamburo era rivolto a me ma sono riuscito a evitarlo. -scrive Mauro in un post su Facebook che in poco tempo ha ricevuto decine di condivisioni- Abbiamo subito pensato a soccorrere la donna mentre lui ha continuato lanciandomi della sabbia in faccia per accecarmi e lanciandomi un secondo tamburo, per fortuna sono riuscito ad evitare anche questo. A questo punto ha pensato bene di usare il tamburo più grande che avesse per danneggiare le attrezzature della spiaggia ed infine, dopo numerose e ripetute minacce, lo ha scagliato sulla testa di mio padre; tempestivamente mi sono messo di mezzo con il braccio per fermarlo riuscendo ad evitare che lo colpisse in testa».
Un gesto, questo, che è costato al ragazzo una visita all’ospedale per avere intercettato con braccio e spalla il pesante strumento. «Siamo persone tranquille, oggi per noi è stato un giorno difficile, non ce lo meritiamo» ribadisce Giovanni Battista, persona molto nota in riviera, ancora sconvolto per l’eco mediatica avuta dal caso.
«Dopo le ripetute minacce e relative aggressioni io ed altri bagnanti che hanno assistito al fatto lo abbiamo immobilizzato a terra senza colpirlo in alcun modo, tantomeno ferendolo, tanto che il ragazzo non è dovuto ricorrere alle cure mediche. -conclude Mauro Spinozzi- Gli agenti lo hanno accompagnato in questura per i provvedimenti dovuti. Abbiamo ricevuto i complimenti per quanto siamo riusciti a mantenere la calma nonostante le varie aggressioni e provocazioni verbali. È emerso in seguito che il ragazzo avesse già provocato altre situazioni simili in passato. Non c’è stato assolutamente nulla di razzista in quanto accaduto, ma solo la maleducazione e l’aggressività di un ragazzo recidivo in tema di prepotenza e violenza».

Se le suonano di santa ragione in spiaggia ma all’ospedale ci va una donna (Video)


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