Gianfilippo Renzi
di Renato Pierantozzi
«Ho trascorso tutta la mia vita professionale, 22 anni e mezzo, dentro il Pronto soccorso, di cui conosco anche i ragni e debbo tantissimo al dottor Massimo Loria che mi ha insegnato tanto e creato dove mancavo». Insieme al neo direttore dell’Area Vasta, Cesare Milani, è entrato ufficialmente in servizio anche il dottor Gianfilippo Renzi, nuovo capo del pronto soccorso e della medicina di urgenza dell’ospedale Mazzoni. 59 anni, nato a San Benedetto e al Pronto soccorso ascolano dal 1996, Renzi è stato per anni la spalla di Loria nel reparto che è la prima “trincea” dell’ospedale. E oggi, una volta raccolto il testimone del primario andato in pensione da poco e sostituito in tempi record per la sanità (2 mesi, ndr), ha le idee chiare sulla sua mission: «Senza paura e timori -dice Renzi- dobbiamo lavorare per fare meno errori possibili. Innanzitutto recuperando l’umanità nella gestione dei pazienti, poi efficacia ed efficienza ed infine professionalit. Ho messo questa cosa al terzo posto perché so già che già c’è tra i miei collaboratori. Nel pronto soccorso inoltre il medico deve essere una brava persona senza pecche dal lato umano e rapportandosi nel modo più giusto. Anche un sorriso è importante anche se non è facile in un luogo complesso e critico».
Cesare Milani e Gianfilippo Renzi
Tra le dolenti note, Renzi cita il caso degli spazi fisici. «L’attesa -dice il neo direttore- può derivare dal fatto che non abbiamo molti spazi dove poi sistemare i pazienti che sono stati curati. Dodici anni fa andavano bene, oggi non più. Sull’organico al momento abbiamo, su un totale di 16 medici, uno in malattia ed un altro che lavora a singhiozzo sempre per problemi di salute. Inoltre sarà attuato un piano di aggiornamento professionale di tutti i colleghi visto che negli ultimi cinque anni la medicina di urgenza si è rivoluzionata». Anche il direttore Milani ha “benedetto” la nomina di Renzi: «Il pronto soccorso -dice il numero uno dell’Area Vasta 5- è la porta d’ingresso dell’ospedale e se diamo qui un segnale positivo ne beneficerà tutta la struttura. Sono convinto che la scelta del dottor Renzi darà un risposta importante su come affrontare la situazione anche se nessuno ha la bacchetta magica e non si trovano più i medici visto che molti avvisi vanno deserti».
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