«Percorrendo le magiche contrade del Piceno interno, è triste constatare la condizione di abbandono e di sciatta noncuranza in cui versano gran parte dei piccoli borghi, che rendevano un tempo ricchi e vitali questi siti. Esemplare è il caso di Gimigliano».
Un contenitore davanti a una parete della chiesa
Comincia così l’appello di Italia Nostra, inviato tra gli altri al sindaco di Venarotta Fabio Salvi, al vescovo Giovanni D’Ercole e alla Soprintendenza. Al centro, la situazione del piccolo paese un tempo (erano gli anni ’40) al centro anche di un presunto caso di apparizioni divine,
«Mentre è curato con accorta diligenza lo spazio contiguo alla chiesa nuova del borgo, giace nella più completo abbandono lo spazio antitante l’antica Chiesa dei Santi Quirico e Giuditta, che nobilita con la sua elegante presenza l’antico sito -continua Italia Nostra-. E’ da ammirare la discreta facciata della chiesa e l’imponente abside che si eleva su una possente parete rocciosa, per il resto quanta noncuranza e degrado».
«Cosi, dimenticata la scomodità dei sentiero di accesso alla piazza coperto con sconnesse gettate di cemento e deturpato nel punto di partenza da una lastra di metallo, lo spettacolo diventa insostenibile quando, giunti nella piazzetta del borgo, si scorge l’installazione all’ingresso di un’ abitazione adiacente alla facciata della chiesa e di proprietà probabilmente della curia di Ascoli una porta di materiale composito (forse alluminio ed altri elementi non precisabili) -è la prosecuzione-. Visione che appare quasi offensiva quando si constata che non si è trovato di meglio che sistemare delle reti metalliche, resti di probabili antichi letti non più fruibili, o altro materiale incongruo per chiudere due spazi, utilizzati per la custodia di animali, di auto o per probabili coltivazioni».
La porta di alluminio
«Non è sembrato vero, poi, sistemare alla base della elegante antica parete dell’abside della chiesa un antiestetico contenitore come probabile contenitore di acqua -ribadisce Italia Nostra-. Eppure, pur a fronte di queste condizioni di abbandono, il sito mantiene un fascino commovente e forte è il rimpianto di ciò che si potrebbe ottenere in termini di promozione dell’immagine del territorio e dello sviluppo di forme di turismo responsabile».
«E’ augurabile -si legge ancora- che il Comune di Venarotta nel cui territorio è compreso il borgo di Gimigliano si attivi per la pronta eliminazione degli elementi incongrui che ne deturpano il fascino, sistemando i sentieri di accesso alla piazza e magari, se possibile, permetta che si proceda al recupero e messa in sicurezza dei tanti edifici colpiti dalla violenza delle scosse telluriche».
«E’ augurabile -conclude Italia Nostra- che la curia, a quanto sembra proprietaria dell’abitazione contigua alla chiesa, provveda a far eliminare l’incongrua porta sistemata all’ingesso della stessa, a far eliminare il contenitore sistemato inopportunamente alla base della parete dell’abside della chiesa ed inoltre a effettuare accertamenti sulla eventuale presenza di affreschi sulle pareti interne della chiesa, che, da affermazioni assunte sul posto, sembra che un tempo fossero presenti. E che la Soprintendenza, sempre pronta a fornire il suo contributo fondamentale per la tutela del nostro prezioso patrimonio, si attivi per controllare che vengano eliminate prontamente questi elementi disdicevoli che deturpano un sito per altri aspetti incantevole».
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