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L’ex sindaco Guido Castelli:
«La storia dei tre ospedali
nel Piceno è una bugia»  

GROTTAMMARE - Lo ha detto all’assemblea pubblica “No all’ospedale unico” organizzata dal capogruppo dell’opposizione comunale Lorenzo Vesperini. Presente anche il dottor Nicola Baiocchi, presidente dell'associazione “Salviamo il Madonna del Soccorso”
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Gli intervenuti all’assemblea

di Maria Nerina Galiè

Ha creato non poche polemiche negli ultimi giorni l’iniziativa, del capogruppo dell’opposizione comunale di Grottammare Lorenzo Vesperini, di organizzare una pubblica assemblea dal titolo “No all’ospedale unico”. Al suo fianco, il dottor Nicola Baiocchi, ex medico di pronto soccorso e presidente dell’associazione cittadina “Salviamo il Madonna del Soccorso”. Invitato speciale, l’ex sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli. Il momento è cruciale. La Regione Marche, stando alle parole del presidente Luca Ceriscioli, intende accelerare l’iter per la realizzazione dell’ospedale di primo livello nella media vallata, lasciano il ruolo di presidi di base al “Mazzoni” di  Ascoli e al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto. Mentre i sindaci della costa, Pasqualino Piunti di San Benedetto capofila, spingono per due ospedali, a San Benedetto quello di primo livello e ad Ascoli l’altro ma potenziato. 

«Nessun intento politico quando si parla di un tema così centrale per i cittadini», ha esordito Vesperini rispondendo a Fabio Urbinati, capogruppo della maggioranza consiliare nella Regione Marche, che ha criticato la matrice partitica dell’incontro.

«Noi diciamo no al nuovo ospedale perché non sarà altro che una replica del “Madonna del Soccorso”  a 18 chilometri di distanza da quello che già c’è. Perché questo è il presupposto e ve lo dimostrerò con i dati». Così il  dottor Baiocchi ha aperto i lavori munito di slide contenenti numeri, norme e regolamenti tesi ad evidenziare le incongruenze tra questi e gli obiettivi regionali. Ma  anche le differenze di “considerazione” tra il sud delle Marche e il resto della regione. Un lavoro certosino e di spessore quello del medico, che Castelli ha definito una “vera e propria indagine”.

«Era l’ospedale di San Benedetto il centro di primo livello della provincia – ha detto il medico – se non fosse stato vittima di  una “malnutrizione cronica” e di un “cancro mai diagnosticato” che pian piano ne sta determinando la fine. Complice una politica sanitaria regionale che non si attiene nemmeno alle leggi statali che ha pure recepito». Baiocchi ha ripercorso le tappe della legge Balduzzi, poi assunta dalla Regione ed alla base del piano di Area Vasta 2018, che però, secondo il presidente dell’associazione sambenedettese, ha tenuto conto in maniera discutibile, nelle scelte, di elementi  basilari quali il bacino di utenza e ha fatto “figli e figliastri”. Un esempio, perché è impossibile riportare in poche righe  il corposo resoconto di Baiocchi, i 1.000 interventi del reparto oculistica del piccolo ospedale di San Severino, costati alla sanità un milione e 250.000 euro.

Guido Castelli durante il suo intervento

L’INTERVENTO DI CASTELLI – E’ andato diretto al nocciolo della questione Guido Castelli, secondo il quale soltanto i dati possono dare ai cittadini la certezza di quelle che sono le vere esigenze, ma anche mettere in luce le discrepanze delle risposte dei governanti di palazzo Raffaello. «Il problema di San Benedetto – ha iniziato – non è Ascoli. Né viceversa. Il problema di entrambe è Luca Ceriscioli che non sta portando avanti una legittima e razionale riorganizzazione della rete sanitaria marchigiana bensì una mera operazione immobiliare». Poi ancora: «La storia dei tre ospedali è una “bugia”, un mistificazione e un alibi. Uno scenario che materialmente non può realizzarsi perché non ci sono persone, né posti letto né medici. A meno che Ascoli e San Benedetto non diventino un terzo della struttura di San Severino».

Altro elemento su cui ha puntato l’ex sindaco di Ascoli, è stata la qualità, criterio centrale del decreto Balduzzi. «Meno ci danno medici e risorse minore è la qualità. Togliendo qualità si creano le premesse per la chiusura». Per concludere ha ribadito la sua posizione: «Due ospedali, uno di primo livello sulla costa e ad Ascoli l’altro».

Vesperini, soddisfatto per l’esito dell’assemblea e per la partecipazione dei cittadini, ha anticipato che si farà promotore a breve di altre simili iniziative.


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