Covid e infortuni sul lavoro
«Oltre il 70% delle denunce
ha riguardato le donne»

IL REPORT di Guido Bianchini punta i riflettori sui dati relativi al mondo del lavoro al femminile, nel 2020 e nel primo mese del 2021. L'esperto della Uil, in occasione dell'8 marzo ha anche analizzato i risvolti della pandemia nel settore occupazionale e sociale. «Esacerbata la disuguaglianza di genere»
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Infortuni, occupazione, violenze, disabilità, parità retributive: temi che tornano a galla, ogni anno, in occasione della Festa della donna, 8 marzo, per ribadire i problemi che ancora oggi le lavoratrici, più che i lavoratori, devono affrontare.

Ed è su questo che Guido Bianchini, della Uil di Ascoli, punta i riflettori nel consueto report sugli infortuni sul lavoro.

«Occorre richiamare l’attenzione sul mondo del lavoro femminile e sulla tutela prevista per le donne che s’infortunano a causa dell’attività lavorativa o rimangono permanentemente invalide per aver contratto una malattia professionale e per quelle che restano vedove a causa di un infortunio mortale del coniuge.

Oltre alle statistiche sul fenomeno degli infortuni al femminile ci sono altri aspetti.

Oggi le donne sono utilizzate anche in settori lavorativi ad alto rischio d’infortuni che, fino a ieri, prevedevano esclusivamente l’impegno di uomini.

In caso d’infortunio ci sono effetti socio psicologici, difficile il recupero dell’autostima che condiziona l’incapacità di ricostruire una serena vita affettiva familiare, sociale e lavorativa.

Nonostante il blocco dei licenziamenti per contrastare l’emergenza occupazionale l’Istat dichiara che a dicembre 2020 l’occupazione è tornata a diminuire (-0,4% su novembre, pari a -101mila unità).

La diminuzione riguarda soprattutto le donne poiché su 101 mila lavoratori che hanno perso il lavoro, ben 99mila sono donne.

Nella provincia picena su 11.005 iscritti, al Centro per l’Impiego, 6.099 sono donne e di queste 5.662 hanno un’anzianità d’iscrizione superiore a 12 mesi.

Il Covid-19, ha e sta continuando ad avere, un impatto devastante sul mondo del lavoro, specie sulle donne lavoratrici, esacerbando la disuguaglianza di genere. Forti sono le difficoltà nel coniugare responsabilità familiari e professionali.

Il lavoro di cura delle donne, in casa, non ha retribuzione, non è utile alla pensione. In questa emergenza sanitaria sono le più penalizzate.

Uno dei settori più colpiti dalla crisi è stato quello dell’ospitalità dove si concentra il 40% del totale dell’occupazione femminile.

Le stesse modalità dello smart working, delle lavoratrici, sia nel pubblico, sia nel privato, spesso penalizzano le donne che sono progressivamente emarginate.

Le azioni sul Recovery Fund insieme alle nuove norme previste dalla legge di bilancio sulla decontribuzione sono pertanto importanti opportunità».

I DATI – Nella Regione Marche, nel 2020, si sono registrate 15.714 denunce d’infortunio sul lavoro contro le 19.011 del 2019 (-3.297 casi).

Gli infortuni della manodopera femminile incidono per il 39,39% sul totale: 6.189 casi con un calo di 383 denunce. In itinere ce ne sono 910 (su 1.349 nell’anno 2020).

Le fasce d’età maggiormente interessate sono quelle comprese tra 39 e 54 anni

Le cause: 30% da scivolamento e caduta, 37% sforzo fisico con lesione interna o esterna, 8% fratture, 4,5% violenze; 1,5% esplosione, incendio.

Il  2.04% di questi infortuni sono stati denunciati nella gestione industria e servizi, 1,3% dall’agricoltura e 1,7% per conto dello Stato.

I Settori interessati sono agricoltura, alimentare, carta, gomma plastica, prodotti di metallo, macchinari, mobili, trasporto magazzini, costruzioni, commercio ingrosso, ristorazione, sanità.

Nella provincia picena, lo scorso anno, 747 sono stati gli infortuni sul lavoro di donne.

Delle 46 morti bianche a livello regionale nel 2020, 6 sono donne (erano 2 l’anno precedente).

Provengono dalla gestione industria e servizi, dall’agricoltura e per conto dello Stato e prevalentemente italiane tutte collocate nella fascia di età over 40.

Nello scorso anno si sono registrate, nella regione Marche, 4.895 malattie professionali contro le 6.077 dell’anno precedente (-1.182).

Quelle delle donne sono state 1.463 ovvero il 29,89% del totale: 1.269 sono dell’industria e servizi; 173 agricoltura e 21 per conto dello Stato.

Le lavoratrici italiane coinvolte sono state 1.312, 63 di lavoratrici di provenienza di paesi Unione Europea e 88 extra Europa.

Nella provincia di Ascoli Piceno sono state 558 (38.14% del totale con una diminuzione in v.a. di 26 denunce) contro le 759 dell’anno 2019.

Le principali patologie denunciate sono state tumori, sistema nervoso, orecchio, sistema osteo muscolare al tessuto connettivo, sistema respiratorio.

DENUNCE PER COVID – Circa le denunce d’infortunio sul lavoro da Covid-19 presentate all’Inail (periodo gennaio 2020 – 31 gennaio 2020), sempre nella regione Marche, sono state 3.501 pari al 2.4% del dato nazionale di cui 12 con esito mortale (2.6%).

Di queste 2.492 (71.2%) sono di donne.

Nella provincia ascolana ne sono state denunciate 148.

MALATTIE PROFESSIONALI – Nel mese di gennaio di quest’anno nelle Marche sono state denunciate 335 malattie professionali, 55 nella provincia di Ascoli, di cui 104 di donne e 1.397 infortuni, 124 nel Piceno, di cui 709 di donne.

FEMMINICIDI – «Il 2020 – afferma Bianchini – è stato l’anno peggiore per i femminicidi. Una donna uccisa ogni tre giorni. La ricorrenza di oggi induce a riflettere su un fenomeno che purtroppo non smette di essere un’emergenza pubblica.

Il recente trattato internazionale dell’Ilo sulla violenza e le molestie di genere mostra un evidente incremento di chiamate ai centri antiviolenza durante il periodo di lockdown».

PENSIONI – Il nuovo rapporto di Itinerari Previdenziali evidenzia come il numero degli assegni delle donne siano bassi. In molti casi è una situazione critica.

CONCLUSIONI – «Nel 2019 le donne hanno rappresentato il 51,9% dei pensionati, ma il loro reddito pensionistico medio è di 15,587 euro contro i 21.906 euro degli uomini.

A conferma che le differenze di genere presenti sul mercato del lavoro hanno un pesante impatto anche quando arriva il momento di ottenere l’agognato assegno pensionistico da parte dell’Inps.

Quindi concludendo è un dovere di tutti tentare di migliorare concretamente la situazione».


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