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Inaugurata la casa accoglienza “Sant’Emidio”:
«Un’opera donata dagli italiani»
(Foto e video)

ASCOLI - Là dove prima c'era la casa del clero adesso c'è l'opera realizzata attraverso i fondi dell'8xmille e grazie alla donazione di 850.000 mila euro del Banco Bpm. La cerimonia inaugurale nei pressi del passetto "Squintani". Il vescovo D'Ercole annuncia l'arrivo in città del Cristo di Michelangelo
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Il taglio del nastro

di Stefania Mistichelli

«Un’opera donata alla città dagli italiani». Così il vescovo Giovanni D’Ercole ha definito la casa di accoglienza “Sant’ Emidio”, sorta laddove prima c’era la casa del clero, nei pressi del passetto “Squintani”. «Grazie a Dio abbiamo potuto realizzare questa opera – racconta – io sono stato solo un piccolo strumento. Il ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito è d’obbligo. Poi mi piace dire che si tratta di un’opera donata dagli italiani, perché è stata realizzata attraverso i fondi dell’8xmille e grazie alla donazione di 850.000 mila euro del Banco Bpm, che ha organizzato una raccolta fondi tra i suoi correntisti. Un’opera che sarebbe costata meno se abbattuta e rifatta, ma vincolata dalla Sovrintendenza, quindi grazie alla buona volontà e alla professionalità di tanti l’abbiamo potuta recuperare e renderla bella e accogliente».

La benedizione di D’Ercole

All’inaugurazione, nella mattinata di martedì 25 giugno, sono intervenuti i rappresentanti delle forze dell’ordine, tanti sacerdoti, sindaci vecchi e nuovi (presente anche Guido Castelli) e tutti coloro che in modo diverso hanno partecipato alla realizzazione dell’opera: dal vicario Emidio Rossi, all’architetto e progettista Christian Rubino, all’ingegnere Giuseppe Brandimarti, al titolare della ditta che ha realizzato i lavori Enrico Valleriani, fino ai vertici del Banco Bpm. «La raccolta fondi organizzata su scala nazionale all’indomani del sisma – spiega il presidente del Banco Bpm, l’avvocato Carlo Fratta Pasini – ha avuto una risposta che non ci aspettavamo, la nostra gente ci ha sorpreso per la solidarietà dimostrata. Quindi, quando ci siamo resi conto di avere a disposizione una somma tale da fare un’opera grande, siamo finiti qui ad Ascoli per due ragioni. La prima è che abbiamo scoperto di avere in consiglio un’ascolano doc (di Castignano) che è il dottor Cerqua, la seconda è stata l’amicizia con D’Ercole. Ci è piaciuto poi il progetto, questa idea di ricostruire qualcosa di bello e importante per tutta la comunità».

«Il progetto iniziale era stato concepito per dare risposta al problema dei padri separati -continua il vescovo D’Ercole-. Poi però la questione era troppo urgente per attendere la fine dei lavori, quindi questa esigenza è stata risolta grazie alla collaborazione col diacono Alberto Fossati. Questo progetto sarà complementare a quell’urgenza. Qui prima vivevano i preti, adesso sarà una casa aperta, perché il Papa ci chiama a questo, a vivere con gli altri. I pellegrini che verranno ad Ascoli potranno trovare qualcuno che li accolga e magari un prete che li ascolti. Adesso mi rivolgo ai miei amici sindaci -prosegue- e a voi dico che che dobbiamo continuare a lavorare insieme per il bene delle comunità. Infine un grazie ai tecnici, alla ditta che ha lavorato e non ha chiesto un euro in più e non ci ha guadagnato. Grazie poi anche ai miei confratelli che hanno capito il senso di questa iniziativa, che è la risposta alla promessa fatta quando sono arrivato ad Ascoli: “Non abbandonerò mai un prete da solo”. Infine voglio darvi un’anticipazione: arriverà ad Ascoli il Cristo di Michelangelo, lo metteremo nel Battistero. E per poterne godere vi chiederemo un piccolo contributo».

«Un’opera che rilancia la città sotto l’aspetto sociale -afferma il neo sindaco ascolano Marco Fioravanti – quindi ringraziamo il Banco BPM e la Diocesi, per questo intevento che ha una grande chiave simbolica e valoriale. Il fatto che sia una casa di accoglienza e che sia accessibile sotto tutti i punti di vista è  segno che questa città e questo territorio debbano ripartire dagli ultimi. Inoltre, questa casa è un segno di serenità per i sacerdoti e per chi può avere bisogno. Grazie, dunque, da parte di tutta l’amministrazione a Giovanni d’Ercole, con l’auspicio di continuare a camminare insieme guardando lontano».
Conclusi gli interventi e consegnate le targhe di ringraziamento a coloro che hanno contribuito alla realizzazione della casa, il cantante Andrea Petrucci ha eseguito il brano scritto a quattro mani con il vescovo e dedicato alle terre colpite dal sisma “(Polvere e sassi nel cuore”), quindi il taglio del nastro e la benedizione dei locali. In chiusura, un aperitivo nei giardini vescovili.

 


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