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Bugo ad Ascoli: «Pubblico fantastico,
soprattutto fuori dalle transenne»

NOTTE BIANCA - La performance del cantante, l'ospite di punta della serata del 10 agosto che ad un certo punto ha gettato l'asta del microfono ed ha smesso di cantare, è stata criticata da molti sui social. Nel mirino, quello che è apparso un  contro senso: green pass per i posti a sedere, nessun controllo per il pubblico ammassato intorno e per strada
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di Maria Nerina Galiè

«È stato un onore suonare ad Ascoli per la notte bianca! Il pubblico, anche e soprattutto fuori dalle transenne, è stato fantastico e gasatissimo! Nella foto il momento in cui mi preparavo per l’arresto invece volevano una foto con me e io con loro!»

Foto tratta dalla pagina Facebook di Bugo

Così Bugo, l’ospite di punta della Notte Bianca di Ascoli, il 10 agosto, sulla sua pagina social, postando un selfie con gli agenti della Polizia municipale.

Scherzosamente parla di “arresto” e ci si potrebbe leggere, ma magari non è così, un riferimento alla polemica innescata da tantissimi cittadini, sempre sui social, sul comportamento del cantante nel secondo spettacolo della serata. Ad un certo punto, Bugo ha sbattuto a terra l’asta del microfono, è sceso dal palco ed ha smesso di cantare. Intanto la sua band continuava a suonare il brano presentato a Sanremo con Morgan, “Sincero” ed un collaboratore tentava inutilmente di fargli riprendere il microfono in mano.

Bugo ha poi iniziato a sbracciare, mimando l’invito ad avvicinarsi al numeroso pubblico ammassato contro le transenne basse, che delimitavano i 200 posti a sedere, con cui si accedeva solo con prenotazione green pass e che invece erano riempiti nemmeno per la metà. Questo hanno imposto le regole anti Covid ed alle quali l’organizzazione ha dovuto sottostare. Lo ha ribadito anche il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, il quale – sentito – non ha voluto rilasciare commenti sull’episodio.

Bugo o non Bugo, ed a prescindere dal motivo che lo ha spinto a comportarsi così in Piazza del Popolo, a pochi è sfuggito il contro senso: green pass per sedersi su una seggiola, nessuna restrizione né mascherine, per l’assembramento – perché questo era – creatosi inevitabilmente intorno.

Ed allora va bene voler aiutare i commercianti del centro a rinfrancarsi dopo mesi di sacrifici, a causa della pandemia. Benissimo voler far rivivere la città e ridare speranza ai cittadini.

Ma nei negozi – con gestori rispettosi delle regole – di certo si è perso qualche affare per dover far entrare i clienti a piccolo gruppi. Nessun controllo invece per chi era fuori dalle attività commerciali, in coda per un gelato o per comprare una maglietta. Nessun richiamo per chi “passeggiava” dovendosi fare largo in un mare di persone, quasi tutte senza mascherina.

Incoscienza, mancanza di rispetto delle regole non sempre comprensibili e condivisibili, pochi controlli. C’è posto per ogni tipo di considerazione. Ma una è la cosa che emerge al di sopra delle altre: la voglia – quasi un esigenza fisica che allontana la paura di ammalarsi – di dimenticare i sacrifici, la reclusione, le chiusure, la mancanza di socializzazione, la dad, il virus, la pandemia.  


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