Vaccini e pandemia,
farmacisti sempre in trincea

ASCOLI - Il neo segretario dell'Ordine, Ugo Quartaroli: «La difficile situazione costringe spesso la popolazione, anche e spesso con febbre e mal di gola, a rivolgersi al farmacista in prima istanza»
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Farmacisti oggi più che mai in “trincea” per il dilagare dei contagi da Covid-19, la scarsità dei vaccini contro l’influenza per il “mercato libero” e la pressanti richieste di dispositivi di protezione individuale da parte degli utenti.

A fare il punto della situazione ci pensa il neo segretario dell’Ordine dei Farmacisti di Ascoli e Fermo, Ugo Quartaroli.

Dottor Quartaroli come è la situazione relativa alla dotazione dei vaccini anti influenzali dopo l’allarme lanciato nelle scorse settimane? (leggi l’articolo)

Ugo Quartaroli

«Ad oggi solo i medici di base e i pediatri hanno a disposizione il vaccino. La popolazione attiva, giovani e adulti sotto i 60 anni, se non appartengono a categorie a rischio, dovranno aspettare. E’ probabile l’arrivo dei vaccini in farmacia verso la prima metà di novembre ma i numeri non saranno certamente sufficienti a soddisfare le numerose richieste. La situazione non è ancora drammatica, ma bisogna fare in fretta. Quest’anno è possibile che il virus stagionale si diffonda meno grazie alle protezioni individuali, ma la popolazione attiva si deve vaccinare entro la metà di novembre e senza vaccini in farmacia questo è impossibile. Ci aspettiamo uno sforzo in tal senso da parte della Regione che ha già promesso di essersi mossa in tal senso».

Quali sono i dispositivi di protezione individuale dal Coronaviruis più efficaci?

«Igienizzanti e mascherine restano i presidi essenziali per contrastare la diffusione del virus. È importante che i farmacisti si adoperino affinché vengano usati presidi corretti, gel igienizzanti a base di alcool e mascherine giuste. Sia l’Ordine dei Farmacisti di Ascoli e Fermo sia Federfarma si stanno impegnando per evitare che colleghi vendano e pubblicizzino l’uso di mascherine di plastica riutilizzabili che non rispondo alla normativa vigente, dettata dal comitato tecnico scientifico che li ha definiti “non protettivi.”».

Quali sono le richieste maggiori dei cittadini che si recano in farmacia al di là dell’acquisto delle medicine?

«Giornalmente ci vengono richiesti i vaccini influenzali ma ad oggi le notizie di giornali e tv ci portano a dover dare risposte anche su tamponi e sierologici che non competono alla figura del farmacista. Logicamente restiamo a disposizione, in quanto sanitari, ad ogni iniziativa proposta dalle autorità sanitarie locali, sempre nel rispetto della nostra e delle altre professioni e a servizio della popolazione. Certamente questa situazione poteva essere gestita molto meglio e molto prima e il contesto attuale può portare a scelte frettolose, errate e poco sicure».

Come stanno vivendo i farmacisti questa fase delicatissima dal punto di vista sanitaria?

Il vaccino

«Il lavoro in farmacia risulta sempre più difficile. Ciò che ci è richiesto ora prevede uno sforzo maggiore, maggiori responsabilità con pazienti sempre più preoccupati e poco tutelati. La difficile situazione costringe spesso la popolazione, anche e spesso con febbre e mal di gola, a rivolgersi al farmacista in prima istanza a causa del rifiuto di molti medici e pediatri di visitare senza appuntamento o le lunghe, e spesso definite pericolose, code al pronto soccorso».

Secondo lei nei mesi di “tregua” del virus è stato fatto tutto il possibile per evitare il ritorno di fiamma della pandemia?

«Non posso giudicare quali possano essere le misure più corrette da seguire in questo momento, ma di certo quest’ estate si è persa l’ennesima occasione di migliorare e potenziare il Servizio sanitario nazionale. A febbraio eravamo impreparati, oggi non possono esserci scuse, la situazione è davanti agli occhi di tutti. Ad esempio si parla spesso di scuole sicure grazie al distanziamento, ma abbiamo già numerosi casi di pediculosi (presenza di pidocchi, ndr) e questa è un’evidenza innegabile di come sia impossibile far mantenere le distanze ai più giovani».

(articolo pubbliredazionale)


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