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Caos A14, i camionisti pronti alla serrata:
«Situazione indecente che provoca danni»

ASCOLI - La situazione del tratto piceno dell'autostrada all'attenzione dei mass media nazionali. Il segretario nazionale Roberto Galanti (Pmia): «I danni alla economia sono incenti e diverranno irreversibili se non si mette mano, in modo organico, immediato e serio alla soluzione dei sequestri ed ai mancati lavori di ripristino della normalità»
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di Renato Pierantozzi

Caos A14, mentre si attendono la fine dei controlli nelle gallerie (stimata per il 21 luglio), il dissequestro dei viadotti e la conclusione dei lavori (leggi l’articolo), il caso esplode a livello nazionale. Mentre in Liguria sono stati sospesi i pedaggi, dal Piceno arrivano le minacce di serrata da parte dei camionisti alle prese con la “via crucis” quotidiana. Ieri sera è andato in onda il servizio sulla trasmissione “Quarta Repubblica” di Rete 4 e anche oggi sono attesi collegamenti sui Tg Mediaset dove parleranno il segretario nazionale della Pmia, Roberto Galanti e il sindaco sambenedettese Pasqualino Piunti. «I tempi per sistemare la questione c’erano tutti -accusa Galanti riferendosi ai cantieri in corso sull’A14- a partire dal periodo invernale e mesi di lockdown dove era possibile lavorare ininterrottamente anche perché le autostrade erano percorse da pochi utenti (diciamo solo da autotrasportatori), nulla si è fatto se non quello di vedere litigare sul chi aveva la competenza per decidere. Perché allora non si è fatto nulla? Insieme al Presidente ligure Toti, il sindaco di San Benedetto del Tronto Pasqualino Piunti abbiamo, seppur con un tempo limitato, evidenziato, di nuovo, il fatto concreto sui danni provocati dalla incapacità o volontà di gestire la problematica.

I danni alla economia sono incenti e diverranno irreversibili se non si mette mano, in modo organico, immediato e serio alla soluzione dei sequestri ed ai mancati lavori di ripristino della normalità. Nel nostro settore -aggiunge Galanti-, perdere ore di lavoro solo per uscire dal labirinto delle code, provoca danni alla economia delle imprese e prevedibili penali da parte della committenza sui ritardi nelle consegne. Il turismo, ha rimarcato invece Piunti, nella riviera è fortemente penalizzato ed il rischio di proteste “eclatanti”, sono una “eventualità” molto concreta.  Nulla è cambiato da quando il Prefetto di Ascoli Piceno, Rita Stentella, che mi sento di ringraziare per il suo iteressamento, tentò lo scorso anno di mettere tutti, nessuno escluso, seduti ad un tavolo per ipotizzare tempi e soluzioni. Tante promesse, tante chiacchiere a fondo perduto, ma parvenza di risoluzione, ad oggi, pressoché vicine allo zero! A noi poco interessa chi ha torto o ragione, l’importante è che si risolva immediatamente l’inghippo perché nelle discussioni e caos, noi siamo solo parte lesa e di rimando a patire le pene sono l’economia del paese ed i cittadini. Questo folle piano di non interventi, come ha detto anche il Presidente Toti per la Liguria, non solo sta paralizzando le regioni Marche ed Abruzzo, ma sta mettendo seriamente a rischio, per esempio, la sicurezza, con incidenti stradali quotidiani, trasporto medicinali in netto ritardo, mancate consegne, ambulanze che impiegano ore per raggiungere gli ospedali e tanto altro. Tutto questo è inaccettabile e soprattutto inconcepibile».

La pazienza sta finendo. «In questa “battaglia” -aggiunge Galanti-, noi non arretreremo di un millimetro e se necessario saremo pronti, nel rispetto delle norme previste, a scendere in “piazza”. Non accetteremo che l’incapacità (ognuno si prenda la propria quota di responsabilità) altrui comprometta il presente ed futuro delle nostre regioni. Diciamo basta sperando che il problema si risolva da…..“ieri”. L’autotrasporto, le attività turistiche e quelle collegate, non possono permettersi di aspettare altro tempo, quindi caro Governo, datevi una mossa perché mai come questa volta, le attività produttive, dei servizi, ed i cittadini sono uniti. In questo caso -conclude- allora, l’interpretazione del detto machiavellico ha una sua logica: il fine giustifica i mezzi. Aggiungo che i mezzi per raggiungere il fine sono davvero ridotti al lumicino e sono anche pericolosi».


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