Condannato l’indiano
che picchiava la moglie
perché voleva un figlio maschio

ASCOLI - I fatti risalgono all'agosto del 2018 quando l'uomo minacciò la moglie e la figlia con un paio di forbici finendo in carcere. Il giudice Claudia Di Valerio ha comminato una pena di un anno e cinque mesi, mentre il pm aveva chiesto 3 anni e 2 mesi
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Un anno e cinque mesi (pena sospesa). E’ stata questa la sentenza emessa oggi al Tribunale di Ascoli dal giudice Claudia Di Valerio nei confronti del cittadino indiano (S.H. le sue iniziali) di 44 anni, residente a Comunanza, accusato di aver picchiato e minacciato con un paio di forbici la moglie e la figlia al termine dell’ennesima lite sfociata poi nell’arresto dell’uomo (leggi l’articolo) nell’agosto 2018.

Un interno del Tribunale di Ascoli (Foto Vagnoni)

Una vicenda che ha avuto anche una serie di risvolti sociali visto che l’intera comunità locale si era stretta intorno alle due donne rimaste senza redditi dopo l’arresto dell’uomo (difeso dagli avvocati Umberto Gramenzi e Silvia Morganti) che, a sua volta, era finito a vivere in un’auto (leggi l’articolo) a causa del divieto di tornare a casa. Il pm Olga Anastasi aveva chiesto una pena ben più dura (3 anni e 2 mesi). Durante il processo la donna, assistita dagli avvocati Laura Tesei e Emiliano Carnevali, aveva raccontato al giudice che le sfuriate violente del marito erano anche dovute al fatto che non era diventato padre di un figlio maschio (leggi l’articolo).

rp


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