«E’ inaccettabile pensare di continuare a gravare su un unico territorio come la Valle del Bretta, che riceve rifiuti urbani e pericolosi da oltre 40 anni. Riteniamo che le criticità emerse nell’area vadano risanate e che la pianificazione debba tenere conto delle pressioni ambientali complessive che la stessa subisce».
La Valle del Bretta. In mezzo, la discarica Geta
Tornano a farsi sentire i comitati Tutela del Bretta e Ci RiFiutiAmo, da sempre schierati a protezione di zone tanto meravigliose quanto sottoposte da sempre alla mannaia dello smaltimento dei rifiuti (ci sono anche Geta e Relluce), spesso con effetti nefasti sulla natura circostante.
«Chiediamo alle istituzioni e agli enti preposti che fine abbia fatto la richiesta di chiarimento urgente da parte dell’ufficio bonifiche e risanamento del Ministero dell’Ambiente pervenuta agli enti locali nel 2017 e riguardante la necessità di avere un quadro completo rispetto ai potenziali danni ambientali provocati dai numerosi sversamenti di percolato prodotti dalla discarica ex Ipgi» è la domanda.
Percolato dal sito ex Ipgi
«Ricordiamo che lo stato di degrado della discarica in questione, situata nell’alta valle del Bretta ai piedi del Monte Ascensione e a ridosso dei calanchi, ha più volte portato alla fuoriuscita di percolato nel torrente Bretta che confluisce nel Tronto all’altezza di Brecciarolo e che tali episodi sono stati più volte segnalati e documentati anche da noi -continuano i comitati-. Fenomeni culminati con una frana che provocò la fuoriuscita di rifiuti mineralizzati dal corpo discarica, a seguito dei quali venne attuato un intervento di carattere immediato che andò a ripristinare il logorio di una parte della vasca di discarica».
«Recentemente sembra sia in corso una valutazione circa la possibilità di tornare a conferire i rifiuti alla Ipgi per mancanza di impianti di smaltimento provinciali -ribadiscono-. Viene da chiedersi se sia stata effettuata in risposta al Ministero un’indagine volta ad identificare i fenomeni di contaminazione e quale analisi di rischio l’indagine abbia prodotto.
La strada verso Porchiano
«Pressioni ambientali, contaminazioni definite o da definire, dissesto idrogeologico evidenziato anche dal recente innalzamento del livello di rischio per l’abitato di Porchiano, caratterizzano questa porzione di territorio che ospita spettacolari calanchi ed un ricco patrimonio di biodiversità -vanno avanti i comitati-. Si ragiona quindi su come riaprire una discarica alla ex Ipgi mentre noi chiediamo agli organi competenti maggiore trasparenza e risposte immediate».
«Ribadiamo infine che gli enti preposti alla pianificazione d’ambito non sono ancora riusciti ad identificare siti idonei allo smaltimento dei rifiuti prodotti da tutti i comuni della provincia -è la conclusione-. Quello che chiediamo è un atto di responsabilità reciproca delle amministrazioni per l’individuazione di nuove aree idonee ad una discarica di servizio di tutto il bacino piceno. Riteniamo che qualora ci fossero inadempienze amministrative o di terzi, debbano emergere le responsabilità specifiche rispetto all’immobilismo che nel corso degli anni è stato riscontrato sulla Ipgi».
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