Il prefetto Stentella assiste a una dimostrazione nel nuovo store Kiro
di Maria Nerina Galiè
Territorio, singolarità, mani sapienti e anticonvenzionale, queste le parole che prese in tutte le loro accezioni ne compongono una sola: “Kiro”. Si chiama così la start up nata da una costola del maglificio “Santa Lucia” di Comunanza per volontà dei titolari Domenico Sacconi, che è anche vice sindaco, e di sua moglie Patrizia Guerrieri.
Da sinistra, Piero Celani, Luigi Contisciani, Ciro Niglio e Paolo d’Erasmo
Il nuovo brand è stato presentato sabato 20 ottobre alla cittadinanza e, prima, ad una nutrita platea composta da autorità politiche, civili e militari e da imprenditori di tutto il Piceno. Tra loro anche il prefetto di Ascoli Rita Stentella, il presidente della provincia Paolo D’Erasmo, il sindaco di Ascoli Guido Castelli, il presidente in pectore della Camera di Commercio Marche Gino Sabatini (per l’ufficialità si aspetta l’insediamento del consiglio della nuova struttura unificata previsto il 31 ottobre), gli onorevoli Giorgia Latini e Rachele Silvestri ed il comandante provinciale dei Carabinieri di Ascoli, il colonnello Ciro Niglio. In prima fila anche il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni che, nel complimentarsi per l’iniziativa a titolo personale e della cittadinanza che rappresenta, ha piuttosto palesemente lanciato la sua ricandidatura alle prossime amministrative. Non solo. Ha anche promesso che farà di tutto per trattenere l’amico “Meco”, come familiarmente viene chiamato, nel suo ruolo di vice. Quest’ultimo appena pochi minuti prima aveva ribadito di essere già con un piede fuori dal palazzo municipale. L’annuncio inatteso non ha comunque distratto dallo scopo della giornata che ha avuto anche il plauso del vescovo di San Benedetto del Tronto monsignor Carlo Bresciani. L’alto prelato ha affidato in una lettera, letta dal parroco di Comunanza don Dino Straccia, la sua ammirazione per “lo spirito intraprendente e non rassegnato” di chi, come Sacconi, ha saputo risollevare la testa in una zona provata da crisi e terremoto.
Da sinistra le onorevoli Silvestri e Latini con Sacconi e Angelo Galeati
“Kiro” è un progetto innovativo nella forma e nella sostanza incentrato sulla produzione di capi d’abbigliamento e accessori in cachemire di prima qualità (il Cariaggi), reso accessibile a tutti attraverso un sistema di vendita, fuori dai canali tradizionali, e di produzione, svincolato dalle severe e costose regole di mercato. Al centro, la valorizzazione del territorio e delle maestranze locali. Il nome, ed il marchio che lo distingue, si ispirano al chirocefalo del Marchesoni, minuscolo crostaceo che vive soltanto nel Lago di Pilato e capace di resistere a forti cambiamenti climatici e ambientali. Nuota a pancia in su, come a confermare una teoria che vuole lo specchio d’acqua sulla cima del Vettore “il portale verso un’altra dimensione”. Ma “Kiro” dal greco rimanda anche alle mani, sapienti e artigiane che per anni si sono arrotolate su manufatti realizzati per importanti marchi internazionali. «Fino al 2002 -precisa con malcelata amarezza Sacconi- quando la concorrenza della manodopera straniera a basso costo ha spazzato via gran parte dei terzisti italiani, in zona si contavano 16 aziende. Siamo sopravvissuti solo noi». Mani che sostenute dagli indomiti titolari si sono buttate, timidamente allora, sul cachemire e sul mercato del lusso. Era il 2007 e sebbene la «struttura non fosse ancora pronta per il grande salto», ha ammesso umilmente il vice sindaco, l’abilità manifatturiera e la cura del particolare non è sfuggita ad Enrico Bracalente, titolare del marchio “Nero Giardini” che dal 2010 ha fatto del maglificio “Santa Lucia” uno dei suoi principali partner. Il cachemire però è rimasto un pallino del consolidato team Sacconi-Guerrieri e che si è concretizzato dopo oltre due anni di “arrovellamenti”, terremoto compreso, e con la preziosa consulenza di esperti di comunicazione ed organizzazione di eventi, «ma non di moda» tengono a precisare. La regia della nuova impresa è del comunanzese Pietro Pataccoli, già ideatore ed artefice di Mazzumaja e di altre felici manifestazioni locali.
Il maglioncino che a fine vita può diventare un cuscino per cani o gatti
Il cachemire non è certo un prodotto nuovo come lo è invece la strategia pensata dalla squadra per connotare il brand di due elementi distintivi: il prezzo ed il riciclo. «Il costo di una maglia in cachemire -ha precisato Sacconi- nei negozi va dai 280 ai 400 euro, tagliando dunque fuori una consistente fetta di potenziali clienti. Il nostro prodotto, senza nulla togliere alla qualità, parte da 150 euro. Fruibile quindi anche dal consumatore medio». Il “trucco” sta nel vendere on line e produrre in base alle esigenze. «Non dissiperemo costi ed energie per anticipare le collezioni da presentare a prestigiosi eventi -ha continuato- eseguiremo invece campionatura e produzione insieme, seguendo la stagione. Siamo partiti con la collezione da uomo e il kit da neonato. Poi penseremo alla donna». Altra novità, lodata anche dal prefetto omaggiata del prototipo della futura linea donna, è la possibilità di far rigenerare il capo. Con il “Second life program” il cliente ha diritto ad una scheda che gli permette, nel tempo, di riportare in ditta il maglione consumato, in genere nei polsi, collo e gomiti, e farlo tornare come nuovo e addirittura ammodernarlo con l’aggiunta di piccoli particolari. Ed è prevista anche una terza vita per l’indumento in cachemire “troppo prezioso per vivere una volta sola” recita lo slogan. «Quando è consunto al punto di non poter essere recuperato -ha preannunciato Sacconi- ve lo trasformiamo in un cuscino per il cane o il gatto».
L’idea alla base della start up è complessivamente bella. Se sarà vincente lo dirà il tempo. «Almeno 3-4 anni -ha concluso l’imprenditore- è questo il tempo dell’e-commerce per posizionarsi sul mercato». Intanto però Comunanza, grazie al coraggio ed alla caparbietà del gruppo, può trarre un indiscutibile vantaggio sia in fatto di immagine che di sviluppo occupazionale. La sede della ditta, in contrada Santa Maria, sarà factory ed unico punto vendita. Inoltre la “Santa Lucia” già annoverava 15 dipendenti, con “Kiro” si sono aggiunte già 7 unità lavorative, destinate ad aumentare se le cose andranno secondo le aspettative.
Il sindaco di Ascoli Castelli
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati