Il sindaco Guido Castelli torna ad incalzare la Regione sul caso dei fondi alla sanità. Lo fa tirando in ballo un suo storico “nemico politico”, l’on. Luciano Agostini (Pd). «L’onorevole Agostini -dice Castelli- nella nuova veste di responsabile sanità del Pd, è chiamato a delle contorsioni acrobatiche per difendere l’indifendibile e cioè la Delibera n.82/19 con cui Ceriscioli devasta il Piceno in materia di spesa per il personale sanitario.
Guido Castelli (Foto Andrea Vagnoni)
La Regione, infatti, è chiamata a misure molto severe per contenere il costo del personale ed ha stabilito che questa voce, cosi rilevante per il sistema sanitario marchigiano, passi da 617.202.546 euro del 2018 a 610.279.000 euro nel 2019. Un taglio di circa 7.000.000 di euro che Ceriscioli e il Pd marchigiano hanno deciso di modulare riproponendo l’antico schema della discriminazione a carico del Sud delle Marche». Castelli si veste da “ragioniere” e fa i conti in tasca alla Regione anche se c’è da dire che l’Asur ha già spiegato i motivi del taglio relativo all’Area Vasta giustificandolo con il rientro alla normalità dopo le assunzioni straordinarie nel periodo del sisma. «Il taglio -spiega- viene addossato prevalentemente all’ASUR (- 6.831.246 euro) e risparmia le Aziende Ospedaliere di Ancona e Pesaro. Il taglio per più del 50% è caricato sull’area Vasta n. 5 di Ascoli/San Benedetto che si vede ridurre il costo del personale di ben 3.819.873 euro. L’area vasta di Pesaro registra un taglio appena percettibile pari a 44.261 euro e quella di Macerata beneficia addirittura di un incremento (pari a 1.364.698 euro) esattamente come la direzione generale dell’Asur che viene premiata con un più 497.335 euro. Questi sono i fatti. Il resto sono chiacchiere. Ceriscioli è un asso nel gioco delle tre carte. Parla del nuovo ospedale e poi taglia i posti letto all’area vasta 5 (- 43 posti letto nello schema formale trasmesso nell’agosto del 2018 ai sindaci ). Fa le passerelle a San Benedetto per la riattivazione della Geriatria e della Cardiologia ma poi impone tagli che determineranno la chiusura di altri servizi. Tutto ciò non è casual -conclude- siamo di fronte ad una strategia che nasce da lontano e che è finalizzata alla riduzione dell’offerta ospedaliera e sanitaria del Sud delle Marche. Agostini chiede aiuto affinché Ceriscioli possa cambiare idea. Di fronte a questa devastazione, in realtà, è pressoché inutile cercare di far cambiare idea a Ceriscioli. Molto più semplice e d’aiuto per la sanità picena sarebbe cambiare Ceriscioli».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati