Da quartiere ascolano a… tesi di laurea con appello finale alle istituzioni locali.
Via Sassari “cuore” delle Tofare
Al centro dello studio è finito il caso del rione delle Tofare grazie al lavoro dell’avvocato ascolano Francesco Paoletti, impegnato nel conseguimento del titolo post lauream alla scuola di specializzazione in “Diritto sindacale, del lavoro e della previdenza” dell’Università di Macerata.
E così Paoletti ha approfondito, in particolare, il tema del diritto alla casa, “da diritto sociale a fonte di nuova diseguaglianza”.
E sulle peculiarità delle Tofare, l’avvocato si rivolge direttamente alle istituzioni affinché siano preservate.
«Il quartiere -afferma Paoletti- è il più importante intervento di edilizia popolare realizzato ad Ascoli Piceno, costruito secondo il piano INA-Casa e progettato dall’architetto Luigi Pellegrin e Ciro Cicconcelli.
Costruito secondo i criteri del “villaggio giardino” dove gli spazi verdi sono predominanti e le residenze caratterizzate da una tipologia e distribuzione articolata.
Le costanti che ricorrono nell’organizzazione spaziale sono dei setti triangolari che fuoriescono dalle facciate continue e una cura nel dettaglio costruttivo con l’uso del mattone a vista e ad incastro.
Il complesso residenziale è stato realizzato nel secondo Novecento ed esprime un’architettura moderna, di eccellenza integrato con scuole e asili e rappresenta un’episodio raro nella nostra regione e nella città di Ascoli.
Francesco Paoletti
Tant’è che l’opera proprio per queste singolarità è stata selezionata dal Ministero della Cultura e dalla Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane a livello nazionale nel Censimento delle architetture di rilevante interesse storico artistico dal 1945 ad oggi.
Purtroppo alcuni degli edifici del complesso sono stati danneggiati dagli eventi sismici del 2016 e gli interventi di riparazione previsti sconvolgerebbero un quartiere di indiscusso valore architettonico, sfigurandone in maniera irreversibile l’integrità.
Scelte progettuali che invece di esaltare la qualità con il recupero e la valorizzazione del costruito farebbero perdere identità e carattere rincorrendo tecniche nuove, “appiccicando” un cappotto su di un fabbricato che con forme geometriche inusuali e con l’uso del mattone lo hanno reso di qualità.
Questi caratteri peculiari vanno preservati e salvaguardati e la Regione ed il Comune nell’esercizio delle proprie competenze in materia di governo del territorio, di valorizzazione dei beni culturali dovrebbero promuovere il complesso residenziale come esempio significativo di architettura moderna e contemporanea, tutelandolo tra gli edifici di carattere documentale e rappresentativo della casa popolare.
Un quartiere dimenticato e nell’indifferenza comunale -conclude Paoletti- che invece di prevederne e promuovere la conoscenza sottopone l’intero complesso alla deturpazione.
Un’architettura d’autore che porta la firma dell’esordiente architetto Luigi Pellegrin protagonista nella ricostruzione del secondo dopoguerra. Morto nel 2001 il suo archivio è stato dichiarato dal Ministero dei beni culturali di notevole interesse storico (SIUSA sistema informativo unificato delle soprintendenze archivistiche)».
rp
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