La versione cinematografica di “Un tram che si chiama desiderio”
di Luca Capponi
In molti di quelli che erano ragazzini nel 1990, ai tempi di “Marlon Brando è sempre lui“, si sono chiesti per anni cosa fosse quel “Hey Stella” che si sente urlato per due volte all’inizio del pezzo di Ligabue. Mistero che per alcuni sarebbe stato definitivamente risolto solo tempo dopo, alla prima visione di “Un tram che si chiama desiderio”. Nel film capolavoro di Elia Kazan, infatti, è proprio Brando a pronunciare la frase alla moglie interpretata da Kim Hunter.
Mariangela D’Abbraccio
L’opera, uscita nelle sale nel 1951 ed oggi considerata tra le migliori di tutti i tempi, è tratta come noto dall’omonimo dramma firmato da Tennessee Williams qualche anno prima, nel 1947, anch’esso considerato pietra angolare nella storia del teatro. Tante le versioni che sono state prodotte, anche in Italia, la prima con Visconti al timone nel ’49.
L’ultima di queste, diretta dal maestro Pier Luigi Pizzi, sarà al Ventidio Basso il 22 e 23 ottobre dopo il debutto assoluto di Pesaro previsto per il 17. Protagonisti della messa in scena, Mariangela D’Abbraccio e Daniele Pecci. Nomi che garantiscono riuscita, per un testo immortale, oscuro, forte, disilluso, attualissimo, ambientato nella New Orleans degli anni ’40 per narrare la storia di Blanche e della sorella Stella, sposata con un uomo rozzo e volgare di origine polacca chiamato Stanley. A completare il cast Angela Ciaburri, Stefano Scandaletti, Gabriele Anagni, Erika Puddu e Massimo Odierna.
Inizio spettacolo ore 20,30, informazioni al numero telefonico 0736.298770.
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