di Renato Pierantozzi
Dopo tre sedute in presenza (da luglio a settembre), il Consiglio comunale di Ascoli torna a riunirsi giovedì 5 novembre (ore 15) questa volta a distanza a causa dell’emergenza Covid-19.
L’ordine del giorno è comunque nutrito con due delibere destinate a incidere sullo scenario cittadino.
Torna, dopo il rinvio della scorsa seduta, la delibera sul project financing per la gestione del riscaldamento di 63 immobili comunali (leggi l’articolo) tra palestre, scuole, musei, caserme, farmacie e cimitero.
Si tratta di un’operazione da oltre 10 milioni di euro con il privato che investirà 2 milioni per lavori di riqualificazione e ammodernamento oltre ad ottenere la gestione per 15 anni.
In cambio di questo servizio “all inclusive“, il Comune verserà un canone annuo di 619mila euro.
Si riaffaccia in Consiglio anche la delibera per sbloccare la realizzazione di 27 alloggi di edilizia residenziale pubblica nei pressi dell’ex casa cantoniera Anas in fondo a Monticelli.
Il progetto era inserito nel famoso bando “Contratto di quartiere II” risalente addirittura al 2004 e dopo 16 anni ancora deve vedere la luce tra modifiche progettuali, reperimento dei fondi, gare andate deserte, progettazioni e convenzioni varie.
Un record che merita di essere raccontato per sommi capi, mentre decine di famiglie ascolane sono in attesa da anni per avere un alloggio popolare.
Tutto inizia, come detto, nel 2004 quando il Comune e Iacp (oggi Erap) siglano un accordo per realizzare un edificio da 27 alloggi per un importo di 3 milioni con un programma sperimentale sull’ecosostenibilità da quasi mezzo milione.
Nel 2005 il Comune di Ascoli risulta tra i vincitori del bando nazionale per il Contratto di quartiere II siglando (gennaio 2006) la convezione con Regione e Ministero.
Nel piatto ci sono anche gli alloggi di Monticelli per cui il 9 maggio 2006 il consiglio di amministrazione dell’Erap approva il progetto definitivo realizzato in collaborazione con la Facoltà di Architettura.
Il progetto torna poi in Consiglio comunale (2 luglio 2007) per l’ok.
Passano altri tre anni (siamo a dicembre 2010) quando Comune, Regione e Ministero firmano un nuovo protocollo d’intesa. Partono i lavori? Magari.
Il 24 marzo 2011 il Comune affida all’Erap “la progettazione, l’indizione della gara, la direzione, contabilità e collaudo dei lavori di realizzazione”.
Il 23 luglio 2012 l’Erap indice effettivamente la gara che però va deserta.
Si decide così di rimpinguare la dotazione finanziaria dell’opera con Arengo e Erap che decidono di mettere mano al portafoglio rispettivamente per 832.000 euro e 554.000 euro secondo quanto definito nella conferenza dei servizi del 26 marzo 2014.
La rimodulazione del progetto (che ora ammonta a 4.386.000 euro dagli iniziali 3 milioni) deve però essere approvata dal Ministero e dalla Regione Marche.
Passano altri quattro anni e a fine 2018 (18 dicembre) Comune, Erap e Saad (scuola architettura e design) siglano una nuova convenzione.
Il conto finale sale ancora a causa dell’adeguamento alle normative vigenti, al prezziario regionali e a nuove spese tecniche arrivando a 5,5 milioni dagli iniziali 3 milioni.
L’aumento dei costi impone un nuovo passaggio in Regione, che già si è espressa favorevolmente, e al Ministero delle Infrastrutture (Mit).
Nel frattempo è necessario nominare anche un nuovo responsabile unico del procedimento (Rup) visto che nel frattempo, dopo 16 anni, i precedenti non sono più in servizio in Comune.
La nuova convenzione, ora al vaglio del Consiglio comunale, prevede il reperimento delle risorse aggiuntive a carico dell’Erap che fungerà da stazione appaltante e soggetto attuatore, mentre il Comune metterò disposizione il progetto esecutivo e il finanziamento ministeriale.
Individuato anche il nuovo Rup nella figura dell’ingegnere comunale Maurizio Piccioni.
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