Giovane gabbiano morto alla Sentina
«Ucciso dall’inquinamento dilagante»

SAN BENEDETTO - La morte di un piccolo volatile come campanello d’allarme di un grande problema ambientale. Nel mirino soprattutto la plastica: vero e proprio pericolo per l’ecosistema marino. L'animale era seguito dagli esperti: «Ha risalito l’Adriatico per trovare facilmente cibo, esponendosi però a nuovi problemi per la sopravvivenza»
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«Ucciso dall’inquinamento dilagante». La morte di un piccolo animale come campanello d’allarme di un grande problema ambientale. E’ quanto accaduto nei giorni scorsi presso la Riserva Naturale della Sentina, dov’è stato ritrovato senza vita un giovane gabbiano. L’animale era seguito dagli esperti ornitologi, aveva un anellino di riconoscimento e dunque è stato possibile rintracciarne la storia: «Nato 5 anni fa su una scogliera di Palermo avrà girato tutti i mari d’Italia in cerca di pesci, in attesa della maturità sessuale. Poi, stanco e rassegnato, capendo che non esistono più stock di pesci disponibili per loro, ha risalito l’Adriatico per omologarsi agli altri e diventare sinantropico» fanno sapere dalla Riserva Sentina. Per “sinantropismo“, va ricordato, s’intende l’attrazione di alcuni animali selvatici verso ambienti profondamente alterati dall’uomo come centri abitati, sistemi fognari, discariche e altro: dove possono trovare facilmente cibo ma dove, al contempo, si espongono a nuovi problemi per la loro sopravvivenza.

E sarebbe proprio il caso dell’uccello in questione che, secondo quanto hanno potuto ricostruire gli esperti della Sentina, è finito intossicato ed avvelenato da microplastiche e altri residui inquinanti, assimilati anche lungo il nostro territorio. Questa vicenda (secondo gli auspici di chi gestisce l’oasi naturalistica più meridionale delle Marche) dovrebbe fungere da sprone per migliorare la raccolta e lo smaltimento dei nostri rifiuti, oltre alla depurazione delle acque reflue. Nel mirino soprattutto la plastica: vero e proprio pericolo per l’ecosistema marino.
Negli ultimi tempi, in Sentina è stato ritrovato spiaggiato un contenitore di latte proveniente dall’Albania e un altro contenitore, sempre plastico, di un prodotto abrasivo uscito dal commercio da circa 20 anni. Tutto questo ci fa capire quanto il problema dei rifiuti sintetici sia esteso nello spazio e nel tempo, considerato che alla plastica occorrono secoli per biodegradarsi.

Uno scorcio della Sentina

Intanto in Riserva prosegue progetto di ricerca ornitologica chiamato “MoniTRing”, partito lo scorso anno e in attività sino al 2019. Uno studio triennale di portata nazionale. La Sentina, infatti, rientra nelle oltre 70 località naturalistiche che, in Italia, aderiscono al monitoraggio coordinato dall’Ispra: Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Gli esperti realizzano report annuali e da quello del 2017 spiccano numeri interessanti. Sono state censite ben 61 specie diverse d’uccelli nella riserva, per un totale di 1.477 “catture”. Le virgolette sono d’obbligo, poiché gli animali finiscono in cattività giusto il tempo di essere registrati dagli esperti, poi subito rimessi in libertà. Stando sempre al report dello scorso anno, la specie più ricorrente è la Cannaiola, ma si sono visti anche passeri, usignoli, pettirossi e anche un paio di rari pettazzurri. Il campionamento viene attuato tre volte al mese, in cinque zone di “cattura” poste in altrettanti ambienti diversi, così da rappresentare per intero il territorio protetto. Una volta terminata, la ricerca potrà fornire all’ente gestore della riserva indicazioni pratiche per migliorare la tutela della fauna; oltre a maggiori informazioni sulle rotte migratorie, visto che, ad esempio, sono già stati censiti uccelli provenienti da Bulgaria, Croazia, Germania e Svezia.


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