di Federico Ameli
Continua a tenere banco a San Benedetto il caso del forno crematorio, finito al centro del dibattito politico dopo la dispersione di fumo verificatasi lo scorso lunedì 9 agosto (leggi l’articolo).
Serafino Angelini
A poche ore dall’accaduto, l’Amministrazione comunale ha manifestato l’intenzione di accertare cause dell’accaduto chiedendo lumi all’Azienda Multiservizi, quella che da contratto gestisce l’impianto, ma le verifiche svolte in questi giorni non devono essere bastate per rassicurare il Movimento 5 Stelle e il suo portavoce e candidato sindaco, Serafino Angelini, sulla corretta gestione di quella che, per diverse ragioni, rappresenta un’importante risorsa della città.
Intervenuto sul tema, Angelini ha etichettato come “chiacchiere da bar” le opinioni espresse in queste ultime ore da alcuni dei protagonisti della campagna elettorale, sottolineando la necessità di un rapido intervento per poter garantire al più presto un servizio sicuro e realmente efficiente.
«Il forno crematorio di San Benedetto – dichiara Angelini – è un argomento sul quale il Movimento 5 Stelle ha preso più volte posizione nel corso di questi anni, chiedendo risposte a tutto tondo e avanzando proposte.
Da molti anni il forno crematorio è croce e delizia delle amministrazioni comunali: da un lato rappresenta un introito molto importante grazie ai proventi della propria attività, dall’altro pone problemi tecnici e ambientali ai quali sono sempre state date risposte perlomeno evasive.
Oggi ci si concentra legittimamente sull’incidente, per fortuna privo di conseguenze alle persone, ma che aggrava una situazione della matrice aria preoccupante, anche se i rilievi sul particolato sono saltuari e per nulla significativi».
Al di là delle evidenti problematiche di natura ambientale, secondo il candidato sindaco pentastellato l’impatto sociale ed economico del recente incendio dei filtri in tessuto sarebbe stato notevolmente meno penalizzante qualora l’azienda avesse puntualmente provveduto alla corretta manutenzione dell’impianto di cremazione, rimettendo in funzione il vecchio forno inutilizzabile ormai da tempo.
«Qualcuno dovrebbe avere la compiacenza di spiegarci – sostiene Angelini – perché dovremmo ancora tollerare che l’azienda incaricata di costruire il nuovo forno, in funzione da anni, non sia mai stata obbligata a riparare il vecchio, come da contratto. Non si capisce se ci sia mai stato qualcuno che abbia preso di petto il problema invece di tirare a campare.
Oggi sarebbe stato importantissimo avere in piena efficienza il vecchio forno, proprio perché a causa dei danni prodotti dall’incendio dei filtri si dovranno attendere settimane per ripristinare il servizio. Ciò comporta un grave danno economico e probabili attese interminabili da parte dei congiunti che si sono rivolti alla struttura per l’estremo saluto ai propri cari, e che ora subiscono la sospensione forzata delle procedure.
Chiarò è che certe “sviste” sui propri beni – conclude – o meglio sui beni che la collettività ha ritenuto di affidare alla presente Amministrazione, non passerebbero inosservate nemmeno in un condominio, ma si sa, i nostri sono speciali: poca amministrazione, molta rappresentazione».
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