di Francesca Marsili
«Il clima qui è abbastanza ostico, gli inglesi sono sull’onda dell’euforia pensano di aver già vinto. I pub sono tutti pieni e quando prenoti, se sei italiano, ti avvertono che il 90% saranno tifosi inglesi». Con in tasca il biglietto per la finale di questa sera a Wembley Matteo Scarpiello, 33enne marchigiano di Tolentino, descrive l’atmosfera incandescente che si respira a Londra a poche ore dal fischio di inizio del match Inghilterra – Italia che assegnerà il titolo europeo.
Il giovane, che vive a Londra da dieci anni, sarà tra i 6619 italiani che siederanno nell’iconico stadio londinese per sostenere gli azzurri di Mancini e contrastare il coro degli oltre 58.000 figli della Regina presenti . «Vado allo stadio per supportare i ragazzi – racconta Scarpiello mentre è in metropolitana con l’adrenalina alle stelle e il cuore che batte a mille sotto la maglia azzurra e la bandiera tricolore sulle spalle – meglio di così non potevo fare».
Sono circa 5.000 gli italiani residenti in Gran Bretagna che hanno acquistato il biglietto per la finale, moltissimi altri la guarderanno da casa, mille sono invece gli italiani partiti dall’Italia per assistere appositamente alla finale degli Europei. “It’s coming home” è il motto dell’Inghilterra che si legge oramai ovunque da settimane e che prefigura il ritorno a casa (loro) del titolo. Ma in realtà, sotto sotto, cosa pensano gli inglesi della nazionale italiana? Cosa dicono tra una birra e l’altra? «Ci rispettano per la nostra storia calcistica e per gli ultimi risultati – risponde Scarpiello che a Londra è agente di commercio per la “Miba food and drink solution “- ma non vincono nulla dal 1966 e sono letteralmente trasportati dall’euforia».
Il marchigiano ci racconta di una Londra dalla febbre altissima sin dalla tarda mattinata di oggi dove le strade al passaggio dei migliaia di tifosi inglesi che attendono il gran finale da 50 anni sono un tappeto di bottiglie. Per accedere allo stadio, oltre al biglietto il cui costo oscillava dai 295 euro ad un massimo di 945, «occorre un tampone con esito negativo al Covid-19» spiega il ragazzo. Con Matteo Scarpiello a sedere sui seggiolini dello stadio londinese per la finale con calcio d’inizio alle 21,(ora italiana) c’è pure Claudio Baldi, suo coetaneo e amico, ingegnere informatico originario di Staffolo ma anche lui residente a Londra da diversi anni. Con le Marche nel cuore questa sera, sognano di conquistare l’Europa sotto l’arco di Wembley. «Qui c’è un’atmosfera pazzesca, siamo orgogliosi di rappresentare il nostro Paese – confessano emozionato i due marchigiani – sarebbe un sogno vincere la finale».
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