di Franco De Marco
C’è un reparto, nell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, che, nonostante le difficoltà provocate dal Covid, anche nella fase più critica, ha continuato a garantire a tutto il territorio non solo le urgenze ma anche le prestazioni programmate non rinviabili. E’ quello di Chirurgia generale diretto da Gianluca Guercioni, facente funzioni di direttore dopo il trasferimento a Roma dell’ex primario Marco Catarci.
A dire la verità si temeva che, non solo per il Covid ma anche per il venir meno di un primario di assoluta eccellenza come Marco Catarci, la Chirurgia del Mazzoni potesse subire una comprensibile flessione ovvero fuga di pazienti. Invece no.
Il numero degli interventi è rimasto pressoché identico: 300 circa negli ultimi sei mesi, alcuni dei quali anche molto delicati, come in precedenza. L’ex primario, al momento del suo addio, sottolineò con forza la qualità dei colleghi che restavano e che erano cresciuti nel tempo.
Il fatto è che, a parte il Covid, e a parte il trasferimento dell’ex primario, il reparto ha mantenuto la piena fiducia dei pazienti grazie ad una squadra molto qualificata e compatta guidata con indubbie capacità professionali e umane da Gianluca Guercioni, erede designato dall’ex primario.
Gianluca Guercioni, 47 anni, di Spinetoli, ora residente a Monsampolo, è un talento maturato “in casa” prima sotto la guida dell’ex primario Emidio Senati («Per me è stato non solo un maestro ma anche un padre. Gli devo molto») poi di Marco Catarci.
Non per nulla il dottor Guercioni è il delegato marchigiano della Società Italiana di Chirurgia (Sic), dopo essere stato per sei anni anni delegato giovanile dell’Acoi (Associazione chirurghi ospedalieri italiani).
La Chirurgia, nell’Area Vasta 5, è alla vigilia di un ricambio generale. Se per il “Mazzoni”, scaduto il termine dei 6 mesi dopo il trasferimento di Marco Catarci a Roma, si attende il bando per il nuovo primario.
Il 27 prossimo si riunirà la commissione esaminatrice per scegliere, da una rosa piuttosto ampia, il nuovo primario chirurgo nell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto dopo il trasferimento a Macerata di Walter Siquini.
Dottor Gianluca Guercioni, qual è il “segreto” del reparto da lei diretto?
«Non c’è nessun segreto. Cerco di seguire gli insegnamenti dei precedenti primari con cui sono stato a contatto. Lavoro di squadra è la regola assoluta. Ho la fortuna di poter contare su colleghi molto bravi e disponibili. Ci aiutiamo l’un con l’altro. Io sono sempre a disposizione lasciando nello stesso tempo piena autonomia.
Sono molto soddisfatto dei risultati e della fiducia dei pazienti. Devo ringraziare il direttore dell’Area Vasta 5 Cesare Milani che, anche durante il lockdown, ci è stato vicino ed è riuscito anche a rimpiazzare immediatamente una unità che aveva lasciato Ascoli (per seguire l’ex primario a Roma, ndr).
Abbiamo sempre lavorato a pieno organico, noi reparto “pulito”, a supporto anche di San Benedetto. Seppure in maniera non marcata siamo stati anche noi colpiti dal Coronavirus con due medici e 3 oss contagiati ma siamo riusciti a superare il momento difficile».
L’attività del vostro reparto come si caratterizza in particolare?
«Facciamo interventi di ogni tipo puntando molto sulla chirurgia laparoscopica mininvasiva, soprattutto nel campo dell’oncologia, che rappresenta il 40% della nostra attività.
La laparoscopia è ormai lo standard nel nostro reparto nel trattamento dei tumori del colon retto e da qualche mese la applichiamo nei tumori dello stomaco il che rappresenta una vera eccellenza nel panorama chirurgico regionale e nazionale.
Inoltre, molti casi d’urgenza, li gestiamo per via mininvasiva. L’obiettivo è un percorso che consente al paziente un recupero accelerato dopo interventi anche molto pesanti. Seguiamo ad esempio appositi protocolli, come l’Eras (Enhanced Recovery After Surgery), che nelle Marche è applicato solo da noi e a Jesi. E’ un percorso che inizia nel preparatorio mediante ginnastica, nutrizione e ottimizzazione delle comorbilità, e continua nel postoperatorio, facendo alzare e mangiare i pazienti la sera stessa del giorno dell’intervento.
Il tutto porta ad una ripresa molto precoce dopo interventi maggiori e ad una forte riduzione delle giornate di degenza post operatoria. Che facciamo al Mazzoni? Interventi di tutti i tipi che vanno dalla chirurgia laparoscopica dei tumori, quando possibile chirurgia laparoscopica in urgenza, chirurgia mininvasiva avanzata delle ernie e dei laparoceli e chirurgia mininvasiva dell’ernia iatale.
Inoltre chirurgia della tiroide e delle paratiroidi utilizzando il Nim, un sistema che consente una migliore identificazione dei nervi ricorrenti (che regolano la voce) e azzera quasi la possibilità di una loro lesione».
Come delegato Sic Gianluca Guercioni lancia anche un allarme: «Purtroppo tutti gli ospedali italiani stanno registrando un calo della vocazione chirurgica.
I giovani medici scelgono altre specializzazioni che comportano meno rischi e magari redditi più elevati. All’estero lo stipendio di un chirurgo ospedaliero è il triplo di quello in Italia. Ecco perché tanti se ne vanno. Io credo nella sanità pubblica e ce la metto tutta».
Da chi è composta questa “squadra” di chirurghi che sta diventando sempre più una eccellenza della Sanità picena e marchigiana?
Accanto a Gianluca Guercioni ci sono Ottorino Rosati, il vice, l’unico appartenente alla “vecchia guardia”, specializzato nell’endoscopia digestiva, Fabio Marilungo, Vittorio Bartolotta specializzato nella chirurgia di parete, Michele Benedetti, Ernesto Basaglia e Serena Lanzara specializzati negli interventi senologici, Francesco Felicioni e Laura Vittori, ascolana purosangue, ultima arrivata nella “squadra”.
Ai medici si aggiunge la coordinatrice infermieristica Simona Ciotti, considerata elemento essenziale della squadra. «Ringrazio tutti per professionalità ed impegno. Compresa naturalmente l’équipe infermieristica. E’ una bella squadra al servizio dei cittadini».
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