di Andrea Ferretti
Federico Coppitelli ex Imolese e Torino Primavera che sembrava dovesse arrivare questa estate, Luigi Di Biagio ex C.T. della Nazionale e lo scorso anno retrocesso dalla A con la Spal (pure un ex perchè chiuse in bianconero la carriera di calciatore), un suggestivo (ma perchè poi suggestivo?) Delio Rossi ex di tante squadre di B e di A ormai definitivamente uscito dal grande giro, Davide Dionigi ancora sotto contratto. E mettiamoci pure un Bepi Pillon buono per tutte le stagioni.
Sono i nomi che circolano per la sostituzione di Bertotto il quale, insieme al suo staff, ha comunque ripreso a lavorare al “Picchio Village” in attesa che qualcuno si avvicini al campo (magari gli telefoneranno) per dirgli di fare le valige e passare ai saluti.
E’ questa la situazione in casa Ascoli dopo il deludente e fortunoso 1-1 con l’Entella, quinto punto di un campionato iniziato come in pochi s’aspettavano, con 4 sconfitte in 7 partite solo perchè non s’è giocato a Pisa altrimenti forse parlavamo di 5 sconfitte. Poi 2 pareggi (prima di quello con l’Entella fu ottimo e ricco di speranze quello di Brescia all’esordio) e una vittoria a dir poco rocambolesca in casa con la Reggiana.
Bertotto era una scommessa e Pulcinelli e i suoi collaboratori-consiglieri (in primis il dg Ducci) l’hanno persa. Anche Dionigi era una scommessa e Pulcinelli e i suoi collaboratori-consiglieri (a quel tempo c’era solo il ds Bifulco, ora abbastanza nell’ombra) la vinsero.
Ma dopo una querelle, inutile e dannosa, questa estate l’imprevedibile divorzio con Dionigi che pure aveva fatto molto bene riuscendo a far giocare (e salvarsi) una squadra sconquassata dopo essere stata costruita con Zanetti, affidata poi a meteora-Stellone, passata quindi a super scommessa Abascal. Storie quasi difficili da raccontare.
L’allenatore paga per tutti, funziona così da sempre. L’Ascoli e Pulcinelli & Co. non sono, e non possono essere, un’eccezione.
Sarebbe piuttosto da chiedersi perchè nella lunga lista di calciatori ingaggiati non abbia mai figurato un attaccante degno di questo nome. Dai tempi di Cacia, Orsolini, Favilli, Scamacca e Ardemagni sembrano essere trascorsi anni luce, ma non è così. Attaccanti che, anche con una gamba sola, assicuravano una decina di gol e qualche partita te la facevano vincere, anche da soli.
Che il problema di questo Ascoli sia il gol lo dicono i fatti: 4 reti segnate di cui due sole su azione (Cavion a Brescia e Baijc alla Reggiana) e due calci piazzati di Sabiri: rigore alla Reggiana e punizione all’Entella grazie alla papera del portiere avversario.
Il mea culpa della società va recitato quindi non solo sul fronte allenatore, ma anche sull’allestimento di una squadra affidata – appena tre mesi fa – a Bertotto che la B non l’aveva mai praticata.
Che poi il tecnico cin abbia messo del suo, anche questo è evidente. Inspiegabili, ad esempio, le scelte di Cangiano punta centrale; di Gerbo (prima) e Cavion (dopo) antiche ali destre, loro che il meglio lo danno in mezzo al campo; di Sabiri evidentemente incatenato in un centrocampo a cinque.
Ascoli-Entella 1-1, i bianconeri non convincono e si salvano con un incredibile colpo di fortuna
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