L’interno del Palazzo di Giustizia (Foto Vagnoni)
E’ entrato finalmente nel vivo, dopo una serie di rinvii, il processo per la vicenda dei cibi (carne, olio e mozzarelle) di provenienza estera (Polonia) forniti ai bambini della mensa della scuola di Castorano (leggi l’articolo) in difformità a quanto previsto dal “capitolato” del Comune. I fatti risalgono al 2014, quando intervennero anche Asur e Nas dei Carabinieri, e a processo è finito il legale rappresentante della cooperativa che all’epoca gestiva il servizio mensa accusato di frode nelle pubbliche forniture. Il Comune si è costituito parte civile tramite l’avvocato Alessandro Mariani, mentre l’imputato è difeso da Mauro Gionni.
L’udienza ha avuto il momento topico al momento della testimonianza dell’ex cuoca che fece esplodere il caso denunciando l’arrivo di cibi esteri al posto della carne della macelleria del posto e delle mozzarelle Sabelli. Inoltre ha raccontato di “topi presenti nella cucina nel periodo 2011-2012” e di aver “perso il lavoro a seguito delle denunce e di essere stata costretta ad emigrare in Sardegna per alcuni anni per poter lavorare”. La donna però è stata poi incalzata dalle domande dell’avvocato Gionni secondo cui sarebbe stato compito proprio dell’ex cuoca, in base alle procedure Haccp, rispedire al fornitore e quindi non accettare i cibi non conformi al capitolato come fatto dalla sostituta. Anche se agli atti ci sarebbero dei documenti di trasporto del fornitore delle merci firmati anche dalla sostituita della cuoca.
Secondo la difesa, inoltre, il responsabile della coop non avrebbe saputo dei problemi relativi alla provenienza del cibo in quanto non gli erano giunte comunicazioni in tal senso e quindi non ci sarebbe dolo (e nemmeno colpa) nelle sue azioni. Dopo l’ex cuoca sono state ascoltate anche la sostituita e la responsabile dell’ufficio comunale. L’udienza è stata poi aggiornata al prossimo 9 marzo. C’è grande attesa per la testimonianza dei fornitori e dei militari dell’Arma che condussero le indagini.
rp
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