Sergio Capretti
Domani, sabato 10 novembre, l’ultimo saluto a Sergio Capretti, l’elettrauto 43enne di Offida morto dopo essere stato sbalzato fuori dall’abitacolo dell’auto che stava guidando in una zona di campagna. Il tragico incidente è avvenuto in un’area agricola (c’è un vigneto in prossimità del luogo dove l’uomo ha perso il controllo del suo fuoristrada) nel territorio comunale di Offida, sottostante la strada che dalla frazione di Borgo Miriam conduce verso Castorano. Il funerale si svolgerà alle ore 10,30 nella chiesa dei Cappuccini. E’ lì che tutta la comunità offidana si stringerà intorno al dolore dei familiari.
Sergio era sposato e aveva due figlie. Immenso il dolore che ha colpito gli amici, i colleghi e tutti quelli che lo conoscevano e gli volevano bene. Davvero tanti, considerando che la sua officina di elettrauto si trova all’ingresso del paese (salendo da Castel di Lama) vicino alla Cantina Sociale. Sergio è rimasto intrappolato nel terreno fangoso, dopo che con la sua auto aveva lasciato la strada asfaltata per adentrarsi in un luogo da dove, con l’uso del verricello, avrebbe poi tirato su un cinghiale che alcuni cacciatori avevano ucciso la stessa mattina. Cercando probabilmente di tirarsi fuori da quella situazione, è poi accaduto l’irreparabile.
Proprio nelle campagne di Offida c’era stata in mattinata una delle tante battute di caccia organizzate dalla Provincia che si affida a “selecacciatori” che conoscono bene i luoghi prescelti per gli abbattimenti. Qualcuno sembra gli abbia chiesto se poteva dargli una mano andando a recuperare il grosso animale morto in un luogo quasi inaccessibile. E lui non si è tirato indietro. Chiusa l’officina, intorno all’ora di pranzo è partito con la sua auto. Un suo amico che si trovava lì, un cinquantenne residente in un paese vicino, l’ha accompagnato ed è salito anche lui nell’auto. Quest’ultimo è la persona rimasta poi gravemente ferita, anche lui sbalzato fuori dall’abitacolo quando la vettura, ormai fuori controllo, ha iniziato a rotolare verso il fondo del calanco. Le operazioni di soccorso sono state lunghe e molto difficoltose. Sul posto sono giunte diverse squadre dei Vigili del fuoco che hanno usato tecniche speleo-alpino-fluviali e poi, con il calare del buio, anche una “fotoelettrica”. E’ intervenuta anche l’autogru dei pompieri di Teramo e i Carabinieri della Stazione di Offida e della Compagnia di San Benedetto.
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