di Maria Nerina Galié
La campagna di ascolto dei territori per ridisegnare la Sanità delle Marche ha portato il governatore della Regione Francesco Acquaroli e l’assessore Filippo Saltamartini ad Amandola, nel cuore dei Sibillini, area decentrata e toccata più di altre da problemi legati allo spopolamento, alla crisi economica, sulla quale si è abbattuto il sisma, ed ora, dalla pandemia da Covid.
Insieme con Acquaroli e Saltamartini c’erano il consigliere regionale Marco Marinangeli, il direttore generale Asur Marche Nadia Storti, la presidente commissione sanità Marche Elena Leonardi, il direttore di Area Vasta 4 Roberto Grinta.
Sindaci dei comuni montani fermani, piceni e maceratesi e rappresentanti di associazioni cittadine e di categoria non si sono tirati indietro di fronte alla possibilità di dire la loro, mettendo sul piatto vecchi e nuovi problemi in campo sanitario.
La prima richiesta: garanzia dei servizi sanitari, stabili ed efficienti, attraverso la realizzazione di un Distretto Sanitario dei Sibillini, con sede in Amandola e che mantenga l’assetto dell’Ambito territoriale sociale 24.
Il Distretto però dovrà avere una sua autonomia organizzativa e gestionale, svincolata dai lacci di appartenenza a province e Aree Vaste, alle quali in ogni caso resteranno soggetti i cittadini.
Nero su bianco, era tutto scritto in una lettera firmata dai sindaci dell’Unione montana dei Sibillini, il cui presidente, Fabrizio Vergari, ha consegnato ai vertici regionali. L’idea non è stata esclusa dal presidente Acquaroli, nell’ottica di garantire a tutti i cittadini delle Marche lo stesso trattamento a livello sanitario, a prescindere da dove abitano.
La carenza dei medici di famiglia: altro argomento al centro del dibattito. Difficile reperirli, ribadiscono Acquaroli e Saltamartini, che anticipano l’innalzamento del massimale da 1.500 a 1.800 pazienti per professionista, allo scopo di arginare il problema.
Si è parlato inoltre del nuovo ospedale di Amandola, che avrà, dalle parole di governatore e assessore, tutti i servizi necessari, dal punto di primo intervento alla chirurgia.
Altro nodo cruciale: il reparto medicina, ancora al “Murri” di Fermo dopo che il terremoto ha reso inutilizzabile una parte del vecchio ospedale di Amandola.
Nel frattempo è stata allestita un’apposita struttura per riportare il reparto e la sua equipe nel paese montano. Ma per ora tutto tace, con grande disagio dei degenti e dei loro familiari.
Confronto tra Regione e sindaci per gettare le basi del nuovo assetto della Sanità picena
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