Domenico Guzzini, presidente Confindustria Macerata
«Sono parole inammissibili quelle espresse da Domenico Guzzini, durante l’evento in streaming “Made For Italy per la moda”, inaccettabili da chiunque ma se dette dal presidente di Confindustria di Macerata, assumono un aspetto ancor più terrificante perché pronunciate in un contesto pubblico e alla presenza del presidente della Regione, Francesco Acquaroli e Sandro Parcaroli, sindaco di Macerata» dicono i sindacati Cigl, Cisl e Uil Macerata.
La frase a cui si riferiscono è quella pronunciata dal presidente di Confindustria, “Le persone sono stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori. Bisogna riaprire: anche se qualcuno morirà, pazienza“, e per cui Guzzini si è scusato, ammettendo lo sbaglio e spiegando che quelle parole non rappresentano il suo pensiero. Una frase che però sta continuando a suscitare tante reazioni.
«La naturalezza con cui ha proferito questa mostruosità – aggiungono i sindacati – fa nascere il sospetto che questo pensiero sia, in certi ambienti, comune e condiviso e sveli la vera natura delle logiche che muovono certa imprenditoria. Parole che denotano l’assoluta mancanza di umanità e doveroso rispetto per il dolore delle numerose famiglie che anche in questi giorni piangono la perdita di persone care. Nelle Marche sono decedute a causa del Covid, 1.428 donne e uomini e ben 65.011 sono i morti a livello nazionale che pongono l’Italia al primo posto in Europa per numero di decessi. Esigiamo una presa di distanze della Confindustria e soprattutto dal Presidente della Regione e dal sindaco di Macerata che non hanno proferito parola durante l’evento ma che sono i rappresentanti di quei cittadini così disprezzati da simili affermazioni. La tutela della salute e della sicurezza è l’esigenza primaria sia per lavoratori che per cittadini, garantirne la massima attuazione dentro e fuori i luoghi di lavoro, dovrebbe essere una priorità per tutti».
Anna Casini
L’ex vicepresidente Anna Casini, attuale consigliere regionale del Partito Democratico: «Sono basita dalle dichiarazioni di Guzzini e spero che provveda al più presto a chiedere scusa (cosa che il presidente di Confindustria ha poi fatto, ndr) a tutte le centinaia di migliaia di parenti di persone morte di Covid e a tutti coloro che ogni giorno sono in prima linea negli ospedali e sul territorio. Sono stanca di ascoltare dichiarazioni superficiali, offensive e che non portano alcuna soluzione della grave crisi. È vero, ci sono molti problemi che devono essere risolti ma sono certa che le gravissime esternazioni del Guzzini non possono rappresentare il sentire degli iscritti a Confindustria e mi auguro pertanto che i vertici nazionali chiedano le dimissioni di chi ha messo in imbarazzo non solo l’associazione ma l’intera regione».
Il professor Roberto Mancini
Interviene anche il movimento Dipende da Noi, che alle ultime regionali aveva candidato il prof Roberto Mancini.
«Non possiamo, e non vogliamo, sorvolare sulla gravità di certe esternazioni, che ben descrivono una tendenza preoccupante e raramente messa sotto accusa con la giusta durezza – dicono – Che il profitto e l’economia di mercato vengano prima della salute, della democrazia e della giustizia è un principio cardine del neoliberismo – e del capitalismo tutto, a studiare un po’ di storia. Crediamo che questo sbilanciamento vada curato».
«È indispensabile ribadire, oggi più che mai, che la produttività e il consumo possono avere un senso (fra l’altro tutto da ridefinire) solo se sono messi al servizio di un progetto di convivenza armonico, che anteponga gli equilibri sociali e naturali alla sete di potere, alla passione per il denaro che si accumula, allo sfruttamento e alla competizione ” tutti contro tutti” -è la prosecuzione-. Nessuna vita è inutile, perché il suo valore eccede ampiamente la logica dello scambio che comanda una società ridotta ormai a mercato. Nessuna vita deve essere resa precaria ed esposta a pericoli e minacce che si potrebbero attenuare e risolvere mediante un impiego diverso della ricchezza socialmente prodotta e attraverso una politica restituita al suo vero ruolo. Dipende da Noi non solo prende le distanze da quanto espresso da Guzzini, ma invita anche a riflettere sul livello etico di una classe dirigente che dovrebbe prendere parte con saggezza alla transizione ecologica che ci aspetta, ma continua a ragionare in modo tristemente padronale. Molto deve cambiare d’ora in poi. Per invertire la marcia servono cittadini informati, sensibili e combattivi, pronti a costruire un’alternativa credibile all’odierno modello di sviluppo e ai suoi imbarazzanti delegati».
Michele Verolo
Si unisce al coro di indignazione anche Sinistra italiana. «Il presidente di Confindustria Macerata dice una cosa giusta: la pandemia ci fa tristemente compagnia oramai da quasi un anno – esordiscono Michele Verolo e Serena Cavalletti, del coordinamento di Macerata – Tutte e tutti noi siamo stanchi di questa situazione e l’auspicio è che la somministrazione del vaccino possa essere l’inizio di una risalita verso una normalità da riscrivere su parametri di sostenibilità».
«Lascia, invece, senza parole la seconda parte del suo discorso: il cinismo con cui vengono auspicate nuove ed ulteriori riaperture, sacrificando con leggerezza ed inevitabilità altre vite umane, offende le persone morte in questi mesi -continua-. È una grave mancanza di rispetto nei confronti di chi non ha potuto piangere la morte dei loro cari e verso il personale sanitario che è in prima linea contro la pandemia: troppe risorse, negli anni precedenti, sono state dirottate alla sanità privata, ma ora dobbiamo ringraziare il Servizio Sanitario Nazionale e restituirgli, anche dal punto di vista economico e finanziario, la centralità che merita. Abbiamo tanta nostalgia degli abbracci ai nostri amici ed ai nostri parenti. Ci manca la scuola in presenza, che mai può essere rimpiazzata dalla tecnologia. Ma la nostra salute viene prima di tutto, anche prima del profitto di pochi. Ci chiediamo, infine, quali siano le posizioni del sindaco di Macerata e del presidente della Regione Marche: entrambi erano presenti all’iniziativa organizzata da Confindustria; nessuno dei due – concludono – ha ancora commentato queste parole dalle quali ci aspettiamo una netta presa di distanza, anche con provvedimenti che tutelino la salute di tutte e tutti noi».
I senatori Sergio Romagnoli e Giorgio Fede del M5S
Parole di condanna infine anche dai senatori pentastellati Giorgio Fede e Sergio Romagnoli. «Doverose scuse del presidente di Confindustria Macerata Domenico Guzzini, «molto addolorato» dopo le frasi sui morti per Covid – dicono – in questo momento più che mai sono necessari equilibrio e senso di responsabilità, spirito di comunità e non egoismi di parte. Il presidente di Confindustria Macerata Guzzini si è probabilmente lasciato sopraffare da quell’insofferenza e da quella mancanza di lucidità che in questo grave momento, purtroppo, sembra cogliere troppi rappresentanti delle istituzioni, quando non riescono ad esprimersi con la cautela necessaria come mai in questa situazione, sbagliando contenuti e modi delle dichiarazioni».
«È più che comprensibile a tutti la difficoltà economica che in particolare le partite Iva stanno subendo come conseguenza della pandemia globale -vanno avanti i pentastellati-. Tuttavia il rispetto e la tutela della salute sono e restano il primo obiettivo di uno Stato solidale come il nostro, che deve assolvere agli obblighi costituzionali previsti dal nostro ordinamento. L’articolo 32 della Costituzione indica che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Questo aspetto deve certamente essere bilanciato col miglior supporto possibile al mondo delle imprese. Ma va detto anche che, per esempio, le misure di contenimento della pandemia dei primi tempi hanno garantito la tutela degli interessi degli imprenditori turistici marchigiani durante la stagione estiva, in cui hanno potuto lavorare proprio grazie alle misure adottate dal Governo nei mesi precedenti».
«Le scuse del presidente di Confindustria Macerata sono benvenute – aggiungono – ma è auspicabile un deciso cambiamento in tutto il quadro istituzionale del Paese, abbiamo bisogno di essere comunità, uniti e solidali, di remare tutti nella stessa direzione mettendo da parte gli interessi egoistici ed evitando le facili frasi ad effetto che soffiano sul fuoco della sofferenza dei milioni di cittadini che in questa situazione senza precedenti sono in grandi difficoltà fisiche, economiche e psicologiche. E purtroppo di esempi del genere, con un uso strumentale della comunicazione per inseguire un facile consenso, ne abbiamo fin troppi, anche ora, nel periodo più grave che il nostro Paese sta vivendo dal dopoguerra. A dirla tutta – concludono – da un rappresentate di Confindustria avremmo gradito per una volta un richiamo all’onestà e al rigore, dopo i decenni di sprechi e ruberie che ci hanno resi deboli ed non adeguatamente preparati per questi giorni, dopo che troppo spesso associazioni di categoria e una certa politica sono andate a braccetto per curare interessi personali, restando sorde e mute rispetto al degrado economico, produttivo, sanitario e sociale della nostra Italia».
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