Dalla paura alla rinascita,
il “miracolo” di Andrea Antonini:
«Vi racconto come ho perso 59 chili»

ASCOLI - Non è solo la storia di un dimagrimento record, ma anche e soprattutto ciò che può accadere davanti alle difficoltà della vita. A raccontarla è il consigliere regionale classe 1972. Dalla quasi impossibilità di muoversi alla dieta iniziata il giorno della vigilia di Natale fino alle "passeggiate" verso la Sentina di Porto d'Ascoli: «Testa e cuore sono fondamentali. Il mio corpo stava diventando una gabbia, ho deciso di cambiare per non rischiare la salute. Le persone mi vedono come esempio positivo più per questo che per la politica, ne sono felice»
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Andrea Antonini prima e dopo la svolta

di Luca Capponi 

Dalla quasi impossibilità di svolgere la benché minima attività fisica senza riportare strascichi fino alla “passeggiata” di oltre 30 chilometri alla volta della Sentina di Porto d’Ascoli, con tanto di bagno al mare e ritorno tra le cento torri. Da un corpo «opprimente» che era diventato una «specie di gabbia» alla molla che scatta dopo una serie di analisi del sangue impietose, «da segno della croce». La paura che si mescola al coraggio ed alla determinazione. Con un interruttore che scatta nel momento forse meno prevedibile, quando la tavola è imbandita come non mai: dire basta ad un’alimentazione disordinata che ha stravolto tutto. E farlo nel giorno della vigilia di Natale, il 24 dicembre.

Andrea a cavallo in una foto da ragazzo

Era il 2019. Ma prima di andare avanti nel racconto sgomberiamo subito il campo: qui la politica non c’entra. Il messaggio di questa storia va oltre le appartenenze e gli steccati. Tanto che è lo stesso protagonista a scherzarci su: «Le persone mi vedono come esempio positivo più per questo che per la politica».

Il “per questo” a cui si riferisce sorridendo Andrea Maria Antonini è presto detto: nel giro di una ventina di mesi è arrivato a perdere ben 59 chili. Un record per certi versi miracoloso, a cui forse solo lui credeva, e che è finito per diventare un esempio per molti data appunto la visibilità (anche sui social) di cui gode da quasi trent’anni proprio per via della sua attività politica, iniziata da giovanissimo (fu presidente del Consiglio comunale nel 1995, a soli 23 anni) ed oggi ancora in auge tra i banchi della Regione, dove ricopre il ruolo di consigliere per la Lega.

Ma più che il fatto prettamente “fisico”, più che il dimagrimento portentoso, la visibilità o i clic su Facebook, occorre ribadirlo, qui conta altro. Gli ostacoli che la vita pone davanti, e che a volte sembrano insormontabili, spesso hanno un unico modo per essere scavalcati e superati. E alla base ci sono quasi sempre due fattori: testa e cuore. Insieme. Per raccontare «la storia di un cinquantenne che ha ritrovato se stesso nella qualità della vita».

A zonzo (e a sudare…) tra le bellezze del Piceno

«Era da tempo che sentivo questa esigenza, avvertivo personalmente disturbi e limiti notevoli -racconta Antonini, classe 1972-. Da giovane ho praticato tanto sport, dal tennis al calcio fino al rugby, e il fatto di limitarmi così era diventato un handicap. Nel tempo, mi ero lasciato andare. Famiglia e amici mi vedevano non a mio agio con questo fisico pesante, una sorta di gabbia, e spingevano per un cambiamento. Purtroppo come spesso accade capita di prendere le decisioni importanti quando ci si impaurisce. Nonostante la consapevolezza di stare facendo qualcosa di sbagliato, cambia tutto quando subentra la paura. Dopo quelle famose analisi, in cui mi sono reso davvero conto che stavo rischiando la salute, ho detto “fermi tutti, voglio cercare di vivere meglio”. Da lì è partito tutto in maniera convinta».

Già, detto così sembra facile. Poi però c’è la parte pratica. Una vera e propria montagna da scalare. Soprattutto con una cena del 24 dicembre pronta a partire e con una lunga serie di leccornie a strizzare l’occhio. Alzi la mano chi non avrebbe detto “ok, rimandiamo, aspettiamo la fine delle feste per cominciare…”.

«Mi sono sempre piaciute le sfide, soprattutto con me stesso, più è difficile più mi piace avventurarmi, trovo maggiore soddisfazione -racconta ancora Antonini-. Così ho deciso di iniziare la dieta durante la vigilia di Natale, negandomi tutte quelle bontà che solitamente si mangiano a tavola. All’inizio sono partito eliminando gli alimenti che fanno ingrassare, tutti siamo consapevoli di quali siano, bevevo solo acqua o caffè senza zucchero, ho ridotto nettamente il sale. In questo periodo però facevo poco movimento perché con il peso che avevo era difficile, le articolazioni mi facevano male, mi affaticavo. Forse ho sbagliato, forse era meglio andare subito dal dietologo, ma istintivamente il  primo approccio è stato questo, del tutto personale».

L’arrivo alla Sentina dopo la mega camminata con gli amici…

Tutte le sfide ardue presentano momenti di difficoltà, conti da pagare, sbandamenti. Lui, però, rafferma di non averne mai avuto, mostrando una volontà che definire ferrea è poco.

«Mai avuto minimo il tentennamento, nemmeno adesso dopo 20 mesi -garantisce-. Ero talmente convinto e certo del percorso da intraprendere che mai una volta ho pensato di mollare. Anche perché ciò che era iniziato come una semplice dieta è divenuto un vero e proprio stile di vita, una priorità. Inoltre, ho visto progressi e risultati, un fattore molto importante, quindi mi sono sentito ancor più motivato. Ad oggi non mi considero a dieta, anche se lo sono ancora, perché ho cambiato totalmente stile di vita, ho messo davanti a tutto il resto questa priorità, che tra l’altro ha portato benefici a 360 gradi: migliorare la condizione fisica mi ha dato una grossa spinta a livello di autostima anche mentale, nelle relazioni interpersonali, sul lavoro, negli affetti e tanto altro. Ho cambiato la scala di valori rispetto al passato perché ho capito che mi fa stare bene».

…e il conseguente bagno in mare

Ad ogni modo, quanto accaduto ad Andrea, proprio perché può fungere da sprone per molti, va illustrato nella sua interezza.

«All’inizio, come detto, non mi muovevo -continua-. Il primo lockdown, per assurdo, è stata mia salvezza. Anzitutto perché ho iniziato una dieta meglio organizzata, e per questo devo ringraziare mia madre, poi per la vita sociale venuta meno insieme a pranzi, aperitivi e cene fuori: mi sono dato ordine e regolarità. Poi piano piano, con la scusa del cagnolino da portare fuori, ho iniziato a fare piccoli giri per il centro, due volte al giorno, lentamente, intorno casa. Tra una cosa e l’altra sono arrivati i primi chilometri, tanto che è dimagrito pure il cane che alla fine…non voleva più uscire e quando mi vedeva si nascondeva».

Andrea scherza e ironizza a più riprese durante il racconto: segnale tangibile di un equilibrio raggiunto, che lo porta in primis ad aprirsi su un passaggio comunque serio della sua vita. E poi anche a parlarne con la giusta leggerezza.

Ai Pantani di Accumoli

«A fine lockdown ho iniziato a uscire con regolarità, soprattutto la mattina presto -prosegue-. Camminavo intorno ad Ascoli percorrendo 5-6 chilometri, poi aggiungevo altra strada durante la giornata cercando di spostarmi sempre a piedi anche nelle zone più periferiche, come ad esempio Monticelli. Ho fatto lo stesso durante la campagna elettorale, che nel frattempo era cominciata. Non era una camminata regolare, mi fermavo, però alla fine sono arrivato a percorrere una media di 10 chilometri al giorno».

«A settembre ho preso la decisione di andare da un dietologo/nutrizionista -aggiunge Antonini-. Un’altra svolta, insieme alla mia elezione in Consiglio regionale. Sono aumentati di conseguenza gli impegni ad Ancona, però sono riuscito a gestire tutto. La camminata semplice non mi bastava più, quindi ho cominciato a nuotare in piscina, con progressi immediati, incredibili, è stata una vera sorpresa. Con le nuove chiusure del 30 ottobre, però, ho dovuto smettere e riprendere camminate, corsette ed escursioni, più lunghe e veloci, facendo spesso anche alcune ripetizioni sulle scalinate. Tutto ciò, insieme ai consigli del dietologo, ha portato notevoli successi; diciamo che è andata bene».

In piscina a macinare vasche

Nota a margine: quando Andrea parla di camminate più lunghe, per l’appunto, va inteso in senso letterale: da San Benedetto a Venarotta, durante le sue uscite è arrivato un po’ dappertutto. E non solo. La macchina utilizzata il meno possibile, e poco importa se non la si parcheggia esattamente sotto il portone di casa (come fanno in tanti) ma un po’ più distante. In Regione, poi, è probabilmente l’unico che quando si tratta di farsi gli otto piani di Palazzo Raffaello evita l’ascensore e se li sorbisce…tutti a piedi.

«Oggi continuo a fare ciò che ho fatto durante l’inverno e la primavera, con la differenza che ho ripreso a nuotare grazie alla riapertura delle piscine -dice-. Ripeto, non si tratta solo di alimentazione ed attività, ma anche e soprattutto di un discorso imperniato sulla qualità della vita: da 20 mesi non tocco vino o birra ma da solo non basta perché credo che oltre a mangiare sano e fare movimento, per stare bene occorre vivere in ambiente sano, dove ci siano condizioni ideali per stare all’aperto e muoversi, e da questo punto di vista il Piceno è imbattibile».

«La testa conta più del resto, così come il tipo di approccio, poi quando non arriva la testa subentrano il cuore e il coraggio -ricorda Antonini-. Gambe e “stomaco” hanno una percentuale minima, dipendono dai primi due. Diciamo che in questi mesi sono stato molto rigido con me stesso, non mi sono mai concesso uno strappo alla regola nonostante nell’economia generale non sarebbe cambiato nulla, però sono prove personali che temprano. Ad oggi sono dimagrito di 59 chili, vorrei perderne altre 6 o 7 per raggiungere il mio peso forma poi, ovvio, farò solo mantenimento e qualche strappetto me lo concederò. Continuerò a fare sport, è una cosa che mi mi fa stare bene. Certo, non posso dimagrire all’infinito e non mi interessa diventare un atleta, a quasi 50 anni sarebbe pure sciocco».

Uno scatto tra i monti

«Questa cosa l’ho fatta per me, senza la presunzione di poter dare un messaggio positivo agli altri -racconta ancora-. Però devo ammettere che sono tantissime le persone che continuano a complimentarsi con me, per strada o sui social, e che mi scrivono per raccontarmi che hanno preso spunto da ciò che ho fatto, dalla mia determinazione, e che sono diventato esempio per tanti che hanno cominciato lo stesso percorso per migliorarsi, anche solo iniziando a camminare: “Se ce l’hai fatta tu che eri un caso disperato…”. Dopo la mia elezione, ad ottobre, non capivo più se i complimenti arrivassero per il dimagrimento o per il mio approdo in Regione, è una cosa che non succede spesso e che mi inorgoglisce».

Ma il bello sta proprio qui. Giungere ad un traguardo, seppure inaspettato. E non fermarsi. L’appagamento come sensazione obsoleta, la curiosità, la voglia di continuare.

«Molti parlano di miracolo, a me interessa di aver rimesso a posto tutte le analisi da una situazione che si era fatta abbastanza seria -conclude-. Ora sto benissimo, dallo stile di vita dipendono tante cose, le persone mi vedono come un esempio positivo più per questo che per la politica, e sono ancora più felice. L’estetica è l’ultima cosa nella scala delle priorità, ciò che conta è stare bene fisicamente e mentalmente, una condizione che aiuta a combattere meglio le difficoltà di qualsiasi tipo che la sorte ci mette davanti, che rafforza e migliora il rapporto con gli altri».

 

 

 


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