Il 2019 chiude con 311 imprese in meno
«Colpa di banche e norme inadeguate»

ASCOLI - A puntare il dito presidente e direttore della Cna commentando i dati poco rassicuranti sulla salute di piccole e medie imprese nel Piceno. Passaretti: «Chiedo scusa ai nostri iscritti perché non riusciamo a cambiare un sistema che non funziona». Balloni: «E’ tutto un paradosso». Reddito di cittadinanza e quota 100: «Si sono rivelati un flop»
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di Maria Nerina Galiè

La piccola e media impresa nel Piceno non gode di buona salute. Lo dicono i dati registrati a fine 2019 dal centro studi della Cna (Confederazione nazionale artigiana) Marche. Ma è ancor più lapidario il commento ai numeri, meno 311 nel corso dell’ultimo anno, di Luigi Passaretti e Francesco Balloni, rispettivamente presidente e direttore di Ascoli, durante la conferenza di fine anno che si è tenuta oggi, 30 dicembre, nella sede ascolana della Camera di Commercio. In più occasioni hanno usato il termine “paradosso” per evidenziare criticità che stanno mettendo in ginocchio l’economia locale.

«La contrazione delle imprese attive è ancor più grave se teniamo conto che nel 2019 ci sono state nuove iscrizioni – ha sottolineato Balloni – evidentemente di molto inferiori a quelle che hanno cessato. Questo è il primo paradosso». La crisi ha caratterizzato in particolare il commercio sia al dettaglio che all’ingrosso (-118 aziende) e le costruzioni (-84). «E’ inutile continuare a girarci intorno – ha esordito Balloni – gran parte della responsabilità è da imputare al sistema creditizio ed a leggi ormai obsolete o inadeguate ai tempi ma anche alle esigenze del Piceno». «Sento il dovere di chiedere scusa ai nostri iscritti – ha rincarato Passaretti – perché nonostante le numerose azioni e manifestazioni che abbiamo promosso, le cose non stanno andando bene».

Poi sono entrati nel dettaglio. «Le banche – ha continuato il direttore della Cna picena – hanno chiuso le linee di credito e non offrono strumenti per gestire in maniera efficace l’incremento di fatturato. Devono invece rendersi conto che il sistema nel nostro territorio poggia su realtà piccole, che hanno tra 1 e 10 dipendenti. Vere eccellenze da tutelare. Il paradosso? Nonostante la mancanza di aiuti da parte degli istituti di credito, le imprese hanno continuato ad investire e ad esportare, con un aumento del 7,5% a fronte della diminuzione del 4,3% delle importazioni. E lo fanno con forze proprie. Quindi ci sono sia la forza che la volontà di andare avanti».

Sono state 8.100 le richieste di sussidio da parte di chi è rimasto senza lavoro (Naspi) nel Piceno nel 2019, contro le 4.000 del 2018. Mentre si sono contate 839 domande di pensionamento con quota 100. «A fronte di quasi mille persone uscite dal mondo del lavoro – sono state le parole di Passaretti – invece di vedere nuove assunzioni sono raddoppiati i disoccupati. Queste forme assistenziali hanno sortito l’unico effetto di pagare i giovani per non lavorare mentre il settore invecchia. Si sono rivelati un flop perché non hanno prodotto l’auspicato ricambio generazionale. Accadrà che i “vecchi” artigiani, stretti dal credito e dalla burocrazia sempre più complicata, non potranno più insegnare  ai giovani i segreti di un mestiere che ci rende grandi e unici nel mondo».


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