di Claudio Felicetti
Miasmi insopportabili dal depuratore consortile di Campolungo, il sostituto procuratore Cinzia Piccioni ha disposto il rinvio a giudizio del presidente di Piceno Consind Domenico Procaccini (proprietario dell’impianto), del presidente del consiglio di amministrazione della Picena Depur (gestore) Longino Carducci e dell’amministratore delegato della stessa società Fausto Latini. Il 20 febbraio prossimo l’udienza al Tribunale di Ascoli.
Secondo l’accusa, i tre imputati, ognuno per la carica ricoperta, “con più azioni esecutive… e in tempi diversi” (dal giugno 2017 al dicembre 2018) avrebbero provocato “emissioni gassose nell’ambiente e odori nauseabondi” che avrebbero recato molestia ai residenti di Villa Sant’Antonio, “i quali hanno lamentato nausee e fastidi agli occhi; dette criticità odorigene erano riconducibili alle vasche di equalizzazione, inizio del ciclo depurativo, ove i reflui venivano immessi in attesa delle successive fasi senza che tali vasche fossero state sottoposte a idonea pulizia e chiusura, tanto che la Provincia di Ascoli, con determina del dirigente numero 321 del 6 novembre 2018, disponeva la realizzazione di adeguate coperture dei pozzetti in cui si riversano i reflui dei trattamenti a monte della fase abbattimento fosforo, la chiusura e la pulizia della vasca di equalizzazione Eq2, con mantenimento in funzione della vasca Eq1”.
Tutto era iniziato nella primavera del 2017, quando i residenti di Villa Sant’Antonio e dintorni avevano cominciato ad avvertire ripetutamente, durante la giornata, un puzzo stomachevole proveniente dal depuratore consortile situato a un passo dalla popolosa frazione divisa in due comuni (Castel di Lama e Ascoli) dalla striscia bianca della Salaria. Numerose erano state le segnalazioni all’Arpam e al Comune lamense, ma la situazione era andata via via peggiorando, a tal punto che alcuni attivisti del comitato civico “Aria pulita”, esasperati dall’inerzia e dalle risposte parziali e comunque insoddisfacenti degli enti preposti ai controlli ambientali, tramite il solerte avvocato Anna Laura Luciani, verso la fine del 2017 avevano presentato in Procura una denuncia contro ignoti. La dura protesta del comitato Aria pulita era continuata con assemblee pubbliche, esposizione di lenzuoli sui balconi con la scritta “Stop alla puzza del depuratore” e un sit in di protesta sulle strisce pedonali della Salaria.
I successivi sopralluoghi dei tecnici dell’Arpam avevano tolto ogni dubbio sulla provenienza del fastidioso tanfo, tanto che la sezione Forestale dei Carabinieri, dopo aver svolto indagini e raccolto la documentazione tecnica, aveva trasmesso il fascicolo con le conclusioni alla Procura.
Nel frattempo Piceno Consind dovrebbe aver fatto eseguire le modifiche tecniche espressamente richieste dalla Provincia, al fine di ridurre drasticamente le emissioni puzzolenti dell’impianto, anche se occorrerà attendere gli esiti di un nuovo monitoraggio dell’aria, dopo quello di quasi un anno fa, previsto a chiusura degli interventi di miglioramento.
Visti i notevoli e continui disagi sopportati dai residenti nei 18 mesi accertati di malfunzionamento del depuratore, non è da escludere l’ipotesi che gli attivisti di “Aria pulita” di Villa Sant’Antonio possano costituirsi parte civile, ai fini di un possibile risarcimento danni.
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