di Luca Capponi
«Si tratta di un momento importante per il rilancio dell’Acquasantano; ripartire dalle bellezze naturali è un modo per far sì che i nostri territori vivano di turismo e diventino sempre più attrattivi. E’ un modo per cancellare il sisma e per dire che ci sono tante bellezze da ammirare e che se riusciamo a farle fruttare al meglio possiamo avere un futuro migliore». Con queste parole il sindaco Sante Stangoni ha simbolicamente inaugurato il percorso naturalistico de “Lu vurghe” di Santa Maria, recuperato dopo un anno di lavoro nell’ambito del progetto “Generazione”, che ha visto in prima fila la Provincia (c’era il presidente Sergio Fabiani, a raccogliere l’eredità del predecessore Paolo D’Erasmo), il centro Asa Speleoclub capitanato da Giampaolo Filipponi e la cooperativa Idrea di Andrea Mora.
Il sentiero, prima caratterizzato da oblio e rifiuti abbandonati, oggi è divenuto un affascinante tracciato immerso nel verde, da percorrere per arrivare alle spettacolari acque sulfuree ed al tratto di fiume ove ci si può anche bagnare. Un pezzo di storia (qui venivano a ritemprarsi anche gli anticihi romani) e natura restituito alla collettività, che come anticipato dallo stesso Stangoni fa parte di una rete di sentieri che verranno presto riportati in auge come accaduto in questo caso.
Le acque sulfuree amate dagli antichi romani Il sentiero de “Lu vurghe” torna a splendere
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