Detenuto finge di impiccarsi, per attirare l’attenzione degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio, per poi aggredirli: ennesimo caso di violenza al Carcere del Marino del Tronto di Ascoli.
In quest’ultimo caso, uno degli agenti intervenuti ha riportato una frattura scomposta al polso con prognosi di 30 giorno. Contusioni multiple per gli altri 2.
«Non c’è pace per il personale di Polizia Penitenziaria di Ascoli, ancora una volta vittima delle intemperanze di un detenuto già protagonista di diversi eventi critici», spiega Nicandro Silvestri, segretario regionale per le Marche del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). E aggiunge: «Siamo veramente in balia di detenuti violenti che se ne fregano delle conseguenze dei loro gesti, anche perché le risposte fornite dalla direzione in termini disciplinari non sono affatto adeguate».
Donato Capece, segretario generale del Sappe, rinnova l’invito al Ministero della Giustizia ed all’Amministrazione Penitenziaria di intervenire: «Gli ultimi gravi fatti accaduti nel carcere di Ascoli sono la dimostrazione eloquente che la condizione lavorativa in tale struttura sta diventando sempre più delicata e difficile.
Questo, pur potendo contare, sempre e comunque, sull’impegno e spirito di sacrificio del personale tutto della Polizia Penitenziaria.
Il Sappe rinnova l’invito alle Autorità Competenti a monitorare costantemente la situazione. E, qualora ne ricorra l’esigenza, adottare determinazioni, tempestive e pertinenti, finalizzate a potenziare la sicurezza del carcere di Ascoli, anche attraverso anche l’aumento dell’organico della Polizia Penitenziaria. E ci auguriamo che il personale di Polizia Penitenziaria, che si è reso protagonista di questa importante e decisiva operazione di servizio, ed a cui va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, venga segnalato per un encomio ministeriale».
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