Irene Cappelletti
di Laura Boccanera
Incinta alla 31esima settimana, senza più una casa e bloccata a Londra da sola: «fatemi tornare in Italia». E’ l’appello che rivolge Irene Cappelletti una 33enne di Civitanova, da 8 anni residente nella periferia di Londra per lavoro.
Il 2020 per lei ha portato grossi cambiamenti: il primo in assoluto la scoperta di essere incinta e di aspettare un bambino, il suo primo figlio. Ma anche un piccolo terremoto lavorativo dal momento che suo marito, un ingegnere gestionale, ha perso il lavoro a causa del Covid ed è dovuto andare a lavorare in Germania. E così in vista del trasferimento della famiglia in Germania, la giovane pensava di chiudere il capitolo con la Gran Bretagna e di tornare a casa, a Civitanova dove vivono i suoi genitori.
«Me l’ero immaginato tutto diverso – racconta al telefono a Cronache Maceratesi, Irene – avevo prenotato il volo per il 21 dicembre con la British Airways su Bologna. Avevo scelto proprio la compagnia di bandiera locale per non incorrere in sorprese e fatto il tampone a pagamento, che qui costa 100 sterline prima della partenza. Poi, il giorno prima, il mio volo è stato cancellato. Non c’è possibilità di riprogrammarlo e non è possibile neanche tentare una triangolazione su altri Paesi. Oltretutto sarebbe rischioso e vorrei evitare di ritrovarmi da sola in un Paese straniero senza possibilità di tornare a casa da nessuna parte».
L’aeroporto di Londra Stansted
Domenica il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza per sospendere i voli provenienti dal Regno Unito e vietare l’ingresso in Italia a chi è passato dal paese negli ultimi 14 giorni, per prevenire la diffusione di una nuova variante del Covid, diventata comune in Inghilterra. E così che sono stati bloccati i voli in entrata dal Regno Unito. E ora la difficoltà maggiore sta proprio nel fatto che Cappelletti è sola: non ha più casa a Londra, dal momento che ha riconsegnato le chiavi e disdetto il contratto, spedito tutte le sue cose in Italia e in Germania prima della partenza che doveva essere quella definitiva per il trasloco. E ora usufruisce dell’ospitalità di alcuni amici: «Se chiami l’Ambasciata al telefono non risponde e l’unico modo per mettersi in contatto è inviare una mail che risponde con un messaggio automatico nel quale si dice che viene dato un aiuto economico se occorre un alloggio di fortuna. Non è il mio caso, ma sono sola, incinta e neanche mio marito dalla Germania può raggiungermi dal momento che anche il canale de La Manica è stato chiuso. Volevo partorire in Italia, sono alla mia prima gravidanza e sono un po’ preoccupata per la gestione di tutto.
Sarei disposta anche ad osservare una quarantena di 15 giorni in Italia da qualche parte, ma che almeno si trovi una soluzione».
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