Nuove sedi per i Vigili del fuoco
I sindaci piceni e fermani si preparano
a firmare per Comunanza e Servigliano

COMUNANZA - In molti hanno risposto all’invito del coordinamento sindacale Cgil, Cisl, Uil e Confsal dei pompieri di Ascoli e Fermo, partecipando all’incontro nella sala consiliare del paese montano. Rotoni: «Coinvolgeremo tutti i colleghi del territorio». Cesaroni: «Il campanilismo porterà alla distruzione dei servizi delle nostre zone». Il 18 febbraio nuovo sciopero davanti alla Caserma di Fermo
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I sindaci con i rappresentanti del coordinamento sindacale dei Vigili del fuoco

di Maria Nerina Galiè

Dopo i Vigili del fuoco, ad unire le forze per avere i distaccamenti a Comunanza e Servigliano sono stati i sindaci. Quelli del Piceno e del Fermano, non tutti, ma molti. Presenti fisicamente o con delega telefonica affidata ai colleghi, per rispondere all’invito del coordinamento sindacale Cgil, Cisl, Uil e Confsal dei pompieri di Ascoli e Fermo, rappresentato da Massimo Fazzini, Nazzareno Galiè e Lorenzo Carassai, nella sala consiliare del Comune di Comunanza.

I sindacalisti dei pompieri Massimo Fazzini e Nazzareno Galiè

All’incontro di stasera, 11 febbraio, oltre ai sindacalisti e ad Alvaro Cesaroni, primo cittadino del paese ospitante, c’erano Marco Rotoni sindaco di Servigliano, Giuseppe Amici di Palmiano, Marco Fabiani di Monteleone di Fermo, Mauro Ferranti di Montappone, Pietro Cesetti di Magliano di Tenna e il consigliere Maria Chiara Corbelli per Montemonaco. Tutti si sono detti pronti a firmare un documento per appoggiare la richiesta dei pompieri di avere i due nuovi distaccamenti, a coinvolgere nell’iniziativa i colleghi dell’area dei Sibillini e dalle Valtenna e ad inviare il foglio sottoscritto a Ministero e Amministrazione nazionale del Corpo dei Vigili del fuoco. «Chiederemo a tutti di firmare – ha affermato Rotoni – chi poi non sarà d’accordo dovrà spiegarlo ai propri cittadini».

I sindacalisti nel corso della riunione hanno ribadito, con tanto di studio tecnico alla mano, le motivazioni che vedono Comunanza e Servigliano nelle posizioni più adatte per raggiungere tutto il territorio, composto da 27.000 abitanti, da soccorrere negli ormai noti 20 minuti. Così come hanno ricordato che i sindaci di Comunanza e Servigliano hanno messo già a disposizioni gratuitamente idonee strutture dotate di utenze, mentre ad Amandola sono in una sede campale, allestita, pagata e mantenuta dagli stessi Vigili del fuoco.

I sindaci Alvaro Cesaroni (Comunanza), Giuseppe Amici (Palmiano) e Mauro Ferranti (Montappone)

«Non riusciamo a capire – ha detto Carassai – perché ora il sindaco di Amandola manifesta tanto attaccamento nei confronti del presidio che sta nel suo Comune da ben 27 anni e per il quale non ha mai proposto o trovato un edificio consono».

Sono rimasti stupiti, alcuni sindaci, di essere stati investiti solo negli ultimi mesi del problema che era sorto già da tempo e che vedeva al centro la “contesa” del distaccamento tra Amandola e Comunanza.

Non era tra questi Cesaroni che invece ha rimesso sul tavolo un concetto per lui cardine: «Il campanilismo porterà alla distruzione delle nostre zone in termini di servizi. Da subito dopo il terremoto la mia richiesta al Governo che offriva aiuti è stata quella di difendere il lavoro e creare infrastrutture. Dei vantaggi, è ovvio, non avrebbe beneficiato solo Comunanza, ma l’intera area montana. Le mie intenzioni sono ben lontane dal saccheggiare un Comune vicino di qualsivoglia servizio». Ha poi concluso riferendosi alle parole di Adolfo Marinangeli che sull’argomento aveva parlato di «incomprensibili tentativi di saccheggio», Cesaroni

Marco Fabiani sindaco di Monteleone di Fermo e Pietro Cesetti di Magliano di Tenna

«Quello che conta per noi – ha ribadito Fazzini – è servire al meglio la popolazione. Non ci interessano la politica, impegnata a tirare la corda da una parte e dall’altra, e ancor meno i campanilismi. Però adesso siamo al punto di aver bisogno delle istituzioni, perché la nostra richiesta, supportata dai dati, è rimasta non solo inascoltata, ma sepolta in un inspiegabile tentativo di nascondere carte che avvalorano la nostra tesi. Abbiamo saputo solo a settembre che il Ministero aveva espresso parere favorevole allo spostamento di Amandola a Comunanza e che lo stesso aveva dato mandato alla nostra Direzione regionale di avviare la procedura. Ma è rimasto tutto fermo».

«Dobbiamo agire in fretta – hanno incalzato Fazzini, Galiè e Carassai – perché se verrà deciso dalla sede centrale di far rimanere tutto ad Amandola, in via definitiva, non sarà più possibile cambiare le cose. E dovremmo così rinunciare per sempre ad avere due sedi, una aggiuntiva nel Fermano e l’altra nel Piceno».

Anche per questo il prossimo 18 febbraio hanno stabilito un nuovo giorno di sciopero con sit-in stavolta davanti alla Caserma di Fermo. Non si esclude che nella manifestazione, accanto ai pompieri, sfileranno fasce tricolori.

 

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