“Premio Crocetta 2021”
a Christian Paterniti

ASCOLI - La quinta edizione va al compositore siciliano. Il Premio Cultura al regista ascolano Giuseppe Piccioni. Omaggio a tutte le forme d’arte, e alla memoria di Mauro Crocetta, artista a tutto tondo. Gremita la Sala della Vittoria. Il saluto del sindaco Fioravanti. La soddisfazione di Maria Rosaria Sarcina, presidente della Fondazione che organizza la manifestazione nazionale
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Christian Paterniti e Maria Rosaria Sarcina

 

di Walter Luzi

 

Mauro Crocetta vive. Il 5° Concorso Nazionale di Composizione, organizzato dalla Fondazione che porta il suo nome, lo vince un giovane musicista siciliano, Christian Paterniti, che divide la scena, alla fine, con il regista ascolano Giovanni Piccioni a cui va invece il Premio Cultura 2021.

Giuseppe Piccioni e Maria Rosaria Sarcina

Ad Ascoli, nella monumentale Sala della Vittoria di Palazzo Arengo, si vive la quinta edizione di un concorso nato unico nel suo genere, e che la Fondazione Mauro Crocetta, sta portando, anno dopo anno, a livelli di eccellenza in campo nazionale. Sotto le tavole di Cola d’Amatrice, ancora una volta la Poesia si fa Musica, e tutte le Arti trovano spazio, anzi parlano fra di loro, grazie al locale, benemerito, Istituto Musicale “Gaspare Spontini”.

Le opere in concorso attingono tutte ai versi di Uomini Soli, scritti da Crocetta nel 1970, ed eseguite dal quartetto di sassofoni del Conservatorio “Rossini” di Pesaro composto da Eleonora Fiorentini (soprano) Valentina Darpetti (contralto) Giorgia Zaurrini (tenore) ed Emilio Bastari (baritono) diretti dal maestro Stefano Venturi. Tutti giovanissimi, e bravi, manco a dirlo.

Sono l’assessore comunale alla Cultura Donatella Ferretti e il direttore dei Musei Civici di Ascoli Stefano Papetti ad illustrare il tema conduttore della giornata, attraverso la visione delle opere esposte da Mauro Crocetta alle Biennali di Ravenna dal 1998 al 2003 ispirate dai Canti della Divina Commedia. Forme moderne all’antico poema. A settecento anni dalla morte non poteva mancare l’omaggio al sommo poeta Dante Alighieri. Tre le composizioni selezionate dalla qualificata giuria per questa finale. Note che vogliono trasmettere l’intensità dei versi. Scritte dagli autori per emozionarsi, ed emozionare. Quelle dell’abruzzese di Lanciano, Nicola Gaeta, del marchigiano di Ancona Filippo Scaramucci, e, come detto, del maestro siciliano vincitore, dal talento già evidenziato anche all’estero.

Christian Paterniti, è un trentunenne di Capo d’Orlando, provincia di Messina, pluridiplomato in pianoforte e composizione che sta perfezionandosi al “Santa Cecilia” di Roma. Un figlio del Sud come Mauro Crocetta, nativo, nel 1942, della terra pugliese di Trinitapoli, che ha saputo fondere il rigore professionale con la sensibilità creativa. Uomo di Legge ed artista poliedrico. Poeta, drammaturgo, scrittore, scultore sempre alla ricerca dell’Assoluto. Verità, giustizia ed ordine le stelle polari delle sue opere. Un valore etico sempre presente, in lavori sempre protesi, alla vita, al futuro, alle giovani generazioni che verranno. “…apri la porta al sole, prendi tutto quello che puoi, il tempo è troppo poco per essere tristi…” chiudeva con questi versi Uomini soli il maestro. Con speranza. Con fiducia. Con amore. Furono i sentimenti di Gioacchino Rossini, come ha sottolineato il direttore dell’omonimo conservatorio Fabio Masini, sono quelli di Mauro Crocetta. Dono che diventa fortuna, eredità viva, attraverso il talento e il lavoro. Tanto lavoro.

Il pubblico nella Sala della Vittoria

I tre finalisti avranno occasione di rieseguire le loro composizioni presentate al concorso ascolano, anche prossimamente, a Camerino e a Pesaro. Non è poco di questi tempi. Tempi duri sotto troppi aspetti, che non scoraggiano di certo le grandi passioni di giovani musicisti locali emergenti, allievi dello “Spontini”. Come Misaele Saldari (flauto) e Giulia Cappelli (chitarra) che stemperano, fra gli applausi del pubblico in sala, la tensione in attesa del verdetto.

Il finale è tutto per il regista cinematografico e sceneggiatore Giovanni Piccioni, che in questa città ha le sue radici, e che ha voluto spesso privilegiare come set dei suoi film. Un lungo cammino il suo, iniziato proprio nella sua città, nel 1987, dove ambientò il lungometraggio Il grande Blek. Lo saluta affettuosamente anche il sindaco Marco Fioravanti, consegnandogli il riconoscimento, il bassorielivo Pace realizzato da Crocetta nel 1990, e auspicando nuove future collaborazioni.

«Questo premio che mi consegnate stasera – ci scherza su Piccioni – è un monito a continuare ad essere all’altezza delle aspettative. Mi costringe ad essere migliore». Gli auspici del professor Papetti sono invece quelli di riportare presto, anche temporaneamente ma in una sede più consona, i tesori della Fondazione Crocetta, attualmente non fruibili a Martinsicuro, la cittadina del vicino Abruzzo dove il maestro mosse “Verso l’ultimo approdo”, appena sessantaduenne, diciassette anni fa.

Legittima la soddisfazione di Maria Rosaria Sarcina, presidente della Fondazione Crocetta, ispiratrice, motore ed anima di questa manifestazione a cui lavora, instancabilmente, per quasi tutto l’anno. Chiama accanto a sé, sul finale, tutti i suoi preziosi collaboratori. Uno staff organizzativo perfetto. Sono tanti, e l’elenco dei nomi e dei rispettivi titoli sarebbe lunghissimo. Ma non si possono tacere quelli della professoressa Maria Puca, ormai veterana della conduzione, del direttore artistico Lamberto Lugli, di Andrea Talmelli, presidente della Società Italiana Musica Contemporanea e della giuria del concorso. E della professoressa Maria Luigia Neroni, con le sue giovanissime allieve di danza classica dello “Spontini”. Da Tersicore in poi, la bellezza fatta sostanza.

 


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