Miss Italia 2020,
Lea Calvaresi non ce l’ha fatta

BELLEZZE - La finale in diretta streaming non ha portato fortuna alla Miss Marche di Grottammare. La biondissima istruttrice di zumba ignorata dalla pseudo giuria di questa edizione sfregiata dal covid e vinta da Miss Roma Martina Sambucini. Lea: «Poteva vincere una sola, le faccio i complimenti, sono contenta e  mi tengo stretto il titolo regionale»
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di Walter Luzi

Miss Italia 2020. Vince miss Roma. Martina Sambucini. Una fra tante. Lea Calvaresi, la “nostra” Lea di Grottammare, resta nel gruppone delle miss regionali fuori dal podio. Lì ci salgono quelle che non ti aspetteresti mai. Capita spesso in questo mondo fatato. La biondissima istruttrice di zumba sambenedettese è stata ignorata, come miss Puglia e miss Sicilia, dalla pseudo-giuria designata per questa edizione di emergenza del concorso sfregiata dal covid.

La finale in diretta streaming

Le prime deluse dal verdetto sono loro tre. Fa parte della favola. E dei misteri gloriosi di tutti i concorsi di bellezza. Game over. Si torna a casa. «Va bene così – commenta a caldo Lea – una sola poteva vincere e sono contenta per lei. Lo merita, e le faccio i miei complimenti. Io sono contenta di come è andata. Il titolo regionale me lo tengo stretto comunque, e ho tanto altro nella vita. La mia famiglia, il mio compagno, le mie allieve che mi seguono sempre, e sono felice di poter tornare da loro. Poi nella vita non si sa mai…».

E si sente che sorride. Come sempre. Il national casting di Miss Italia 2020 è stata una via di mezzo fra un colloquio di lavoro e una interrogazione d’esame. Una tristezza. Il parterre degli esaminatori è variegato e opportunamente distanziato. Bandito il televoto dopo un trentennio, stavolta decidono loro. Accanto al bel presidente Paolo Conticini ci sono la criminologa onnipresente Roberta Bruzzone, l’ex Miss Italia 1999 Manila Nazzaro, la fotografa Tiziana Luxardo, il chirurgo estetico Raoul D’Alessio e la psicoterapeuta Maddalena Cialdella. Più in là la patron Patrizia Mirigliani che ha un sorriso materno per ogni concorrente.

Lea al centro del palco

Il fondale, completamente nero, alle loro spalle, conferisce un aspetto sinistro a questa sorta di distratto plotone di esecuzione. Sfilano le ventitre finaliste sullo spoglio palcoscenico. Nella piazzetta di un qualsiasi paesino, per una selezione provinciale, avrebbero fatto di molto meglio. Alessandro Greco fa miracoli per conferire verve alla pur brevissima serata. Non lo conforta nell’opera la co-conduttrice Margherita Praticò in perfetto look Adams. Le ragazze si presentano nella stessa divisa da collegiali anni Sessanta. Gonne larghe a fantasia castigate, e camicette annodate alla vita, sono come grandi mascherine per i corpi. Ci si chiede perché si è rinunciato al tradizionale body. Forse era imposto anche questo dall’ultimo Dpcm?

Le gambe, il fisico, non contano più nulla? Parlano di studi, lavori, affetti. E aspirazioni. Quelle di sempre. Più o meno velleitarie. La maggioranza si sente “solare”, qualcuna fa la brillantona, qualcun’altra è decisamente moscia. I dialetti che affiorano qua e là sono un valore aggiunto. Una è sposata. Un’altra ha due figli. Ma non c’è il volto che “spacca”, o il sorriso che ti fa sobbalzare sulla sedia. E le più ammirate, come detto, finiranno fuori dal podio. Lea parla dei suoi trascorsi nella danza classica, del suo lavoro di istruttrice di zumba.

Gli pseudo giurati non fanno neanche finta di essere curiosi, né attenti. Qualcuno continua, anzi, imperterrito e cafone, a digitare messaggi, evidentemente irrimandabili, sul proprio telefonino. Una pena. Greco sollecita loro domande per le concorrenti, che arrivano raramente. Ci deve mettere molte pezze lui, per “approfondire” la conoscenza con le miss. Poi il breve ritiro in camera di consiglio per stilare il verdetto. Si inganna l’attesa con due bellissimi giovani dagli occhi di ghiaccio. Il modello indiano-brasiliano Akash Kumar, e l’ex tronista di Uomini&Donne Giovanna Abate, che ora fa l’influencer famosa. Finalmente un bel guardare. Per tutti.

La Mirigliani ringrazia la Regione Lazio, rappresentata dall’assessore Bruno Astorre, per aver portato Miss Italia a Roma per la prima volta. Poi il verdetto. Che fa felice, come sempre, una sola. Le ragazze che posano con la mascherina in Piazza di Spagna 2020 diventeranno una foto simbolo negli annali di Miss Italia. Auguriamoci che sia anche l’ultima. Per liberarci, definitivamente, dal Covid. E per tornare a dare il lustro che merita al concorso di bellezza più amato, dopo una special edition da dimenticare.

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