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Nuova sorgente di Capodacqua,
dieci giorni per avere l’ok al prelievo

ASCOLI - I risultati delle analisi sono attesi entro quattro giorni. Poi toccherà alla conferenza dei servizi dare il via libera alla spillatura di 100 litri al secondo che permetterebbe alla Ciip di revocare le chiusure notturne
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di Renato Pierantozzi

Dieci giorni, entro la fine della prossima settimana, per avere l’0k per “spillare” altra acqua dalla sorgente individuata a Capodacqua di Arquata del Tronto, nei pressi della galleria che collega le Marche con l’Umbria (leggi l’articolo).

Il direttore della Ciip Giovanni Celani

E’ questo l’auspicio che si respira in casa della Ciip spa dopo che questa mattina si sono svolti i prelievi (leggi l’articolo) per analizzare le acque in base a quanto stabilito nelle scorse settimane dal comitato regionale della protezione civile (leggi l’articolo).

I risultati dovrebbero arrivare nel giro di qualche giorno e poi sarà la volta della conferenza dei servizi per il via libera definitivo alla captazione di circa 100 litri al secondo in grado di compensare e quindi annullare le chiusure notturne disposte dall’azienda a fronte della riduzione delle portate delle sorgenti di Pescara del Tronto (quasi azzerata) e Foce di Montemonaco (scesa a 100 l/s).

E’ rimasta al di fuori delle chiusure la città di Ascoli grazie all’impianto di soccorso di Castel Trosino che è stato sfruttato al massimo.

Resiste invece la sorgente di Capodacqua anche se c’è il timore che il nuovo prelievo possa “abbassarla” in una sorta di vaso comunicante. Tuttavia in tempo di profonda crisi idrica tutto fa…acqua soprattutto se ancora una volta non ci sarà una stagione invernale in grado di ricaricare le falde acquifere con nevicate da ottobre fino a marzo.

E’ ormai da quattro anni, infatti, che non piove e nevica in modo abbondante sui Sibillini determinando una situazione quasi unica in Italia visto che gli altri territori, pur in sofferenza, non sono alle prese con una riduzione della risorsa idrica così marcata.

Per il futuro le strade da percorrere sembrano obbligate e vanno dal ricorso agli invasi artificiali (Gerosa e Talvacchia) dove però bisogna realizzare dei potabilizzatori alla ricerca di nuove sorgenti e per finire all’interconnessione con altre reti acquedottistiche (il progetto del cosiddetto “anello dei Sibillini”). In questo caso ci sono già invasi come il lago di Castreccioni di Cingoli dove è già presente un potabilizzatore che al momento lavorerebbe molto al di sotto delle sue potenzialità.

 

 

 


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