di Adriano Cespi
Il “regalo” di Capodanno. Impacchettato dalla Saba e recapitato a Palazzo Arengo, mercoledì scorso. Sono gli 8,5 milioni di mancato guadagno che la multinazionale spagnola lamenta in dieci anni di gestione dei parcheggi cittadini (2008-2017): Torricella, ex Gil e tutti gli spazi blu. E che il Comune, per via della convenzione del 2002, quella siglata dall’allora sindaco Piero Celani, dovrebbe riequilibrare “attraverso una compensazione di posti auto o per equivalente”. Questa mattina, su decisione del presidente, Simone Matteucci, si è riunta la commissione Servizi comunali. Presenti, tra gli altri, il sindaco Guido Castelli ed il dirigente al Traffico, Cristoforo Weldon. Ebbene, nel corso dell’incontro è emerso, secondo quanto dichiarato da Weldon, che la Saba nel corso del tempo, ad ogni chiusura d’anno, avrebbe sempre denunciato mancati guadagni rispetto al piano economico-finanziario, ma senza presentare i relativi bilanci (come invece fatto in questo caso su esplicita richiesta di Matteucci), lamentando spazi di sosta in più, ma senza mai quantificarli, come, invece, le avrebbe permesso la convenzione. Non aprendo, insomma, una vera e propria “vertenza”. Dall’altro lato, come emerso sempre in commissione, il Comune non avrebbe mai attivato, opzione peraltro prevista dal contratto, una commissione di indagine e controllo (come invece sarebbe disposto a fare adesso) che si occupasse della gestione dei parcheggi e, quindi, anche anche dei bilanci. Errori di valutazione? Pressapochismo? Una cosa è certa: poco si è fatto perché la situazione non si complicasse fino a questo punto.
CRITICO ALLEVI (PD) – Commenta il consigliere del Pd, Roberto Allevi: «In tutta questa vicenda quello che emerge è il grave errore politico, tecnico, ed amministrativo commesso, nel 2002, dall’amministrazione Celani nel voler modificare la convenzione stipulata col privato nel 1995. E, comunque, nel non prevedere almeno una norma di salvaguardia a favore del Comune in caso di squilibrio del piano economico-finanziario. Ad esempio – spiega Allevi – noi nel 1999, in linea sempre con la precedente convenzione Cappelli, redigemmo una delibera transitoria che prevedesse un’ancora di salvataggio per l’Amministrazione. In sostanza in caso di mancato guadagno, così come stabilito nel piano economico-finanziario, l’Amministrazione comunale avrebbe riequilibrato il concessionario attingendo, esclusivamente, e preciso esclusivamente, dalla somma introitata dal Comune per la gestione dei parcheggi di superficie a pagamento. E venne anche istituito un Osservatorio per monitorare l’intera situazione. Circa poi un’eventuale richiesta di danni da parte della Saba al Comune, derivanti da questi mancati guadagni, non capisco perché la società sia rimasta silente tutto questo tempo, non facendo altro che aggravare la situazione, e non abbia, invece, chiesto subito, al momento cioè della chiusura del primo bilancio in negativo, come previsto peraltro dalla convenzione, spazi di sosta blu in più a Palazzo Arengo. Ricordo che su questo tema c’è già una giurisprudenza consolidata che parla. Comunque – conclude il consigliere Pd – chiudo dicendo che non capisco come sia possibile che gli incassi derivanti dai parcheggi coperti e da quelli in superficie non siano sufficienti a garantire al privato un congruo guadagno».
DURO ATTACCO DI TAMBURRI (M5S) – Critico l’esponente dell’opposizione di centrosinistra, decisamente più duro il consigliere del M5S, Massimo Tamburri: «La vicenda degli 8,5 milioni di mancato guadagno da parte della Saba, e che il Comune rischia di dover sborsare, è una vicenda assurda che ha dell’inverosimile e che dimostra, una volta in più, l’incapacità e l’incompetenza delle classi dirigenti, di Destra e di Sinistra, che si sono succedute alla guida della città in questi decenni. Tutte. Nessuna esclusa. La querelle parcheggi – sottolinea Tamburri – inizia infatti nel 1989 con l’allora sindaco Dc, Ciccanti, passa nelle mani di altri primi cittadini, Cappelli, Allevi, Celani, e, di amministrazione in amministrazione, peggiora sempre più. Fino ad arrivare a Castelli dove si incancrenisce e si stabilizza. Nessuna Amministrazione che avesse pensato a migliorare le cose a vantaggio del pubblico. Nessuna che avesse dimostrato fermezza nei confronti del privato. E, infatti, vediamo tutto un pullulare di convenzioni evidentemente peggiorative per il Comune. Nessun sindaco che avesse pensato di porre fine a questo rapporto ultra sbilanciato a favore della Saba. Nessuno che avesse convocato una commissione di indagine e controllo per verificare la situazione. Nessuno che avesse almeno tentato di rescindere il contratto con la Saba o pensato di riacquistare i parcheggi. Solo ora, guarda caso a ridosso delle elezioni – aggiunge Tamburri – la commissione viene convocata e il sindaco Castelli parla di disponibilità ad acquistare i parcheggi con tanto di cifra buttata lì sul tavolo, 5,5 milioni. E’ il bello della campagna elettorale. Eppure se davvero Castelli lo avesse voluto, già nel 2011, quando propose alla Saba spazi blu in più, mi sembra circa 600, ricevendo un netto rifiuto, avrebbe potuto far scattare l’azione di riacquisto. Perché non lo fece? Nel 2014 poi noi del M5S chiedemmo di rescindere il contratto per eccessiva onerosità: anche in questo caso perché Castelli non lo fece? Forse perché le elezioni erano ancora lontane? Una cosa è certa – chiosa l’esponente pentastellato – noi in merito alla questione costruzione e gestione dei parcheggi cittadini avremmo subito indetto una gara d’appalto, altro che concorsi d’idee e convenzioni a vantaggio del privato! Comunque, se gli ascolani, a maggio, decideranno di mandarci alla guida del Comune, il primo atto che faremo una volta insediatici sarà quello di verificare tutti i bilanci, di rescindere il contratto con la Saba, dietro valutazione di consulenti legali di chiara fama, e di riacquisire la gestione di tutti i parcheggi. O, comunque, di andare ad un confronto con la multinazionale spagnola con la massima fermezza e durezza e non con la “dolcezza” dimostrata da chi ha amministrato Ascoli fino ad oggi».
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