Distributore di Castel di Lama,
il Comune pagherà 81.000 euro
Entrano in ballo Finanza e Corte dei Conti

CASTEL DI LAMA - Col riconoscimento del debito fuori bilancio, la cui approvazione è all’ordine del giorno dell'odierno Consiglio comunale, l’Amministrazione verserà la somma alla società “Le Querce” come risarcimento danni per il tardivo rilascio del permesso per realizzare un distributore carburanti in zona Selvette
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di Claudio Felicetti

Con il riconoscimento del debito fuori bilancio, la cui approvazione è all’ordine del giorno del Consiglio comunale di stasera, martedì 7 luglio (ore 21,15), l’Amministrazione comunale potrà formalmente pagare la somma di 81.167 euro alla società “Le Querce” di Gaudenzio Lunerti quale risarcimento danni per il tardivo rilascio del permesso per realizzare un distributore carburanti nella zona Selvette, in via della Liberazione.

Il Municipio di Castel di Lama

Una somma considerevole, per il misero bilancio comunale, ma tutto sommato un esborso minimo rispetto alla richiesta di 760.000 euro avanzata dalla società.

«Abbiamo evitato il dissesto finanziario, che avrebbe condannato la comunità ad anni di duri sacrifici» aveva commentato a caldo il sindaco Mauro Bochicchio, che per l’ultimo giudizio al Tar aveva affidato il patrocinio dell’Ente all’avvocato Anna Laura Luciani. Ma ora tutta la faccenda è sotto la lente di ingrandimento dei giudici della Corte dei Conti, dopo che una settimana fa la Guardia di Finanza ha acquisito tutta la documentazione.

Lunerti, a quanto pare non soddisfatto dell’esito della recente sentenza del Tar Marche sull’entità del danno, potrebbe appellarsi al Consiglio di Stato per avere il resto, con conseguente nuovo esborso per il Comune lamense nel caso del riconoscimento di maggiori danni. Ma non è da escludere neppure una conferma della sentenza del Tar dello scorso dicembre. Di certo, un ipotetico pronunciamento dei giudici del Consiglio di Stato metterebbe la parola fine alla lunghissima battaglia giudiziaria (prima istanza nel 2006, poi riformulata nel 2009) tra Lunerti e il Comune.

Il sindaco Mauro Bochicchio (Foto Vagnoni)

Intanto la Corte dei Conti, alla quale Lunerti già nel 2016 aveva inviato un dettagliatissimo esposto, e a cui il Tar ha trasmesso l’ultima sentenza per quanto di competenza, sta esaminando tutta la documentazione sulla incredibile vicenda, al fine di accertare eventuali danni all’Erario.

Martedì scorso, gli agenti della Guardia di Finanza si sono recati negli uffici comunali e hanno prelevato tutti gli atti amministrativi, tecnici e contabili (compresi i pagamenti relativi alle varie spese processuali e le liquidazioni delle parcelle ai diversi legali), relativi al caso. Facile prevedere che, non appena sarà liquidata la somma a Lunerti (entro il 15 del mese corrente), ci potrebbero essere delle novità dalla Magistratura contabile.

L’ex sindaco Patrizia Rossini

Nel corposo esposto (che segue il rilascio del permesso a costruire datato primo marzo 2016), Lunerti chiede ai giudici della Corte dei Conti di “indagare e verificare le ipotesi di responsabilità e di danno erariale derivate dalla vicenda, individuando e agendo nei confronti di tutti i soggetti responsabili”.

La società infatti ritiene che “l’Amministrazione comunale di Castel di Lama abbia ripetutamente tenuto nel tempo un comportamento altamente negligente nei confronti della controparte, costringendola a continue ed estenuanti azioni giudiziarie”.

Per ottenere l’autorizzazione, infatti, sono stati necessari ben cinque ricorsi al Tar, più altri due per motivi aggiunti, oltre al giudizio del Consiglio di Stato: in totale otto sentenze, che hanno visto il Comune sempre soccombente.

La vicenda era iniziata, e poi deflagrata, nell’era del sindaco Patrizia Rossini (2004-2009 e 2009-2014), la pesante e spinosa eredità era poi toccata al suo successore Francesco Ruggieri (maggio 2014-agosto 2017). Quando sulla poltrona di sindaco si era seduto il commissario prefettizio Giuseppe Dinardo (21 agosto 2017-10 giugno 2018) la frittata era già stata fatta. La patata bollente è poi passata nelle mani dell’attuale sindaco Bochicchio, il quale non ha potuto fare altro che cercare di limitare i danni e trovare le risorse necessarie per liquidare il ricorrente a sentenza avvenuta.

L’ex sindaco Francesco Ruggieri (Foto Vagnoni)

Più volte, nel corso di circa 14 anni, il caso distributore era approdato in Consiglio comunale, scatenando polemiche, accuse reciproche e scontri tra maggioranza e opposizione del momento. Vale la pena leggere la trascrizione fedele della seduta dell’assemblea del 27 marzo 2014 (prima del ricorso dell’Ente al Consiglio di Stato), riportata integralmente nell’esposto di Lunerti, nella quale si discuteva la mozione dell’opposizione presentata dopo l’ultima (di allora) sentenza del Tar che aveva condannato di nuovo il Comune lamense.

L’opposizione chiedeva di prevedere delle somme in bilancio per far fronte all’eventuale pagamento dei danni al ricorrente. Ne esce fuori un dibattito in cui sindaco e maggioranza sostengono singolari tesi giuridiche secondo cui il diritto sacrosanto di un cittadino di ottenere un permesso a realizzare un impianto carburanti, diritto sancito dal quadro normativo e dagli strumenti urbanistici allora vigenti, viene messo sullo stesso piano di una presunta protesta popolare o addirittura di una errata interpretazione sulla destinazione dell’area in questione, peraltro censurata più volte dal Tar.

Ma la soccombenza dell’Ente in tutte le sentenze non era un fatto ininfluente e discutibile perché ora a pagare saranno tutti i cittadini. Sempre che la Corte dei Conti non decida diversamente.

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