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Offese social ad Ameli,
l’autore del post si difende

ASCOLI - La replica: «Ero stato spinto a pubblicare un post dai toni forti per denunciare la proposta del gruppo politico del consigliere di creare un ospedale unico generando, conseguentemente, la chiusura del Mazzoni»
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Diffamazione via Facebook (leggi l’articolo), si difende l’autore del commento nei confronti del capogruppo del Pd, Francesco Ameli, finito al centro della vicenda giudiziaria.

«Mi duole moltoafferma l’ascolano finito sotto processo aver letto le dichiarazioni del Capogruppo Pd che solo ora ricorda, in campagna elettorale, del post che lo riguardava nel 2018. La decisione dei lavori socialmente utili è stata una mia scelta, in quanto nel 2018 ero stato spinto a pubblicare un post dai toni forti per denunciare la proposta del gruppo politico dell’Ameli di creare un ospedale unico generando, conseguentemente, la chiusura dell’ospedale Mazzoni di Ascoli.

Una tale soluzione avrebbe causato gravi problematiche all’ assistenza sanitaria nei confronti di mia moglie malata di leucemia».

E ancora: «La decisione dell’Ameli di rendere pubblica la vicenda anziché cercare un confronto diretto – aggiunge – rappresenta l’ennesimo episodio in cui esponenti di rilievo della politica locale abusano della propaganda mediatica per denigrare i singoli cittadini i quali si trovano dinanzi a un confronto impari non avendo strumenti per poter replicare in modo paritario».

«All’inizio della vicenda – aggiunge l’avvocato difensore Saveria Tarquini sono state rifiutate le scuse pubbliche e che ripetutamente l’Ameli si era opposto alla messa alla prova esigendo esclusivamente somme di denaro.

L’avvocato Saveria Tarquini

Era stato proposto, altresì, che la somma di denaro da versare all’Ameli a titolo di risarcimento del danno morale subito fosse donata ad un ente benefico per la lotta contro le leucemie, ma tale richiesta venne rifiutata dalla controparte. La propaganda elettorale deve vertere sui temi che interessano la comunità e non vicende personali, altrimenti avremo una distorsione della campagna elettorale ad uso personale».


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