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Referendum Whirlpool,
plebiscito dei lavoratori
sull’accordo siglato al Ministero

COMUNANZA - Hanno votato 380 dei 513 addetti dello stabilimento che produce elettrodomestici: in 326 hanno detto sì all'intesa siglata al Mise che prevede il rientro a Comunanza dei prodotti da incasso dalla Polonia e l'arrivo di "Unica". I contrari sono stati 42
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L’assemblea che ha preceduto il voto dei lavoratori

di Maria Nerina Galiè

Il lavoratori dello stabilimento Whirlpool di Comunanza hanno approvato con larga maggioranza il piano industriale 2019-2021 presentato dall’azienda alle organizzazione sindacali e alle istituzioni lo scorso 25 ottobre nella sede romana del ministero per lo sviluppo economico. Si è appena concluso lo scrutinio del referendum che ha visto esprimersi 380 dei 513 dipendenti del sito piceno. Sull’accordo quadro siglato al Mise, in 326 hanno detto “Si”, 42 hanno scelto il “No”, 3 schede sono risultate nulle e 9 bianche.  Le operazioni di voto si sono svolte venerdì 9 novembre e lunedì 12, dalle 9 alle 16, e sono state coordinate dalla commissione elettorale composta dalle Rsu Raffaele Bartomioli (Uilm), Paolo Marini (Fiom) e Francesco Armandi (Ugl di cui è anche segretario regionale). Ed è proprio di quest’ultimo il primo commento: «I lavoratori di Comunanza – ha detto Armandi – hanno scelto di dare fiducia al piano industriale Whirlpool, pur consapevoli che i volumi prodotti non permettono di scongiurare da subito gli esuberi. Sanno bene inoltre che non ci sarà nel breve una crescita dell’orario lavorativo tale da poter diminuire la solidarietà. Eppure si sono dimostrati uniti per affrontare con impegno e fiducia le strategie per il prossimo triennio. L’auspicio è che alla scadenza del piano si realizzi tutto ciò che l’azienda ha messo sul piatto della trattativa: più lavoro e stabilità occupazionale». 

L’ipotesi di accordo, oggetto della consultazione, prevede per Comunanza il riassorbimento di 100 esuberi rispetto ai 135 previsti in precedenza. Nel dettaglio contempla il reshoring dalla Polonia, ossia il trasferimento in Italia di lavatrici e lavasciuga da incasso, rendendola polo Emea per questo tipo di prodotto. Si parla di 140 mila pezzi l’anno a partire dal 2020 ed il riassorbimento di 70 persone. Nel conto sono compresi gli attuali elettrodomestici dalla capacità di 6 e 7 chilogrammi e l’aggiunta delle lavasciuga da 8 e 9 chilogrammi. Quest’ultimo sarà un prodotto nuovo, richiesto dal mercato e quindi da introdurre subito, per la cui piattaforma l’azienda stanzierà 4 milioni e 600 mila euro, forse 5, in aggiunta ai 14 milioni previsti nel piano precedentemente proposto. Il rilancio dei volumi e di occupazione nel plant del piceno dovrebbe essere affidato anche a “Unica”,  l’elettrodomestico altamente innovativo e rispondente alle moderne esigenze di domotica. «Si tratta di 50,70 mila pezzi annui in più – ha spiegato l’ingegner La Loggia della Whrilpool –  e che permetterà la cancellazione di altre 30 eccedenze tra i lavoratori. Ma il progetto – ha precisato – deve ancora avere l’approvazione della copertura finanziaria, pari a 3 milioni e mezzo di euro, da parte della casa madre». 

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