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Biodigestore e discarica, la Vallata dice no:
«Il territorio ha già dato,
tutti devono contribuire»
(Foto e video)

CASTEL DI LAMA - Il primo cittadino Bochicchio e i colleghi Moreschini di Appignano e Polini di Castignano hanno illustrato le problematiche e le contraddizioni legate al Piano d’ambito dei rifiuti presentato all’ultima assemblea dell’Ata. I tre rappresentanti delle istituzioni lanciano un appello alla comunità: «Restiamo uniti, al di là dell’appartenenza politica»
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di Federico Ameli

 

Nonostante un clima già decisamente autunnale, nella serata di ieri, giovedì 23 settembre, un buon numero di cittadini di Castel di Lama, Appignano e Castignano ha deciso di sfidare il freddo e l’umidità di piazza della Libertà rispondendo presente all’appello dei sindaci della Vallata e del comitato antinquinamento “Voglio aria pulita”.

L’incontro in piazza della Libertà

D’altra parte, l’occasione era di quelle irrinunciabili, almeno per chi ha a cuore salute e futuro della comunità. Da qualche settimana a questa parte, infatti, il tema caldo del dibattito politico di Vallata è rappresentato dal piano d’ambito varato nell’ormai nota assemblea Ata di agosto, nel corso della quale sono stati ratificati dei provvedimenti che, almeno sulla carta, rischiano di sconvolgere ulteriormente i già precari equilibri di un territorio che, quando si tratta di gestione dei rifiuti, finisce in un modo o nell’altro per trovarsi puntualmente in prima fila.

Tra discariche, vasche e biodigestori, con il sito di Relluce e le sue annose problematiche costantemente sullo sfondo, a fare chiarezza sugli ultimi sviluppi è stato il sindaco di Appignano, Sara Moreschini, che ha ripercorso le vicende che di fatto hanno portato all’approvazione di un piano d’ambito che, nel giro di poche settimane, ha già fatto molto parlare di sé.

«L’assemblea è andata in scena – racconta Moreschini – con cittadini e personale degli uffici giustamente in ferie. Un periodo, quello di Ferragosto, scelto con molta attenzione: oltretutto, in quell’occasione ci è stata negata la possibilità di discutere preventivamente i temi nel comitato ristretto e l’assemblea si è svolta con delegati e diversi assenti.

I tre sindaci e parte della platea sullo sfondo

Il consulente dell’Ata ha presentato un nuovo piano d’ambito: trenta slide in croce, con poche cose e scritte male, quando invece dovrebbe trattarsi di un documento piuttosto corposo che cerca di individuare soluzioni che guardino al futuro senza limitarsi a parlare di impianti.

Realizzare impianti – prosegue – vuol dire produrre tanti rifiuti o accoglierne dai territori limitrofi, quando invece la legge prevede il rispetto del principio del chilometro zero. Inoltre, un’altra caratteristica del nostro piano d’ambito è il breve termine, mentre la vasca del Bretta di cui si parla, con ben 800.000 metri cubi, equivale ad altri trent’anni di discarica».

Dello stesso avviso anche Fabio Polini, sindaco di Castignano, che ha colto l’occasione per annunciare delle novità che lasciano quantomeno ben sperare. «Il presidente della ProvinciaSergio Fabiani, ndr – ha deciso di riconvocare l’assemblea dei sindaci per ridiscutere il da farsi. Evidentemente, anche lui inizia a capire che il problema non può essere affrontato in questa maniera e con il parere di soli 6 sindaci su 33. Serve una riflessione più ampia, nell’ambito della quale noi faremo certamente presenti le problematiche del territorio.

Parliamo di misure poco consone alla realtà e al piano dei rifiuti – continua -. La parte pubblica non può essere schiava dei privati: è necessario individuare preventivamente dei luoghi idonei per la realizzazione del biodigestore e della discarica, provvedendo poi alla pubblicazione di bando che individui la migliore azienda e il migliore impianto per le necessità dei cittadini. Finora, invece, si è fatto l’esatto opposto, limitandosi a recepire solo ciò che la parte privata ci offre. Il nostro è un territorio che ha già dato, bisogna trovarne altri disposti a partecipare alla causa dei rifiuti».

Il sito di Relluce

Al momento, però, di volontari neanche l’ombra. Tocca dunque ai sindaci della Vallata cercare di invertire il trend appellandosi al sostegno e al contributo della cittadinanza. «Si sta approvando un sistema – spiega il sindaco di Castel di Lama, Mauro Bochicchioche ha dei costi certi dal punto di vista della realizzazione degli impianti e che nello smaltimento ci esporrà a un mercato molto fluttuante. In questo momento, l’unica certezza è che dovremo accogliere i rifiuti dei territori limitrofi. Bisogna guardare con attenzione alle decisioni contestualmente prese dagli altri ambiti: non è possibile che vengano approvati piani da sostenere con i nostri impianti».

Al termine degli interventi dei tre sindaci via libera alle domande dalla platea, nel segno della partecipazione attiva. Una cittadina va dritta al punto. «Cosa dovremmo fare noi cittadini?» chiede ai tre rappresentanti delle istituzioni locali.

Pronta la risposta del sindaco Bochicchio, che annuncia l’intenzione di scendere in piazza per manifestare apertamente contro una decisione decisamente impopolare a Castel di Lama e dintorni, sulla falsa riga di quanto recentemente andato in scena per la vicina Valdaso.

«Dobbiamo restare uniti ed essere pronti nel momento in cui saremo convocati – dichiara il primo cittadino lamense – rispondendo numerosi all’appello. La presenza di stasera contribuirà certamente a lanciare un segnale a chi di dovere.

Chiederemo agli altri colleghi sindaci di condividere la problematica, ma se non vorranno ascoltarci dovremo far sentire ancor di più la nostra voce nelle sedi opportune. Un’intera vallata – quella dell’Aso, ndr – dalla montagna al mare ha detto no al biodigestore adoperandosi con incontri e raccolta firme. Se non verrà realizzato lì non vedo perché debbano farlo qui, anche alla luce del fatto che da quelle parti le distanze tra i centri abitati sono molto più ampie rispetto alla nostra zona, al di là delle difficoltà legate alla viabilità e al trasporto dei rifiuti».

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