facebook rss

Carpineto,
preoccupazioni ed amnesie

ASCOLI - La storia del campo sportivo “Santa Maria” di Carpineto e dell’ex Seminario Vescovile. I tanti meriti dimenticati di Giuseppe Mascetti, al vertice del glorioso Gruppo Sportivo e dello stabilimento Elettrocarbonium di Ascoli per quasi un ventennio. L’impianto da lui realizzato a Carpineto fu il fiore all’occhiello del sodalizio aziendale. La scuola di calcio e di vita più grande d’Italia
...

 

di Walter Luzi

 

Carpineto, preoccupazioni ed amnesie. Abbiamo registrato nei giorni scorsi il dispiacere diffuso per le condizioni di degrado ed abbandono dell’ex Seminario Vescovile, e dell’attiguo campo di calcio “Santa Maria”, a Carpineto, sulle pendici di Colle San Marco. Le apprensioni sul futuro utilizzo, dopo la pragmatica e discussa gestione D’Ercole, l’ex vescovo di Ascoli, di quella che oggi viene chiamata, suggestivamente, “Oasi”.

La nostalgia per i bei tempi andati fra campi scuola parrocchiali e mini villaggio vacanze gestito da privati. Ma non una parola, una sola, sulla persona che volle costruire quell’impianto sportivo di eccellenza, e che quella struttura, di proprietà della Diocesi, allora sì davvero fatiscente, fece rinnovare da cima a fondo.

Giuseppe Mascetti

Quell’uomo si chiamava Giuseppe Mascetti. E non era un uomo qualunque. Ma una persona straordinaria con una illuminata visione del mondo. Di quelli che oggi non ne nascono più. Di quelli che hanno a cuore, sempre, solo il Bene Comune. Nel 1976, quando mette mano alla titanica impresa, ha quarantaquattro anni. E’ già vice direttore dello stabilimento Elettrocarbonium di Ascoli, dove era stato assunto, come ragioniere, nel 1956. La multinazionale dei carboni elettrici ci mette i soldi, una montagna di soldi, lui il cuore. Quello di sempre.

Il campo lo realizza in tre anni, superando difficoltà di ogni genere, al posto di uno scosceso costone roccioso. Un rettangolo di gioco regolamentare, con i terrazzamenti in pietra, i sentieri per arrivarci, e tanto verde intorno. Il cadente e semi abbandonato ex seminario vescovile, ancora allo stato grezzo e avvolto dai rovi al pianterreno, lo ottiene in comodato d’uso dal vescovo Marcello Morgante. La Curia fa un affare d’oro, perché Mascetti lo fa rimettere completamente a nuovo dotandolo anche di impiantistica completa, cucina e arredi.

Il centro sportivo di Carpineto diventerà il fiore all’occhiello del G.S. Elettrocarbonium di Giuseppe Mascetti, e della città. Ospiterà i ritiri pre-campionato di tutte le formazioni di Elettro e San Marcello per due generazioni, e di altre formazioni amiche di serie superiori che qui trovavano un ambiente ideale per la preparazione estiva. Carpineto ospiterà ogni anno a giugno, dal 1978 al 1986, anche le comitive delle squadre ospiti dei tornei internazionali giovanili “Città di Ascoli” magistralmente organizzati sempre da Mascetti. Da quelle stanze rimesse a nuovo sono passati decine e decine di ragazzini che calcheranno, nelle stagioni successive, i campi di serie A e B, fino a vestire, in molti casi, anche la maglia della Nazionale. L’elenco dei futuri campioni passati da Carpineto, che comincia con i nomi di Maldini, Costacurta, Peruzzi, Righetti e Iachini, risulterebbe troppo lungo.

Mascetti (a destra) con il cognato Peppino Angelini

Quel campo ospitò, in più riprese, anche l’Ascoli, dopo feroci polemiche iniziali sul suo utilizzo, perché Costantino Rozzi pretendeva tutto, subito, gratis e senza voler pronunciare nemmeno le paroline magiche: per favore, e grazie. Umiliò pubblicamente Mascetti, che gli perdonò anche questo. Quando la parabola del glorioso Gruppo Sportivo Elettrocarbonium di Ascoli iniziò la fase discendente, dopo l’uscita dall’azienda, nel 1987, del “capo”, come lo chiamavano affettuosamente tutti i suoi ragazzi, i suoi “gioielli” passarono di mano in mano.

Il campo “San Marcello”, altra sua splendida creatura, costruita nel 1973, passò al Piazza Immacolata. Il “Santa Maria”, il gioiello di Carpineto, con l’ex Seminario tirato a lucido, tornarono invece nella piena disponibilità della Diocesi.

Mascetti premia Gianni Andreucci, enfant prodige del club nero-arancione, che venne acquistato dal Milan

Il resto è storia più recente. Quella che tutti oggi si ricordano. Pippo Mascetti è morto nel suo letto, dopo una lunga e brutta malattia, a settantanove anni, nel 2011. Sono venuti a dirgli addio tutti i suoi ragazzi, che ha visto nascere, crescere e invecchiare calcisticamente nelle varie squadre del suo Gruppo Sportivo. Solo loro non lo hanno mai dimenticato. Troppi altri invece, con istituzioni civili e religiose, Federazioni sportive e Amministrazioni pubbliche in testa, purtroppo sì. Nessuno ha sentito il bisogno, il dovere, di dirgli pubblicamente grazie per quanto è stato capace di fare per lo sport, e il tessuto sociale, ascolani. Il decoro a Carpineto, è stato prontamente ristabilito. Rovi ed erbacce decespugliate. Forse toseranno presto anche l’erba del “Santa Maria” e rimetteranno reti nuove alle porte. La struttura ricomincerà presto a vivere, o almeno questo è l’auspicio, ospitando ancora tantissimi vocianti gruppi di giovani innamorati del calcio e della vita. Come Giuseppe Mascetti. Che tutto questo creò dal nulla a Carpineto per tutti loro. E per sempre.

Raccontate ai più giovani chi è stato Pippo Mascetti. Su quel prato tosato di fresco, davanti all’ex seminario di Carpineto, affacciato dall’alto su quel campo, che ancora mozza il fiato solo a guardarlo, tanto è imponente, Pippo Mascetti, il Capo, si meriterebbe un monumento. Invece dell’oblìo.

 

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page


Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati




X