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Andreoli e l’adolescenza,
crisalidi che si alzeranno in volo

SAN BENEDETTO - Lo psichiatra di fama mondiale è intervenuto al PalaRiviera per la lectio magistralis "La fatica di crescere" su invito della Cooperativa Sociale Ama Aquilone: «Non so come si fa a cambiare la società, ma si può cambiare l’uomo. Ed è incredibile, ed è bellissimo»
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Vittorino Andreoli

«Non so come si fa a cambiare la società, ma si può cambiare l’uomo. Ed è incredibile, ed è bellissimo». Le parole di Vittorino Andreoli sferzano il pubblico del PalaRiviera, intervenuto in gran numero alla lectio magistralis “La fatica di crescere”, organizzata dalla Cooperativa Sociale Ama Aquilone nell’ambito del progetto “Le crisalidi”.

Il pubblico del PalaRiviera

Ad aprire la mattinata di venerdì 14 giugno Maria Paola Modestini, referente della presa in carico del progetto “Le crisalidi”, che ha sottolineato il valore della presenza di Andreoli, psichiatra di fama mondiale, e l’importanza di lavorare per “il benessere degli adolescenti, senza il quale la società non può crescere”, attraverso servizi e momenti formativi attenti alla prevenzione dei comportamenti a rischio di dipendenza patologica, che siano sostanze o social network.
Dopo il saluto delle autorità, nella figura di Emanuela Carboni, assessore alle politiche sociali di San Benedetto del Tronto, città che patrocina l’evento, la platea, composta da professionisti del campo dell’educazione, ma anche da famiglie e studenti, si gode un’appassionata riflessione sulle parole-chiave che possono aiutare il dialogo tra i giovani e con i giovani.
Il linguaggio che Andreoli utilizza per raccontare gli adolescenti è un invito ad “educare per aiutare a vivere mentre si cresce”, con lentezza e pazienza, senza cadere nella condanna e nel giudizio. Da qui la necessità dell’educatore di acquisire strumenti di osservazione adatti.
«Gli adolescenti hanno bisogni -spega Andreoli-. La maniera per capirli è analizzare i loro desideri. Desiderare è la capacità di immaginarsi, domani, diversi da come si è oggi. Il desiderio è “un motore”, senza il quale si può seguire, si può emulare, si può copiare, ma non si può vivere. Quello che nei ragazzi ci appare vuoto, è solo un pieno che non riusciamo a percepire. Creare il futuro, per poter educare ai desideri. È una formula magica».

“La fatica di crescere”, la lectio magistralis di Andreoli


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